Germania contro Fiat 500X, Doblò e Jeep Renegade ed il Ministro italiano ricorda Volkswagen e Dieselgate

Su FCA, Fiat Chrysler Jeep si sono concentrati gli alert dell’ente statunitense EPA sulla presunta non dichiarazione di dispositivi su circa centomila modelli prodotti in USA alimentati da un motore tre litri turbodiesel dopo che da circa un anno FCA ed EPA stanno ragionando su come ottimizzare le emissioni dei gas di scarico. Se gli USA sono famosi per essere molto attenti su questo tema, tanto che il Gruppo Volkswagen è stato punito fra penale ed amministrativo con oltre 18 miliardi di dollari per errori confessati dagli ex vertici prontamente rimossi dal colosso tedesco, stupisce come fra Paesi dell’Unione Europea con solidi rapporti di stima ed amicizia si sia giunti a toni più da stadio che da amministratori di due delle maggiori potenze economiche mondiali con un fortissimo interscambio commerciale.

In Europa la regola è che ogni Governo stabilisce se un modello è a norma o meno. Per esempio la Francia lo scorso anno ha effettuato una serie di test segnalando elementi di criticità ad alcuni costruttori che hanno provveduto subito a migliorare i parametri, ricordando che entrambi i giganti transalpini Renault e PSA vantano fra i loro soci lo stesso Stato francese che è rappresentato nei rispettivi CDA da loro rappresentanti e quindi hanno o dovrebbero avere il quadro completo in tempo reale.

Forse perché sia in Francia che in Germania si andrà presto a votare e l’esito non è affatto sicuro per gli attuali leader e quindi per gli stessi ministri forse per lo stress accumulato in questo periodo di deflazione, le uscite di certi portavoce stupiscono anche perché gli stessi commissari europei hanno constato che i test al banco non sono più ​adeguati e che le vetture vanno testate su strada per verificare i reali consumi ed emissioni.

Noi stessi registriamo consumi ben superiori a quanto certificato dagli enti controllori poiché è ovvio che un controllo sui rulli determina consumi inferiori a quelli che si realizzano viaggiando in strada con manto stradale non sempre perfetto al pari delle condizioni meteo e dello stesso traffico che magari sul rullo non è così caotico come nelle tangenziali di Milano…​

​Ben vengano quindi le migliorie sui controlli e magari un maggiore sviluppo sui motori ecologici a partire dall’elettrico ma anche per l’immediato sui carburanti meno impattanti come il metano, il GPL e la stessa benzina. Ci sembra quindi fuori luogo l’attacco tedesco ​e del suo ministro dei trasporti  Alexander Dobrindt che chiede garanzie dall’Ue circa il richiamo dei modelli italiani per i quali il nostro Ministro dichiara che è tutto in regola!

Magari il Ministro tedesco potrebbe invitare l’UE ad investire maggiori risorse sullo sviluppo della mobilità elettrica, sull’ibrido, sul GPL e metano (su quest’ultimo versante Fiat e Volkswagen offrono ottimi modelli) e lo stesso Alexander Dobrindt potrebbe invitare (non ordinare, come sembra abituato a fare) i costruttori tedeschi a lasciar perdere il Diesel per puntare su altre motorizzazioni visto che nei Paesi più sviluppati come Stati Uniti d’America o Giappone il Diesel praticamente è scomparso così come in Europa dalla Francia al Regno Unito passando per i Paesi del Nord Europa è stato praticamente condannato a morte.

BMW and Company potrebbero quindi concentrare le loro ottime intelligenze sull’elettrico dove invece guida il gioco una marca con meno di dieci anni di vita che si chiama Tesla ed il cui fondatore Musk è stato casualmente nominato dal nuovo Presidente degli Stati Uniti d’America, Donald Trump, suo consigliere per i temi di mobilità ed ambientali.

Proprio Trump ha dichiarato che il Cancelliere tedesco ha creato danni disastrosi all’Europa, che gli inglesi hanno fatto bene ad uscire dalla stessa UE e che le auto tedesche come i prodotti tedeschi meritano pesanti dazi perché hanno giocato su una valutazione del loro marco completamente sfalsata dai reali valori mettendo in crisi i Paesi deboli come Grecia, Spagna e Portogallo.

Insomma la Germania con tutti i problemi che ha cosa fa? Anziché difendersi e saldare le amicizie coi suoi alleati storici li attacca ! Dei veri strateghi ed ora speriamo che sappiano fermarsi in tempo ricordando che la riunificazione della Germania è avvenuta solo grazie alla generosità degli altri Paese membri dell’Europa, Italia e Francia in testa.

Non ci resta che sperare che BMW, Mercedes e Volkswagen (in parte pubblica) sappiano consigliare saggezza perché se dopo gli USA si mettono di traverso anche i cinesi l’automotive tedesca potrebbe subire pesanti perdite e questo sarebbe un grandissimo danno per tutti visto che una auto è formata da tantissime componenti o parti che dirsi si voglia prodotte in tutta Europa e non solo in Germania.

Un’auto tedesca spesso ha ben poche parti tedesche essendo prodotta fuori dai suo confini (magari in Slovacchia…) con pezzi italiani, francesi, spagnoli, giapponesi, statunitensi e cinesi. Insomma amici tedeschi abbassate i fucili ed alzate un bel boccale di birra a cui noi risponderemo col Prosecco!

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