Toyota sportive: Test Drive

MR2
In pista abbiamo avuto l’occasione di provare anche il roadster MR2 che è stata, nell’ormai lontano 1984, la prima automobile giapponese a motore centrale prodotta in serie. L’attuale generazione di MR2 si è rilevata irresistibile per guidatori, giovani e non, segnando un ritorno al concetto originale di prestazione sportiva, senza sacrificare le moderne qualità costruttive e di comfort, recita la presentazione della Casa.
Per il Model year 2003 c’è un’ampia serie di miglioramenti che confermeranno la fama di vettura sportiva della Toyota MR2. Esteticamente la parte anteriore della vetturetta è stata ristilizzata con un paraurti di forma trapezoidale e una griglia più netta e aggressiva. Nel paraurti sono ora integrati gli antinebbia circolari che ne sottolineano il look sportivo. Ridisegnati anche i gruppi ottici posteriori. Rinnovato anche il design degli interni, rivisto la strumentazione che ora risulta più leggibile.

Il motore della MR2 è sempre il 4 cilindri 1800 cc VVT-i, a variazione di fase. Il cambio può essere manuale a 6 marce, con la sesta lunga per ridurre la rumorosità alle alte velocità e per diminuire i consumi, oppure sequenziale, sempre a 6 marce. Le vetture dotate di cambio sequenziale (ennesima sigla: SMT) sono dotate di quei sistemi di sicurezza attiva che sono in dotazione anche alla Celica. In aggiunta a quelli citati la MR2 dispone anche di un differenziale a slittamento limitato di tipo Torsen. Quando l’azione del differenziale non è sufficiente per massimizzare la trazione, il sistema TRC, del quale abbiamo parlato, può applicare in modo selettivo una forza frenante a ciascuna delle ruote in trazione o anche un controllo sull’acceleratore elettronico del motore, se necessario.
Interessante notare che per migliorare le prestazione la MR2 ha ora cerchi da 15 sull’asse anteriore e cerchi da 16 su quello posteriore. Alcuni giri di pista sono stati sufficienti per evidenziare la differenza di comportamento tra Celica e MR2, trazione anteriore la prima, posteriore la seconda, ma con motore centrale. Difficile dire quale delle due sia più divertente da guidare. Scariche di adrenalina sono comunque assicurate in entrambi i casi.
Tutto questo si traduce in una tenuta di strada eccellente, provata purtroppo solo in pista, dove era stato preparato un percorso con un tratto di superficie super viscido. Ebbene, in uscita da una curva, con l’acceleratore premuto a fondo, la vettura ha avuto un accenno di sbandamento ed ha poi mantenuto l’assetto, quando ogni altra automobile, non equipaggiata con questi sofisticati sistemi elettronici, sarebbe partita in testacoda.

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