Paolo Andreucci: l’importanza dell’affiatamento col proprio navigatore

“Nello sport il gioco di squadra è un elemento molto importante per il risultato ed anche il rally non fa eccezione. Questo sport, solo all’apparenza è fatto di piloti individualisti e scavezzacollo pronti a gettarsi a tutta velocità in tratti di strada ove chiunque, con un minimo di senno, procederebbe con prudenza. Il gioco di squadra, infatti, non solo con i tecnici e meccanici del suo team ma anche e soprattutto con il suo navigatore. Il pilota deve vivere in simbiosi con la persona con cui condivide l’adrenalina di una gara. Il navigatore ha quindi un ruolo chiave nel risultato finale.

Probabilmente, in pochi lo sanno, ma io stesso ho debuttato nei rally da navigatore, ruolo in cui ho disputato ben sei gare, le prime della mia carriera. Proprio per questo motivo, conosco bene le difficoltà del ruolo, la concentrazione e l’attenzione che si deve avere per fornire le giuste indicazioni al pilota. Un lavoro che non si limita solo ai minuti di prova speciale, ma che comincia da molto prima di salire in vettura e finisce solo a gara terminata.

Lo ammetto, noi piloti durante una giornata di prove abbiamo anche modo di prenderci delle piccole pause, di staccare il cervello ogni tanto ma il navigatore no, non ha il tempo di rilassarsi neanche un minuto, è sempre super concentrato, attivo. Nei trasferimenti tra una speciale e l’altra io molte volte mi limito a condurre la nostra Peugeot 208 T16 mentre Anna, invece, è continuamente iperconcentrata. Si divide tra la lettura del roadbook in mezzo al traffico delle strade aperte, il controllo della tabella dei tempi per fare una prima riflessione sul risultato e sulle tattiche di gara, le telefonate ai vari ricognitori sulle prove per capire quali siano le condizioni meteo, lo stato del fondo che troveremo, gli pneumatici che dovremo montare. Non è affatto semplice.
Una domanda non scontata che spesso mi sento fare è “come scegliere il navigatore?”. Complicato, davvero complicato.

Sicuramente il primo consiglio è di seguire sempre l’istinto ed il feeling che si percepisce. Si sta molte ore in macchina e l’armonia all’interno della vettura è fondamentale; la reciproca conoscenza evita incomprensioni. Se in auto si compiono degli errori è importante analizzarli, chiarirli e capirli. Il secondo consiglio è individuare quelle che si ritengono debbano essere le caratteristiche fondamentali e qui è molto soggettivo.
Quando ho saputo che Anna era una sciatrice di alto livello, la mia scelta nei suoi confronti è stata ancor più convinta. Avendolo fatto anch’io a livello agonistico, so che è uno sport che richiede grinta, coraggio e spirito di sacrificio. Le stesse qualità che servono nei rally. L’esperienza non era un requisito fondamentale, anzi, poter avere una persona al fianco da formare partendo quasi da un foglio bianco ero convinto che mi avrebbe aiutato a trovare quella simbiosi di cui ho parlato. La nostra storia professionale e sportiva di tutti questi anni mi porta a pensare che sia sta la scelta migliore che potessi fare. E quanto al feeling e all’armonia forse abbiamo esagerato. Fino a diventare compagni non solo in macchina ma anche nella vita. Insomma, il rally ed il lavoro noi ce lo portiamo anche a casa…”

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