ambiente sicurezza: Codice sicurezza

Il nuovo Codice della Strada approvato dal parlamento pochi mesi fa, in fatto di sicurezza stradale prospetta nuove politiche risolutive per favorire uno sviluppo urbanistico, dove la viabilità sia concepita a “misura d’uomo”. Ritroveremo ancora quelle che vengono definite “aree a traffico limitato”, che di fatto sono delle ampie zone urbane collocate in corrispondenza di edifici di pubblica utilità o di scuole, dove la circolazione stradale è consentita senza limitazioni solo a mezzi pubblici o veicoli di soccorso ed agli automezzi dei residenti, mentre gli altri veicoli possono accedervi solo all’interno di determinate fasce orarie per le operazioni di carico e scarico delle merci. Questa soluzione persegue, quindi, un obiettivo di selezione qualitativa dei mezzi circolanti, senza però porre alcun limite di velocità per i veicoli autorizzati a circolare, se non quello generico urbano di 50 km/h.

Con l’attuazione della “zona 30”, invece, la limitazione non riguarda i veicoli, ma la loro velocità consentita all’interno di un’area ben delimitata. In questi casi, con l’ausilio di elementi architettonici quali rotatorie, dossi, dissuasori di velocità, semafori in corrispondenza degli attraversamenti pedonali, si cercherà di indurre i conducenti dei veicoli privati a rispettare il rigido limite di velocità, mentre sono previste corsie agevolate e preferenziali per i ciclisti ed i mezzi pubblici. Infine è prevista la creazione di “zone residenziali” che si configurano come vastissimi spazi urbani ad alta concentrazione abitativa da sottoporre ad un più rigido regime di comportamento stradale. Il principio è che la priorità in queste aree spetta a pedoni e ciclisti, pertanto l’automobilista viene indotto, anche in questo caso con restrizioni di natura architettonica e con limitazioni sia di velocità che di natura qualitativa dei veicoli, ad adattare i propri comportamenti di guida in modo da garantire la priorità a questi utenti.

Accanto a queste misure, l’articolo 36 del nuovo Codice della Strada prevede anche l’approvazione delle Direttive dei Piani Urbani del Traffico, che costituiscono una sorta di piano regolatore viabilistico che ciascun comune con più di 30.000 abitanti deve obbligatoriamente predisporre per migliorare costantemente nel tempo le condizioni della circolazione stradale per i veicoli privati, ma soprattutto anche per il piano generale di trasporto pubblico urbano. Gli obiettivi del P.U.T., quindi, dovranno focalizzarsi sia sulla gestione ottimale degli spazi stradali, sia sulla riduzione dei fattori inquinanti e, non ultimo, prendere in considerazione la razionalizzazione ed il miglioramento del trasporto pubblico urbano, ponendosi come leggi quadro di ampio respiro per definire in modo concreto un trend di crescita della qualità della vita per i residenti urbani.

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