La Storia della Peugeot Serie 3 dal 1931 a oggi

La famiglia Peugeot -secondo l’enciclopedia- è una delle più antiche d’Europa. Le proprie radici risalgono al Quattrocento, mentre l’etimologia del cognome è da ricollegare alla pece commerciata dalla famiglia nel XV°secolo.

La prima autovettura a marchio Peugeot venne prodotta seguendo la corrente della seconda rivoluzione industriale, nel 1890. Parliamo di un veicolo da 2CV, con quattro marce ed una velocità di punta di 20Km/h. L’anno successivo Peugeot presentò la Type 3, la prima automobile al mondo a mettere le ruote in Italia: Gaetano Rossi nel 1983 ne acquistò una per varcare le strade di Piovene Rocchette, in provincia di Vicenza.

La serie 300 di Peugeot è una delle più longeve e significative della storia dell’automotive. Una sigla nata per indicare le vetture premium del marchio e, successivamente, per identificare auto di medie dimensioni. Ad oggi tra i listini Peugeot troviamo un’intera gamma di 308, a cominciare dalla cinque porte e continuando con Station Wagon e GTi, senza scordare il SUV “Car of the Year 2016” 3008 che acquista uno zero per differenziarsi.

Andiamo però con ordine: la Peugeot 301 -capostipite della famiglia- venne presentata nel 1931. La prima serie, seppur con i limiti tecnici del tempo dovuti soprattutto alla freschezza del progetto, riscosse subito un’enorme successo. È da questo modello che nacque l’iconica “coda di castoro” di cui ci parlavano i nostri nonni. Peugeot infatti capì, nel realizzare diverse varianti di 301 -in un processo che ad oggi chiameremmo restyling- quanto fosse importante lavorare con l’aerodinamica.

La sigla nasce piuttosto semplicemente: il 3 sta al modello, lo zero divide -fece anche da alloggiamento per la manovella di accensione sulla 302- e il numero finale identifica la serie. Peugeot brevettò quindi la sigla x0y per i propri modelli, motivo per cui Porsche non poté chiamare la propria auto 901 ma dovette affidarsi all’oggi iconico 911.

Ad ogni modo, la storia della serie 300 prosegue con la 302 presentata nel 1937. Una vettura estremamente diversa dalla precedente, costruita a cavallo tra le due guerre con un’ottica fresca e fatta d’innovazione. Si potrebbe attribuire, viste forme e colori sgargianti, al genio sregolato di Salvator Dalì.

 

Poi, il vuoto. La Seconda Guerra Mondiale portò un disimpegno delle fabbriche automobilistiche e, quando l’economia riprese quota, Peugeot schierò 203 e 403. Passarono 23 anni prima che da Sochaux decisero di tornare alla produzione della serie 3.

Siamo alla 304, nel 1969. I meno giovani la ricorderanno per la griglia anteriore, con i suoi fanali piuttosto tipici. Peugeot conta la bellezza di 1.178.423 clienti. La maturità arriva con Peugeot 305, nel 1977: la berlina ha linee decise che ne definiscono il segmento. La mano di Pininfarina è garanzia di stile per un altro successo commerciale del marchio, che piace ai clienti soprattutto per il balzo in avanti compiuto nella cura per gli interni.

Nel 1993 è invece il momento della 306: ancora una volta è il tocco di Pininfarina a portare la nuova media di casa agli appassionati. Questo modello, a parer nostro, segna un netto passo in avanti per quel che riguarda la caratterizzazione dello stile Peugeot. L’auto venne apprezzata moltissimo, non è così raro trovarne ancora di perfettamente funzionanti in giro per le nostre strade.

Con il nuovo millennio, nel 2001, Peugeot stravolge ancora il proprio gioiello, dando vita alla 307. Anche in questo caso non si può parlare che di un successo. I gruppi ottici anteriori fanno scuola alla concorrenza, e la versione CC (2005) è rimasta ben impressa nell’immaginario degli appassionati.


L’arrivo della prima 308,
nel 2007, servì a svecchiare il modello e ad alleggerirne l’immagine complessiva. Gli interni raggiungono una nuova dimensione stilistica, mentre i motori si dimostrano sempre più raffinati.

Nel 2013 arriva la seconda serie di 308, davvero nuova rispetto all’edizione passata. Si tratta comunque della prima Peugeot a portare lo stesso nome del modello precedente. 308 è -per ora- l’ultima della stirpe. Altrimenti, gli uomini del marketing dovrebbero scegliere di ricominciare la numerazione da 301. Ma non sarà così.

La storia, ad ogni modo, è qui per continuare.

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