La Peugeot 2008 DKR a due giorni dalla meta

Ecco un giorno che, alla Dakar, ha dell’eccezionale. Non succede nulla di… eccezionale, nulla che non si sia già visto. L’ undicesima tappa della Dakar 2015 è così, e potrebbe passare alla storia per non aver detto nulla di nuovo. Insomma, una di quelle tappe che, se fosse venuta all’inizio del Rally, avrebbe messo in allarme. Ma ormai la Dakar ha tirato i remi in barca. Ora che il peggio è passato, che metà dei numeri di gara sono sbarrati, che colpi di scena e rivoluzioni, euforie e delusioni cocenti sono stati all’ordine del giorno per dieci giorni, finalmente la Dakar si placa e concede, indulge in una soleggiata giornata attraverso la pampa argentina. Le verità è che non c’è più molto da spremere, e il fantasma di un imprevisto mette una paura tale che nessuno più si azzarda a osare.

Tranne, per caratteristiche comportamentali diverse, Joan Barreda e Nasser Al-Attyia, non a caso i vincitori delle due ultime tappe che sono quasi la fotocopia una dell’altra. Barreda, fuori gioco dall’indomani della Marathon boliviana, ha rispolverato l’antica abitudine a vincere singoli scratch, e Al-Attyia, mai seriamente sotto pressione durante questa Dakar, perché troppo sensibile alla tentazione della lunga volata in stile WRC della Salta-Termas de Rio Hondo. Ma gli imprevisti continuano a colpire, a scoppio ritardato in conseguenza della durezza delle tappe precedenti, vedi i casi di Paulo Gonçalves che ha dovuto effettuare lo swap del motore con un compagno di Squadra durante la notte Marathon di Cachi, e Yazeed Al-Rajhi, che non è riuscito a partire da Salta per una problema alla testata della sua macchina. Secondo e terzo nelle rispettive categorie, entrambi vedono aggiungersi la beffa al danno, ora che mancano 1.000 chilometri alla fine della Dakar.

 

Naturalmente tende a guadagnare, in queste situazioni, chi ha avuto la lungimiranza di mordere il freno, per un motivo o per l’altro, dall’inizio del Rally. Per il Team Peugeot-Total le ragioni per non spingere dissennatamente erano insite nella consapevolezza che la Peugeot 2008 DKR, una macchina nuova e innovativa, non aveva potuto acquisire abbastanza ore di test, e nessuna di queste in gara, e che la Dakar del debutto sarebbe stata affrontata in ogni caso con l’obiettivo di recuperare quelle ore valorizzate dallo spessore dell’impegno. L’atmosfera in seno al Team, sempre serena, ha codificato l’ottimismo delle prime ore in una sorta di consistenza che è l’evidenza più promettente per il futuro della 2008 DKR, soprattutto ora che l’attuale assetto tecnico della concorrenza sembra essere al capolinea. È probabile, quindi, che Peugeot sia tornata alla Dakar con una scelta di tempi pressoché perfetta. La 2008 DKR ha già raggiunto un livello di affidabilità soddisfacente, e “naviga” senza sforzo nel riflesso della costanza di rendimento che un pilota come Peterhansel può garantire. Il quinto posto conquistato da Monsieur Dakar, settimo risultato tra i primi dieci in undici tappe, ne è la prova.

 

Stephane Peterhansel: “Ancora una Speciale da WRC, con caratteristiche ancora più marcate. Inutile andare a cercare dei guai ora che mancano due tappe alla fine. L’occasione per conquistare almeno un podio, se non la vittoria, l’ho avuta due giorni fa, e l’ho “bruciata” per pura sfortuna. Non avrebbe senso andare a cercarne un’altra, in particolare ora che le due tappe che restano sono ancor meno adatte alla nostra due ruote motrici. Riprendiamo coscienziosamente il nostro lavoro di collaudo teso ad accumulare esperienza e dati, serviranno nell’immediato futuro per lo sviluppo della 2008 DKR. Essere qui a 1.000 chilometri dalla fine è già un successo enorme, che premia il lavoro meraviglioso di tutti i tecnici che hanno lavorato alla macchina”.

Cyril Despres: “Oggi non ho imparato nulla di nuovo, diciamo che ho “ripassato” la lezione di guida su un percorso tipicamente e tradizionalmente WRC. La lezione di oggi è andata benissimo, e saperne di più rispetto soltanto a ieri, quando mi sono presentato al via completamente digiuno in materia, mi ha aiutato a capire e sfruttare meglio le caratteristiche e il potenziale della 2008 DKR, e sono riuscito a divertirmi molto di più alla sua guida. Non credo che avrei potuto fare meglio”.

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