I Leoni della Peugeot 2008 DKR si raccontano

È un giorno che la Dakar copre una larga area sudamericana in una sarabanda agonistica senza precedenti. Per gli appassionati e per i piloti è il regalo della Dakar per un giorno in configurazione memorabile. Ben tre gli scenari contemporanei.

 

Le auto sulla seconda parte della Marathon di ritorno dalla Bolivia, le moto al primo dei due giorni senza assistenza in direzione Uyuni, e a Sud di Iquique gli Elefanti del deserto sulla ultima parte della loro Marathon. Si fa fatica a seguire le vicende, e se ne è richiamati dalle sensazioni di una giornata speciale.

 

Partono per prime le vetture. Lo spettacolo è epopea cinematografica, ricorda la distesa del Lago Salato che per definizione motoristica è il tempio della velocità, Bonneville. Le auto partono in linea, a gruppi di cinque contemporaneamente all’abbassarsi di una bandiera. Davanti a loro 130 chilometri profilo altimetrico zero, bianco, accecante, che annulla il senso dell’orientamento e, soprattutto, della velocità. Cinque macchine divorano costantemente affiancate la distesa del Salar di Uyuni sfiorando il break del limitatore. Poi la speciale sale verso le Ande, le supera, viene neutralizzata per un lungo tratto e si conclude con la picchiata giù dal tobbogan di sabbia della Grande Duna di Iquique. Spettacolo puro.

Per le Peugeot 2008 DKR al debutto e per i suoi equipaggi la Uyuni-Iquique è una giornata esaltante. Stephane Peterhansel, rassicurato dalla perfetta tenuta della macchina al termine della prima frazione Marathon, non resiste alla tentazione di provare il bolide sulla distesa salata del Salar, e per una volta va a vedere dov’è il plafond della 2008 DKR. Nessun avversario davanti, solo a lato, a destra e sinistra, l’eccellenza meccanica degli ultimi anni nelle mani di Al-Attyia e De Villiers. Col gruppo di testa per tutta la prima parte della Speciale, Stephane si cala nella parte più importante di collaudatore dello sviluppo Peugeot Sport e “leva”progressivamente  gas concedendo terreno agli avversari, ma all’arrivo a Iquique irrompe con l’euforia del pilota soddisfatto nell’inerzia della mattina ansiosa del Direttore di Peugeot Sport, Bruno Famin, e finalmente al “Clan” Peugeot-Total è gioia totale. 

 

Passano i minuti, si aspetta il secondo pilota, il “novizio” con cinque stelle sulla tuta, ma quella da motociclista. Cyril Despres scende dalla duna vertiginosa in una nuvola di polvere, attraversa gli scrosci di applausi della babele sudamericana assiepata lungo il corridoio d’arrivo, taglia il traguardo ed entra al “bivacco”. Spegne il motore, e a Bruno Famin che si avvicina al piccolo oblo-presa d’aria al finestrino della 2008 DKR manda incontro per prima cosa la mano sinistra con il pollice alzato. Missione compiuta, la Marathon, il Salar di Uyuni, il test di endurance sono vinti.

Stephane Peterhansel: “Ieri è stata una giornata speciale ma per certi versi critica. Pioggia e grandine, vento e fango. Oggi è stata una bella tappa, con una speciale semplicemente stupefacente. Quattro diverse macchine affiancate alla massima velocità per 130 chilometri. Questa è adrenalina. Sfruttare la scia, “togliere”  un pelo e far scivolare la macchina sui due-tre cambi di direzione, di nuovo a 160, 180 chilometri all’ora. 2008 DKR perfetta, al bivacco di Uyini abbiamo cambiato le gomme, pulito i radiatori e “bastà”. Poi la grande volata di oggi, inebriante, lunghissima, senza un solo piccolo problema, neanche il mal d’altitudine sulla distesa di quel Paese, la Bolivia, che è più vicino al cielo!”.

Cyril Despres: “Sta diventando la gara degli aneddoti. Non riesco ancora a ricordare una sensazione così strana come vedere attraverso la polvere il suolo bianco di grandine. La speciale di oggi, la ricorderò per la partenza in linea, e per tutti quei chilometri tentato dalla massima velocità di un modo di correre che non conosco ancora bene. Bellissimo, e tutto molto bene, senza problemi, come volevamo che fosse. Ah, sì, la bellezza della tappa di oggi stava per farmi dimenticare l’errore che ci ha portati all’insabbiamento di ieri, che mi ha portato via un po’ di tempo a spalare. Non lo avevo mai fatto con le moto!”.

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