Abbiamo provato il Lince VTML dell’Esercito Italiano

Avete mai guidato un Suv di 7 tonnellate, che vi consente di scavalcare gradini di mezzo metro e di superare guadi di un metro e mezzo e può mettervi al riparo anche dalla scoppio di una mina?

Infomotori lo ha fatto, andando a provare un Vtml (Veicolo tattico leggero multiruolo) “Lince”, in dotazione dell’Esercito Italiano, abitualmente impiegato dalle nostre Forze Armate nelle missioni più impegnative, dall’Afghanistan al Libano. Un mezzo che, grazie alle sue caratteristiche, ha salvato la vita a numerosi dei nostri soldati, tanto da essere soprannominato “San Lince”.

Lince esercito provato su strada

Grazie al maggiore Stefano Bertinotti dell’Ufficio pubbliche relazioni del Comando Truppe Alpine di Bolzano, abbiamo potuto accedere all’Area addestrativa di Villabassa in Val Pusteria, gestita dal 6° Reggimento Alpini di Brunico e provare un “Lince” in versione A1 (il veicolo, prodotto dalla Iveco Divisione Difesa di Bolzano, assegnato alle nostre Forze armate dal 2003, è in continua evoluzione).

 

Un’opportunità davvero unica, perché è in quest’area, attrezzata con tutte le situazioni che si possono incontrare nel portare in fuoristrada un simile mezzo, che si addestrano i conduttori che dovranno poi usarlo in operazioni.

Il Lince, anche se non è particolarmente lungo (4,79 metri, come un normale Suv medio-grande), incute un certo timore: infatti è particolarmente massiccio e squadrato, con una larghezza di ben 2,20 metri ed un’altezza di oltre 2 (che aumenta se sono installate rastrelliere per le dotazioni o addirittura la ralla o la torretta per la mitragliatrice). Notevoli anche le gomme all seasons M+S run-flat (che possono cioè continuare la marcia anche da sgonfie) della ragguardevole misura 325/85R16.

Salire a bordo richiede un minimo di agilità, perché l’abitacolo è ad una quarantina di cm da terra (l’altezza minima da terra è di ben 47,3 cm; 31,5 sotto il differenziale), però ci sono comode maniglie a cui appendersi.

All’interno del lince militare

L’interno è decisamente “zeppo” e lo spazio per i passeggeri (nella nostra versione solo 4) è lo stretto indispensabile, nonostante un formidabile passo di 3,5 m, che è in gran parte riservato allo spazio per le dotazioni (la capacità di carico va da 700 kg a 1550, a seconda delle versioni): i sedili sono spartani, con un solido telaio metallico, ma abbastanza comodi. Il posto guida è circondato da una strumentazione essenziale (tipo autocarro di qualche anno fa) ma completa. Il tunnel della trasmissione è molto ingombrante ed ospita anche la leva del cambio automatico (uno ZF, 6 marce, con convertitore idrodinamico e scatola di riduzione).

L’avviamento del motore è istantaneo ed il rumore trasmesso all’interno equivale a quello di un autocarro medio; del resto il propulsore è un turbodiesel common rail Iveco di derivazione industriale, che sviluppa 185 Cv con una generosa coppia di 456 Nm a 1.800 giri. Anche se il Lince può raggiungere (senza limitatore) i 120 km/h su strada, l’accelerazione non è certo il suo forte, visto che fa registrare 41 secondi nello 0-100 (valore però più che in linea col suo peso, che è quattro volte quello di un normale Suv di eguale potenza). Il rapporto potenza/peso è pari a 20 kW/tonnellata, come quello dei moderni carri armati.

Del resto, quello che conta è la sua capacità di trarsi d’impaccio nelle situazioni difficili ed in questo se la cava benissimo.
Nell’offroad il cambio automatico aiuta parecchio, semmai le difficoltà vengono dalla mancata percezione degli ingombri, dovuta sia alla forma squadrata, sia alla ridotta superficie vetrata, di grande spessore, perché antiproiettile.

Così al nostro istruttore di guida, il caporal maggiore capo scelto Stefano Stravino, danno una mano il caporal maggiore scelto Antonino Antonuccio ed il caporal maggiore capo Orante Di Muzio, che con perizia e pazienza ci fanno segno di dove mettere le ruote (anche perché la temperatura esterna è di meno 5° e molti passaggi sono ricoperti da una brina gelata).

Comunque il Lince va su e giù dalle balze alpine che è una bellezza; bisogna però porre attenzione ai limiti di ribaltamento laterale, perché il peso ed il baricentro alto non gli consentono di superare i 30° di inclinazione (che comunque è già una gran bella pendenza).

Blindato Lince e i suoi impieghi

L’esperienza operativa sul campo ha suggerito molte modifiche ai Lince, a cominciare da nuove maniglie per evacuare più rapidamente il mezzo, dall’eliminazione del roll bar interno, a favore di un tetto più rigido, dall’eliminazione della ruota di scorta sul portellone posteriore a favore di barre di traino rigide utili per trainare altri veicoli in avaria, all’aggiunta di cestelli esterni per caricare dotazioni e riserve (munizioni e carburante), sino alla più importante aggiunta di Ecm (contromisure elettroniche) per contrastare soprattutto l’innesco a distanza degli Ied (Improvised explosives devices, ordigni esplosivi improvvisati) posti ovunque, soprattutto in Afghanistan.

Ma, come abbiamo detto, il Lince è un mezzo in continua evoluzione: già prodotto in oltre quattromila esemplari, è stato adottato su larga scala dal nostro Esercito, ma è stato acquistato anche da Gran Bretagna (che lo chiama Panther), Spagna, Norvegia (che ha chiesto una versione più alta di 10 cm), Belgio, Repubblica Ceca, Slovacchia, Croazia, Austria ed Ucraina.

Un colpo formidabile era stato “piazzato” col Governo Berlusconi, che aveva concordato un contratto con la Russia per 1.175 veicoli (con una previsione di 3.000): purtroppo, però, pressioni industriali interne hanno convinto Mosca ad interrompere la produzione dopo 358 mezzi, a favore del similare “Tigr” russo, che, però, non avrebbe lo stesso livello di protezione del Lince.

In ogni caso, il Lince è un esempio di politica industriale intelligente e lungimirante: alla fine degli Anni Novanta, infatti, fu l’Iveco a sviluppare privatamente il veicolo sulla base delle esigenze operative che erano maturate sugli scenari internazionali di crisi.
Ah, non abbiamo detto del listino: il Lince non è in vendita a privati cittadini, ma, optional esclusi, la versione “base” costa più o meno mezzo milione di euro….

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