RC Auto

Il dibattito sulle presunte speculazioni messe in atto dalle compagnie assicuratrici nei confronti dei consumatori è molto attivo, soprattutto dopo l’introduzione della patente a punti che si ritiene possa essere utile per catalogare i comportamenti degli automobilisti ed avvantaggiare i più “attenti” con polizze personalizzate.
I dati diffusi dall’Adiconsum non lasciano spazio a speranze, visto che rispetto al 2003 la situazione delle tariffe RC Auto non ha subito alcun miglioramento.
Profitti aumentati del 49%
Tra i vari dati emersi dall’indagine su 8 compagnie in 11 città italiane spicca l’aumento dei profitti ottenuti dalle società assicuratrici pari al 49%, che in termini monetari vede l’utile passare da 852 a 1301 milioni di euro.
Un valore che sta a dimostrare un concetto molto amaro da digerire nella sua triste attualità: le compagnie non hanno in alcun modo intaccato i loro interessi, anzi hanno addirittura visto aumentare sensibilmente i loro profitti.
Perché allora non attuare una politica che protegga e premi gli automobilisti con meno sinistri a carico? Una domanda che sorge spontanea osservando la pagella 2005 stilata dall’Adiconsum e che per ora non ha ricevuto alcuna risposta accettabile.
Pochi investimenti sulla prevenzione
Un altro dato degno di nota è la spesa pro capite per la prevenzione degli incidenti, che si ferma all’irrisorio valore di 3 € contro i 581 € sborsati per il risarcimento danni.
Ciò dimostra quanto scarsi siano gli investimenti a tutela della sicurezza stradale e quanta poca attenzione venga rivolta alla prevenzione degli incidenti. Una constatazione sconcertante per tutti quegli automobilisti che continuano a sborsare migliaia di euro con la consapevolezza di non essere assolutamente tutelati.
Il fatto che l’aumento annuo percentuale delle polizze si sia fermato all’1-3% è da imputare agli accordi tra le parti raggiunti grazie alla mediazione del Governo in occasione dello scandalo sui presunti Trust creati dalle compagnie, che sono state accusate di aver messo in atto degli accordi mirati a mantenere invariati i prezzi eliminando, di fatto, la libera concorrenza. Ben più allarmante risulta l’aumento percentuale nei primi 10 anni dalla liberalizzazione del mercato, pari ad oltre il 100%.

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