Hyundai Tucson 2.0 CRDi da 185CV: la nostra prova su strada

La nuova Hyundai Tucson si impone sul mercato con una linea studiata ma non eccessiva, dotazioni complete ma mai esagerate ed un comportamento su strada piuttosto piacevole. L’abbiamo provata con allestimento X Possible ed il propulsore top di gamma tra quelli a gasolio, il 2,0 litri Diesel da 185CV e 402Nm di coppia massima, abbinata ad un automatico a 6 rapporti e con trazione integrale.

Tucson, Arizona

Se siete degli appassionati di gialli o di belle donne, forse la seconda città più sviluppata dell’Arizona non vi è nuova. Vi è infatti nata l’attrice Kate Walsh e ci è vissuto (oltre ad esserci morto) lo scrittore Fredric Brown, ma entrambi hanno poco a che vedere con il SUV della nostra prova. Hyundai Tucson eredita il suo nome dalla bella e polverosa città ai confini con il Messico. Un nome evocativo che riprende il concetto dell’auto pronta ad affrontare lunghi sterrati nata, però, in una città grande e dinamica. Il listino prezzi della casa d’oltreoceano è piuttosto democratico, ed anche per il Tucson si parte dai 21.800€ della versione Classic (con motore 1.6 GDI a due ruote motrici) per arrivare -dopo diverse tappe intermedie- alla versione X Possible che abbiamo avuto in prova, in concessionaria ad un prezzo di 35.450€. Per il listino completo cliccate qui. La prima versione, prodotta oltre al milione di esemplari, debutta nel 2004: si tratta degli anni in cui a SUV e Crossover in Italia si preferiscono ancora le Station, motivo per cui nel nostro paese non ebbe un enorme successo.

Nel 2009 poi l’auto venne sostituita dalla ix35 (il nome cambiò solo per l’Europa), che rimase in produzione fino allo scorso anno. Dal 2016, Hyundai Tucson torna sulla scena riprendendosi il titolo di SUV Compatto del marchio. La versione di oggi quindi può essere considerata una terza serie, che dalla madre eredita il pubblico mentre dalla nonna si prende il nome. L’eredità più cospicua però, gliel’ha lasciata la Kia Sportage tutt’ora in commercio: la piattaforma è la stessa.

Rispetto alla sorella campione d’incassi però Hyundai Tucson ha linee più europee, non cede quindi allo stile un po’ manga che ci viene in mente pensando alla Sportage. Il frontale restituisce da subito un’idea dinamica grazie alla modanatura cromata del radiatore -compresa nell’allestimento X Possible- che parte dalla linea dei fari, mentre fendinebbia e luci di posizione hanno un gioco di forme tutto loro. Interessante la linea del cofano, mentre la fiancata restituisce l’idea di un’auto dall’assetto caricato sull’avantreno anche per via dei passaruota che accentuano le dimensioni della Tucson. la finestratura va a stringersi verso la coda, punta a snellire, peccato per la cornice cromata che si limita alla parte inferiore. Bello, invece, lo spoiler posteriore.

Al posteriore tutto è abbastanza ordinato: il design si fa apprezzare, anche dispiace un po’ per la linea che taglia a metà la zona del baule. Di contro, il portellone si apre automaticamente quando richiesto, il che risulta piuttosto utile se ci troviamo le mani impegnate da spesa e valige. Il vano di carico d’altronde è piuttosto ampio: parliamo di 512 litri ben sfruttabili, che diventano 1.503 abbattendo i tre sedili posteriori. Nella versione che abbiamo provato erano equipaggiati degli ottimi cerchi da 19”, scelta che ci sentiamo di consigliare per come influisce sulla guida.

Interni spaziosi, ma senza esagerare

Hyundai Tucson misura 4,47 metri in lunghezza, 1,65 in altezza e 1,85 in larghezza, spazi a sufficienza per cinque passeggeri non troppo sacrificati. L’infotainment offre tutti i dati del caso, ed il climatizzatore è semplice da raggiungere. Non mancano, alla sinistra del guidatore, vari comani elettronici: si va dal mantenimento della corsia al controllo degli angoli ciechi, passando per la regolazione dei fari e finendo con i comandi di bagagliaio automatico e controllo di trazione.
Il resto invece è integrato al volante, nello specifico si può agire sull’infotainment e regolare il cruise control. Tra i lati più interessanti della nostra versione X Possible troviamo il tettuccio apribile e la regolazione elettronica dei sedili.

La strumentazione è piuttosto classica, con due quadranti analogici -contagiri e tachimetro- divisi da un display a colori con le informazioni sulla vettura.

Come va

Saliamo a bordo della Hyundai Tucson, regoliamo il sedile e la profondità del volante e siamo pronti a partire. La seduta è piuttosto comoda, e riesce a darci un’ottima visibilità della strada grazie alla posizione rialzata. Per il resto, l’auto mette a disposizione del guidatore tutti i controlli necessari ad una guida rilassata. Accendiamo il motore premendo sullo starter, ed il suono si rivela piuttosto mite. Il nostro Diesel non ha bisogno di scaldarsi granché, si butta subito nel traffico con un certo spunto. Dal 2,0 litri 4 cilindri CRDi escono 185 cavalli, più che sufficienti per le diverse situazioni in cui abbiamo testato l’auto: città, autostrada e montagna. Nel primo dei casi, il cambio automatico diventa pressoché irrinunciabile: attivo e rapido negli innesti, non si lascia sorprendere nei cambi di ritmo, quando per esempio ci troviamo di fronte una strada sgombra e dei limiti più permissivi. Subito dietro la leva del cambio poi c’è anche un pulsante per cambiare la modalità di guida, che passa dalla Normal alla Sport.

Niente di impressionante, ma la risposta dell’acceleratore diventa più immediata e le cambiate arrivano ad un regime di giri più elevato. È al momento di parcheggiare che arrivano i primi (piccoli) limiti di una vettura piuttosto grande ma dal piglio sportivo: il lunotto posteriore ci lascia vedere ben poco di quello che abbiamo alle spalle. Fortunatamente però ci sono sia la telecamera posteriore che i sensori di prossimità, e la cosa diventa semplice da gestire.

Una volta preso il biglietto del casello poi, la Tucson mette in mostra le sue doti di viaggiatrice, per niente intimorita da auto di categoria superiore. Viaggiando a 130Km/h il motore gira sornione intorno ai 3.000 giri, con fruscii del tutto trascurabili che scompaiono appena si accende un po’ di musica. Le soddisfazioni più grandi però, Hyundai Tucson ce le ha date durante alcune escursioni in montagna: tralasciando il fatto che si può agire sul blocco del differenziale e che si possono inserire le marce ridotte, l’auto ha rivelato un comportamento dinamico davvero appagante. Per cominciare, il rollio durante le esse ed i tornanti è davvero contenuto.

Bene per il feedback al guidatore, benissimo se viaggiate con la famiglia e qualcuno soffre di mal d’auto. L’automatico a 6 rapporti lavora senza incertezze, ma è quando andiamo a spingere a fondo sull’acceleratore che il cambio perde quella verve che ci aveva colpiti positivamente in città. Lo sterzo, di contro, mette in mostra un’ottima solidità rivelandosi della giusta rigidezza nella guida sportiva.

Viaggiando senza esagerare ci troviamo a consumare un litro di carburante per percorrere più o meno 14 chilometri a seconda del traffico, ma impostando la modalità Sport -guidando con un leggero ritardo per arrivare in ufficio- si riesce anche a scendere sotto i 10 chilometri percorsi con un litro.

In Conclusione

Hyundai Tucson è versatile, pronto e adatto alle famiglie. Ci è piaciuto il suo comportamento dinamico, il design è piacevole ed anche la dotazione non ci fa mancare nulla. Certo, avevamo sedili riscaldabili e raffreddabili oltre a diversi altri optional, ma il fatto che si possa portare a casa una versione base a poco più di 20.000€ è davvero una buona cosa.

Pregi e difetti

Pregi

Guidabilità
comfort a bordo
Rapporto qualità/prezzo

Difetti
Poca visibilità dal lunotto posteriore
Cambio automatico “seduto” nella guida sincopata

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