Il Salone di Francoforte è stato senza dubbio un’importante pozzo di idee per costruttori e aziende di componentistica incentrato com’era sul futuro della mobilità: l’auto elettrica e connessa, capace di guidarci in autonomia e sempre più futurista nelle linee.
I grandi brand non si sono fatti attendere, hanno invece schierato diverse novità più o meno realizzabili nel prossimo futuro. La realtà però è diversa e a dircelo è stato Dieter Zetsche, CEO di Daimler AG (Mercedes-Benz per chi non conoscesse il mondo dell’auto) e presidente di ACEA, l’associazione Costruttori Europei d’Automobile.
Dieter Zetsche l’anno scorso ha parlato dell’elettrificazione dell’auto paragonandola al ketchup: te ne serve un po’, ma non sai esattamente quando (e quanto) ne uscirà dalla bottiglia che stai agitando. Il messaggio però era che Mercedes è pronta al futuro, come ha confermato a Francoforte con il Concept EQA, già pronto per la produzione.
Il punto è che per Zetsche le deadline europee sulla drastica riduzione dei consumi -si parla di una riduzione del 20% entro il 2021- è inequivocabilmente troppo ottimista. “Per i costruttori europei non è un problema essere sul mercato con auto elettriche funzionanti e funzionali, la realtà però è che nessuno le vuole comprare.” Nel 2017 elettrico e ibrido (con quest’ultimo in grande prevalenza) hanno fatto segnare l’1% delle immatricolazioni: davvero troppo poco se pensiamo al salto che la categoria dovrebbe compiere nel giro di 3 anni.
Per questo il portavoce di ACEA ha chiesto a Bruxelles di posticipare questo traguardo al 2030. Con una Germania che fa dell’industria dell’automobile il suo primo mezzo di sostentamento, la richiesta è più politica che pratica. Ad ogni modo, il CEO di Daimler è sembrato piuttosto sicuro di ottenere la proroga.