Citroën C3 Max: prova in pista e caratteristiche tecniche

Citroen C3 Max pistaSi può trasformare una tranquilla vettura di segmento B in una belva da pista? Citroën Italia l’ha fatto e, partendo da una normale C3 ha realizzato la C3 Max, che sfrutta un motore Thp 1.6 turbo da 300 Cv e che quest’anno disputa le gare del Cit, il Campionato Italiano Turismo, e del Civm, Campionato Italiano velocità in Montagna.
L’idea in più? Farla guidare in gare ufficiali a giornalisti dell’automotive, più o meno giovani, ma certo esperti del mondo motoristico.
E Infomotori ha partecipato alla presentazione del modello sul circuito “Tazio Nuvolari” di Voghera.
L’idea della trasformazione è partita da Eugenio Franzetti, capo delle relazioni esterne del Gruppo Peugeot-Citroen-DS Italia, “per continuare nella tradizione di rottura del marchio del Double Chevron” a cui si devono innovazioni che hanno fatto storia, come la Traction Avant, la 2 Cv o la Mehari, per citarne solo alcuni. Ed, al tempo stesso, continuare nella scia del marchio che ha al suo attivo in tempi recenti 5 Coppe del mondo Rally Raid (tra cui 4 Dakar), 8 Mondiale rally Wrc e 2 Mondiali Wtcc (nel 2014 e 2015), competizione in cui è in testa anche nel 2016.
E nel 2017 si tornerà al Wrc con una vettura estrapolata dalla nuova Citroën C3 (che sarà svelata a Lione il 29 giugno), con potenza di 380 Cv e differenziale centrale elettronico.

Citroën C3 Max: caratteristiche tecniche

Ma torniamo alla Citroën C3 Max: rispetto alla C3 standard la scocca (che si è mostrata sorprendentemente adatta anche alle grandi potenze) è stata rinforzata, con un roll bar, realizzato da Procar, saldato in tre direzioni nell’abitacolo.

Il cofano ora ospita il motore 1.6 Thp Turbo che sviluppa 300 Cv a 6.000 giri, con una coppia di 400 Nm a 5800.

Il cambio Sadev a 6 marce è elettroattuato ed è azionato unicamente dai paddles al volante. Si possono montare tre tipi di coppia conica, da quella più corta, per le gare in salita, a quella più lunga, per le piste velocità, come Monza o il Mugello, per velocità massime di 210, 225 o 250 km/h.

I dischi anteriori ventilati utilizzano 4 pistoncini e hanno un diametro di 380 mm; quelli posteriori sono di 220 mm con 2 pistoncini. Gli ammortizzatori sono sofisticati Ohlins a 4 vie da competizione (gli stessi usati nel mondiale Wtcc). All’avantreno è montato anche il differenziale tipo Thorsen. Peso contenuto in 1.000 kg.

Citroën C3 Max: la prova in pista

Sulla pista di Voghera (lunga 2804 m, molto “guidata” e con un solo breve rettilineo, in fondo al quale si resta abbondantemente al di sotto dei 190 km/h) la Citroën C3 Max si è rivelata una “belva” assai docile, che consente anche ai non troppo esperti di realizzare performances straordinarie.

Merito di un assetto perfetto, molto equilibrato; merito del Thorsen, che con la sua compensazione consente di impostare, e tenere, curve veloci anche con tanta potenza scaricata sul solo avantreno. E merito anche dello sterzo, che varia la propria intensità in base alle prestazioni.

Certo, i piloti veri la fanno volare, ma con un minimo di cognizioni sulla guida sportiva si ottengono risultati impensabili.

Un paragone con il passato: la prova in pista della Visa Chrono

A simpatico termine di paragone, ma soprattutto per ricordare la “mania” Citroën di trasformare in sportive normali vetture di serie, anche piccole, la filiale italiana della Casa ha portato a Voghera anche una Visa Chrono del 1984 (per la precisione la numero 102 di 1605 esemplari costruiti, di cui 400 venduti in Italia, trovata presso un privato, a Siena, e restaurata con 5 mesi di lavoro): 1360 cc di cilindrata, con 80 Cv, ma peso contenuto in 650 kg.

Visa Chrono 1984Ce ne fu comunque anche una versione più potente, la Visa Trophee con 100 Cv, del 1981, venduta però solo in Francia, come la Visa Chrono Milles Pistes del 1984, con 112 Cv e trazione 4×4.
In pista la Visa Chrono rivela certo i suoi 32 anni, soprattutto quanto a gomme e freni, che non reggono a lungo.

Ma il motore è divertentissimo, brioso e pronto a salire di giri. Lo sterzo è duretto, ma, a volante ben impugnato, consente di tenere traiettorie piuttosto precise. La leggerezza del veicolo e la potenza contenuta, poi, consentono di “osare” un po’ guida vecchio stile anche oltre i limiti. Insomma un bel divertimento d’altri tempi… in salsa francese.

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