Nuova Honda Jazz, la prova su strada e tutte le novità tecniche

Buona musica con qualche lievissima “stonatura” per la nuova Jazz di Honda. Che si presenta con un rinnovato design, decisamente più aggressivo (non necessariamente un passo avanti, ma dipende dai gusti), e con forme arrotondate e spazi sempre generosi grazie alla soluzione del serbatoio sotto i sedili davanti. In lunghezza ha guadagnato quasi 10 centimetri (4 in più per il solo paraurti anteriore) e adesso sfiora i 4 metri, con un passo maggiorato di 3. Per i passeggeri a bordo lo spazio è impressionante: chi siede dietro beneficia di oltre 11 centimetri in più per le gambe e oltre 6 in più per le ginocchia. L’abitacolo, interamente rinnovato, ricordano in Honda Italia, ha praticamente lo stesso volume di una berlina di segmento superiore.

Il prezzo della versione d’ingresso, la Trend (le altre due sono Comfort ed Elegance), è di 14.600 euro. Non esattamente popolare, ma giustificato dalla piuttosto completa dotazione di serie. Cioè, tra le altre cose, lo Start & Stop, i sedili magici (una soluzione geniale che consente di modulare a piacimento lo spazio interno), 6 airbag, la frenata attiva in città (CTBA), cruise control con limitatore di velocità, alzacristalli elettrici anteriori e posteriori e altro ancora. Le tecnologie principali sul fronte della sicurezza sono di serie con la versione Comfort. Per il top di gamma servono poco più di 19.000 euro.

Verso fine settembre, Honda ha già previsto un “porte aperte”: per il listino ufficiale e capire quanto costa che cosa (tipo alcuni dispositivi di sicurezza) ci sarà ancora da pazientare. Di sicuro chi vuole il navigatore integrato Garmin deve mettere mano al portafoglio, perché nessuna delle tre versioni lo include. Le note di Jazz che “incantano” sono una buona visibilità anteriore grazie ad un ampio parabrezza e nonostante un cruscotto profondo ed il doppio “montantino” laterale e lo spazio dentro l’abitacolo e la possibilità di configurare quasi a piacimento i sedili. In posizione standard la capacità del bagagliaio è cresciuta di 17 litri ed è arrivata a 354 (1.314 quando sono abbattuti). Quattro sono le posizioni a seconda degli utilizzi: Utility, (pavimento piatto da 1,505 metri), Tall (altezza di carico fino a 1,28 metri), Long (un “tunnel” da 2,48 metri) e Refresh (un “divano” per rilassarsi da 1,58 metri).

Le stonature riguardano le finiture interne e una delle novità, la trasmissione automatica CVT (Continuously Variable Transmission) il cui “sistema di controllo intelligente”, si legge nella nota ufficiale, “è stato appositamente sviluppato per i mercati europei allo scopo di offrire l’immediata sensazione di linearità che ci si aspetterebbe dal cambio manuale”. In ogni caso, è difficile poter dire di sentirne la mancanza. Decisamente meglio il nuovo cambio manuale a sei rapporti (una marcia in più di quello precedente), che garantisce un onesto e più sincero trasferimento della potenza, migliorando l’accelerazione (Jazz non è comunque una sportiva) grazie a rapporti più ravvicinati, almeno dalla prima alla quinta.

Interessante, anche per la razionalità, il nuovo motore da 1.3 litri i-VTEC della generazione Earth Dreams Technology di Honda che aumenta le prestazioni dell’1.2 e riduce i consumi dell’1.4. La potenza è di 102 cavalli, mentre la coppia di 123 Nm. È un quattro cilindri a iniezione indiretta abbinato al sistema EGR (Exhaust Gas Recirculation, ricircolo del gas di scarico). È più leggero del 12% rispetto all’unità più grande e vanta attriti contenuti ed un più efficiente Start & Stop. Naturalmente rispetta le norme Euro6 (106 g/km di CO2).

AL VOLANTE
Honda Jazz continua a impressionare per lo spazio e la sua possibile gestione. Ma si lascia apprezzare con il cambio manuale anche per la sorprendente efficienza del suo nuovo motore benzina da 1.3 litri. Dopo un test drive di una settantina di chilometri, il valore indicato dal computer di bordo segna 5,7 litri per 100 chilometri. Significa una percorrenza di 17,5 chilometri per litro, niente di clamoroso se non fosse che Honda ne dichiara 19,6 nel ciclo misto (5,1 l/100 km). Certo, nei dintorni della Honda Akademie, vicino a Francoforte, si viaggia in aperta campagna con solo qualche incursione nei centri abitati. E tuttavia si tratta di un consumo clamorosamente vicino a quello ottenuto in condizioni ideali. Per inciso: durante la prova, in autostrada Infomotori.com ha spinto sull’acceleratore (niente limiti in quel tratto tedesco) per valutare compostezza (e rumorosità) del veicolo. Sopra i 90 orari l’insonorizzazione (per la quale sono stati impiegati nuovo materiali fonoassorbenti) è quasi alle corde. Ad andature sostenute il comfort è più limitato. Honda Jazz si comporta bene quando le viene di chiesto di fare quello per cui è nata: viaggiare “normalmente”. È composta, anche se lo spunto non è il suo forte. È rassicurante anche in curva, quando la si affronta senza tirarle il collo. Insomma: è una vettura coerente con la sua impostazione e con il suo segmento. Non fa promesse che non è in grado di mantenere, ma fa quello che promette.

PREGI
abitabilità, modularità, consumi

DIFETTI
cambio automatico, finiture interne

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