Ferrari F430: Test Drive

Ferrari F430: Test Drive. A Maranello ci tengono a sottolinearlo: l’evoluzione che si è concretizzata con il passaggio di consegne tra la F430 ed il modello che l’ha preceduta è nettamente superiore rispetto a quanto accaduto nel “lontano” 1999 tra l’affascinante F355 e la aggressiva F360 Modena.
Leggendo tra le righe, i più sportivi avranno sicuramente dedotto che l’ultima nata tra le otto cilindri Ferrari fissa nuovi riferimenti prestazionali all’interno della sua categoria, ma è anche importante sottolineare come la massiccia iniezione di tecnologia derivata dalle competizioni abbia reso molto più semplice, rispetto al passato, la guida di una vettura così estrema sulle strade di tutti i giorni.
Figlia del vento La linea muscolosa e personale della nuovissima Ferrari F430 nasce dalla collaborazione tra le matite di Pininfarina e Frank Stephenson – responsabile del design Ferrari – ed è frutto non solamente dell’estro stilistico ma di precise necessità meccaniche ed aerodinamiche imposte dal team di tecnici che ha curato l’aspetto dinamico della vettura.
Il risultato è a dir poco eccezionale e non rinuncia a precisi richiami al passato, come nel caso delle prese d’aria anteriori ogivali, estremamente simili a quelle della 156 F1 Campione del Mondo 1961 con Phil Hill, o le bocchette che spuntano nella parte alta della zona posteriore sostanzialmente simili a quelle della antenata 250LM.
Ma non c’è solo passato nelle forme della F430, ma anche tanto presente: i gruppi ottici, anteriori e posteriori, ricordano per certi versi quelli della “sorellona” Enzo così come il generoso estrattore d’aria inferiore studiato per velocizzare i flussi d’aria che scorrono sotto la vettura risucchiando la F430 al suolo alle alte velocità.
Completano l’opera quattro splendidi cerchi in lega da 19” a cinque razze sdoppiate, che uniscono ad elevati valori di rigidezza e leggerezza il classico design Ferrari, e dettagli particolarmente raffinati, come lo specchio retrovisore lato guida che integra in bassofondo la sigla F430 o il cofano motore dotato di una parte superiore in cristallo…pensato per trasformare in una autentica opera d’arte tutti gli elementi del propulsore V8.
Otto cilindri per 490 CV! Il cuore che spinge la F430 è un nuovo V8 di 90° caratterizzato dalla tipica architettura Ferrari con albero piatto (180° tra le manovelle).
Rispetto a quanto proposto dalla F360 Modena, il miglioramento in termini di peso, prestazioni, ingombri e peso è notevole: giusto per fare qualche esempio, pur con una cilindrata aumentata del 20% (da 3586 cc. a 4.308 cc.), il peso è stato ridotto di 4 kg con un miglioramento prestazionale pari al 25% della coppia e del 23% per quanto concerne la potenza…per un totale di 465 Nm a 5.250 giri e 490 CV ad 8.500 giri.
Il merito di questi risultati è da ricercare, tra gli altri, nel nuovo disegno delle testate a quattro valvole per cilindro, nel sistema di fasatura variabile rivisto, nel nuovo comando di distribuzione a catena in luogo del precedente a cinghie/ingranaggi e nella rivisitazione dei condotti di aspirazione. Da segnalare inoltre che, nonostante i valori in gioco, il nuovo V8 è perfettamente in regola con le rigide normative antinquinamento Euro4.
Al nuovo propulsore è abbinato un cambio manuale a sei rapporti ma è possibile richiedere, con una differenza di 7.500 euro, l’eccezionale cambio elettroattuato F1, che velocizza e rende molto più semplici i cambi marcia.
Le prestazioni, ovviamente, sono da brivido: 315 km/h la velocità massima, 4 secondi netti per il classico 0-100km/h, 11.95 secondi per coprire i 0-400 metri ed appena 21.60 secondi per tagliare il traguardo dei 1000 metri con partenza da fermo…
Il differenziale dei miracoli! Ma la chicca tecnologica della F430 è il nuovissimo differenziale E-Diff a controllo elettronico. Si tratta di una soluzione utilizzata da anni in F1, in grado di gestire e scaricare a terra coppie elevatissime assicurando la massima motricità in uscita di curva limitando i pattinamenti del retrotreno.
La ripartizione “intelligente” della coppia alle ruote avviene tramite l’attuazione idraulica di un pacco di dischi frizione e dei relativi dischi di reazione. Un sistema molto complesso, che funziona in simbiosi con il controllo della trazione e di stabilità assicurando notevoli vantaggi in tema di prestazioni assolute e facilità di guida.
Eccola, finalmente! Dopo aver perso gli occhi sulla cartella stampa e sui video proiettati senza interruzione in sala d’attesa – uno di questi dichiara una differenza di 3 secondi! tra F360 Modena e F430 sulla pista “casalinga” di Fiorano… -, ci viene finalmente consegnata la chiave della “creatura”…che attende a pochi passi nel parcheggio di servizio.
E’ indubbiamente un “bel vedere” la F430 ed è impossibile non rimanere a bocca aperta di fronte di una così perfetta sintesi di tecnologia e tradizione: quella che potrebbe essere considerata “solamente” una profonda evoluzione del modello precedente, infatti, è in realtà una vettura nuova al 70%, sviluppata secondo le indicazioni della futuristica galleria del vento progettata da Renzo Piano senza mettere da parte inequivocabili quanto romantici richiami al passato…
Un click sulla chiave attiva la chiusura centralizzata: non ci rimane che aprire la porta tirando la piccola leva posta nella zona superiore della porta. Si scopre un mondo fatto di sportività ma anche di estrema eleganza, frutto di una scuola di pensiero “montezemoliana” estremamente gradita alla clientela del Cavallino…sempre più attenta all’aspetto qualitativo oltre che prestazionale delle vetture.
Pregiatissima pelle ricopre i sedili, i pannelli porta, le zone laterali della plancia, alcuni dettagli del tunnel centrale ed, ovviamente, i sedili. Il gioco di contrasti che nasce tra le tinte scure della plancia ed il chiarore dei sedili è davvero emozionante e ben si sposa con la finitura in alluminio – scelta in luogo di quella in carbonio – della consolle centrale e delle bocchette dell’aria. Ovviamente, tutti i dettagli presenti sul modello protagonista della nostra prova possono essere personalizzati in base alle esigenze di ogni cliente, secondo un programma che gli stilisti di Maranello chiamano “Scaglietti”.

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