MotoGP 2016: Le pagelle di Le Mans

MotoGP, Le Pagelle di Le Mans 2016

La MotoGP 2016 piace sempre di più. 12 punti di distanza tra i primi tre piloti, una situazione che porta in alto lo spettacolo e che non sembra voler prendere una piega univoca. Nonostante le molte cadute, è proprio Michelin che bisogna ringraziare per un mondiale simile. Il fornitore di Clermont-Ferrand progredisce in fretta, e ad ogni Gran Premio offre soluzioni diverse a smuovere ulteriormente i valori in campo.

Sono proprio i pneumatici la chiave della gara, la “47” portata per il Gran Premio di casa infatti ha dichiarato buona parte di vincenti e vincitori. Il maiorchino torna ad essere Lorenzo-là-davanti, impressionante sin dal venerdì grazie all’alchimia perfetta tra pilota, moto e tracciato. Non impressiona come in Qatar, ma è un primo posto che vale oro. Valentino Rossi torna sui suoi passi, a quel 2015 che lo vedeva con una pessima qualifica compensata da un’ottima gara. Ducati torna a casa con un doppio zero, Marquez si sdebita verso gli avversari diretti.

Ecco le pagelle della MotoGP 2016 a Le Mans.

99-jorge-lorenzo-esp_gp_8503.gallery_full_top_fullscreen1° Jorge Lorenzo, 10: Eccolo il fine settimana del martillo. Lorenzo-là-davanti si prende le prove del venerdì, le qualifiche del sabato e la corsa di domenica. Esecuzione perfetta, dalla prima all’ultima curva. Torna in testa al mondiale e parte per l’Italia con le migliori aspettative, ma da qualche parte dev’esserci un tarlo che chiede cosa sarebbe stato se Iannone non fosse caduto o -non da meno- se Rossi fosse partito davanti. In ogni caso Jorge può dormire sonni tranquilli, almeno fino al momento in cui le grandi hospitality della MotoGP varcheranno i cancelli di Scarperia quando sembra ormai inevitabile che i tifosi si avventeranno sui piloti spagnoli.


2° Valentino Rossi, 8½:
Parte molto male il venerdì e la speranza di ripetersi gli 46-valentino-rossi-ita_gp_3893.gallery_full_top_fullscreensfugge tra le mani insieme alla nuova Michelin da 47 snobbata nelle prove, ma vincente. La gara di Valentino però è una perla rara sulla griglia della MotoGP, ormai sono in pochi a potersi permettere di partire settimi ed arrivare secondi. Oltretutto, i due sorpassi su Marquez prima e su Dovizioso poi -a poca distanza l’uno dall’altro- dimostrano che Rossi il passo lo aveva. Fortunatamente per lui i due sono caduti dopo, sviando ogni dubbio. Bella la dichiarazione “sono arrivato secondo perché la gomma spinnava sul rettilineo, altrimenti avrei vinto con margine…” chi ha orecchie per capire intenda.

3° Maverick Vinales, 8: Si tratta del primo podio in MotoGP per lui, così come per la Suzuki da quando è rientrata nel mondiale. È vero che davanti al Top Gun sono caduti in molti e che 14 secondi da Lorenzo sono troppi, ma ad arrivare terzo è stato lui e non uno degli altri 18 piloti che hanno fatto peggio dell’alfiere Suzuki. È un podio che può aiutare lo spagnolo a livello mentale, quando l’annuncio del matrimonio con Yamaha sembra più che mai vicino.

DNF Andrea Iannone, 4½: Dopo prove libere passate in testa ed una qualifica che lo ha visto secondo solo al maiorchino, l’abruzzese parte bene e supera -con cautela- il compagno di squadra, mettendosi all’inseguimento di Jorge. La Ducati è rinata, può lottare per la 29-andrea-iannone-ita__gp_2455.gallery_full_top_fullscreenvittoria e dare spettacolo, ma Iannone cade dopo aver recuperato quasi mezzo secondo a Lorenzo al settimo giro. Ci ha provato, poteva riuscirci ed ha avuto troppa foga. Troppa per la situazione in cui si trova. Era Kenny Roberts a dire che ad un pilota veloce puoi insegnare a non cadere, ad uno lento non puoi insegnare ad essere veloce. Lui fortunatamente è della prima categoria.

DNF, Andrea Dovizioso, 4: Un secondo posto e quattro zeri, vuoi per gli altri o vuoi per la moto. Il povero Dovi lo aveva dichiarato prima della gara, l’importante è arrivare in fondo e la cosa non è da dare per scontata. Si trovava in terza posizione, dietro a Rossi e davanti a Marquez, quando ha perso l’anteriore della sua GP16 sdraiandola sull’asfalto di Le Mans. Un vero peccato per lui e per Ducati , che al Mugello tenterà di vincere ancora. Cosa facciamo al Gran Premio d’Italia, Gigi? Quello che facciamo sempre Andrea, proviamo a conquistare il podio.

DNF, Marc Marquez, 4: Il pilota di Cervera sembra lontano anni luce dal “Magic Marquez” di Claudio Costa, pronto ad abbattere ogni record e diventare il nuovo fenomeno assoluto. Ha deciso di guidare la sua Honda sopra ai problemi ed allo stesso tempo di non rischiare per farlo, ma evidentemente è troppo anche per lui. Vero, la RC213 non è una moto ben calibrata, ma le colpe sembra che siano da imputare proprio al suo pilota di punta, fuorviante nello sviluppo anche secondo Dani Pedrosa.93-marc-marquez-esp_gp_3025.gallery_full_top_fullscreen

4°, Dani Pedrosa 6½: Al centro delle voci di mercato per il suo possibile passaggio a Yamaha, il fantino di Sabadell sembra -con le debite proporzioni- il Marco Melandri del 2015: finisce le gare, prova a spiegare le sue (pessime) sensazioni sulla moto ed appare sempre più stanco ed irritato. In Honda non viene preso in considerazione per lo sviluppo e, secondo alcune persone interne al team, la moto è sprecata nelle sue mani. Invece Pedrosa non farà il buono ed il cattivo tempo, ma in entrambe le situazioni riesce a rimanere in sella portando a casa i punti. Odissea o purgatorio che sia, così non può andare.

5° Pol Espargarò, 6: regola per l’ennesima volta il compagno di squadra (caduto) e si fa vedere bene in prova. La riconferma nel Team di Herve Poncharal e la pista di casa hanno fatto bene a Polyccio, ma si tratta comunque di un tracciato in cui la sua moto si adatta particolarmente bene.

6° Aleix Espargarò, 5: dietro al compagno di squadra e dietro anche al fratello minore, Aleix cerca di riprendersi ma al momento -diversamente dal 2015- i limiti sono del pilota più che della moto.

7° Danilo Petrucci, 8½: Il Petrux ha corso la sua ultima gara a Valencia 2015, ma si è fatto trovare pronto nonostante l’infortunio alla mano. Non ne vuole sapere di mollare la posizione ad Hector Barberà (8°) e risponde con tutto il cuore senza risparmiarsi.

Michelin, 8: Il marchio francese ha riportato sulla bocca di tutti l’incognita dei pneumatici. Bene o male l’importante è che se ne parli, la realtà però è che Michelin stà lavorando giorno e notte per rendere le gomme più sicure e performanti. E ad ogni appuntamento stupisce un po’ tutti.

Spettacolo, 7: Se non fosse per l’ultimo giro tra Petrucci e Barberà, la seconda parte di gara sarebbe servita ad intervistare Team Manager e piloti sfortunati, ma la prima parte -diciamo prima che cadessero Dovizioso e Marquez- è stata molto combattuta.

La prossima gara sarà il 22 maggio 2016, in quel Mugello che quest’anno sembra verso la via del tutto esaurito e dove purtroppo sarà anche il pubblico a trovarsi un voto.

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