Volkswagen Golf GTE prova su strada, prestazioni e consumi

Come Volkswagen Golf nessuno mai. Con il debutto della versione GTE, la berlina tedesca è il primo e finora unico modello disponibile di serie con una gamma di motorizzazioni che abbraccia tutte le principali alimentazioni: benzina, diesel, metano, elettrica e adesso anche ibrida plug-in. Tutto grazie alla settima generazione ed alla piattaforma modulare sulla quale è costruita che, fanno sapere da Wolfsburg, include perfino l’ipotesi a idrogeno, a celle combustibile. La prevendita italiana della nuova Volkswagen Golf GTE è in calendario all’inizio de 2015 (nel corso del primo trimestre l’avvio della commercializzazione) con un prezzo indicativo di 37.000 euro. Di serie ha sostanzialmente tutto e l’unico optional è il navigatore. In pratica il medesimo listino e-Golf (che debutta nel Belpaese in settembre e che il sistema di navigazione ce l’ha di serie). E quasi identico anche alle gemelle diverse GTI (36.519) e GTD (36.869).

Il Dna è quello di Golf. Un pizzico più seducente all’esterno ed all’interno grazie a gruppi ottici anteriori e posteriori Full Led, cerchi in lega da 18”, luci diurne C-Light (a Led pure quelle) ed un’illuminazione dedicata di colore blu nei pannelli delle porte. Meno seducente è il disegno a quadrettoni con cuciture blu della stoffa dei sedili sportivi. Le due anime di Golf GTE sono il motore benzina TSI da 1.4 litri da 150 cavalli e quello elettrico da 102 per un totale di 204 CV di potenza di sistema che assicurano una coppia massima di 350 Nm (al top, la stessa di GTI). Che, quando si dà gas (con tutte le precauzioni del caso sulle strade elvetiche, dove per violazioni al codice della strada si rischia il carcere), si sente tutta. Ma proprio tutta, grazie anche alla rotonda trasmissione DSG a doppia frizione.

Impossibile verificare i 222 chilometri di velocità massima, come pure l’accelerazione di 7,6 secondi da 0 a 100 all’ora (appena un decimo peggio della “sorella” GTD). Sui consumi – che Volkswagen dichiara essere di 1,5 litri per 100 chilometri – in un’ora di guida il risultato è stato di 2,9. Quasi il doppio di quanto accreditato, ma quasi esaltante considerato il tipo di auto. Il raggio d’azione a zero emissioni è di 50 chilometri, mentre l’autonomia totale arriva a 940. Una gran turismo con la quale si può andare lontano, gustando a pieno il piacere della guida, e beneficiare allo stesso tempo della possibilità dei vantaggi di un’auto elettrica. Che includono lo svantaggio di un motore in più e cioè meno capienza per il bagagliaio, cioè 180 litri in meno.

GTE è una Golf più amica dell’ambiente, ma è difficile pensare ad un uso realmente “ecofriendly” (comunque appena 35 g/km di CO2), anche se certamente il costruttore cercherà di dialogare con un pubblico più attento alle tematiche ambientali. GTE resta una Golf “esagerata”, che in modalità ibrida regala uno sprint (rombo incluso) estremamente appagante. Volkswagen ha bisogno di versioni che aiutino a limare le medie sugli scarichi. Anche se sul mercato il “botto” appare improbabile, malgrado alcuni vantaggi logistici. La partenza è sempre elettrica, poi si sceglie. A “pile”, si avverte il rumore del rotolamento, questo è tutto. Lo spunto iniziale è quello della sorella ad emissioni zero, cioè dinamico, come è naturale che sia. In versione ibrida, basta un’accelerazione decisa per far scattare il supporto dell’unità elettrica. La trasmissione scala e l’auto schizza dei “blocchi”. La precisione dello sterzo combinata con l’affidabilità della piattaforma (che condivide con altri modelli del gruppo) rendono questa Golf altrettanto semplice da condurre, istintivamente agile da maneggiare. “Appoggia” in curva con grazia ed è esaltante sull’allungo. I bassi regimi non sono un problema. Qualche scomodità in più ce l’ha chi si accomoda nel sedile centrale posteriore, sacrificato perché rialzato. Ma una vera Gran Turismo, “incidentalmente” anche ibrida.