Chevy HHR

Chevrolet HHR. Con quelle linee morbide eppure muscolose e i parafanghi in netto rilievo rispetto alla linea della fiancata, la Chevrolet HHR sembra uscita da un film ambientato negli anni Cinquanta e in effetti il suo design si richiama dichiaratamente al modello Suburban del 1949.
Born in the USA Con queste premesse, lo stile non poteva che essere inconfondibilmente a stelle e strisce, a partire dall’ampia calandra frontale tutta cromata.
Belli anche i cerchi in lega da 17 pollici, che contrastano in modo felice con il design “’d’epoca” della vettura. Il tutto è racchiuso in una carrozzeria lunga 4472 mm, dunque con dimensioni relativamente compatte per gli standard americani. Nell’insieme, secondo uno schema già seguito da Chrysler con la PT Cruiser, l’HRR recupera in modo felice alcuni tratti salienti delle auto americane degli anni ’50 per cercare di distinguersi sulle strade di oggi.
Razionalità e versatilità A dispetto del design retrò, comunque, l’HHR vuole essere una vettura moderna e versatile. Il suo abitacolo, quindi, può accogliere cinque persone mentre la capacità di carico può arrivare a 1787 litri. La disposizione dei sedili, inoltre, è ampiamente configurabile, consentendo di sfruttare al meglio lo spazio interno.
Disponibile con due allestimenti, per l’HRR sono previsti due propulsori, entrambi a quattro cilindri: si tratta di un 2.2 da 140 CV e 207 Nm di coppia massima e un 2.4 da 170 CV e 235 Nm. Di serie c’è un cambio manuale a cinque marce, ma naturalmente è possibile ottenere anche la trasmissione automatica.
Tra le dotazioni, in Chevrolet sottolineano la presenza di un nuovo servosterzo elettrico in grado di variare la propria azione in funzione della velocità, e la possibilità di scegliere tra due differenti assetti delle sospensioni, uno più votato al comfort, l’altro alla guida sportiveggiante.
Sul fronte della sicurezza, invece, i freni a disco sono solo sulle ruote anteriori mentre dietro troviamo un sistema a tamburo (scelta deprecabile anche per gli standard americani: che si tratti di un’altra, infelice citazione della storica Suburban?), con ABS e controllo di trazione di serie solo sull’allestimento più ricco.
Se diventa cattiva Appena presentata, l’HHR può già contare sullo studio di una versione sportiva, forte di una linea decisamente più grintosa. Davanti, infatti, la calandra cromata lascia il posto a una griglia scura, mentre sotto il paraurti compaiono un’ulteriore ampia presa d’aria e uno spoiler. I fendinebbia diventano assai più grandi e tutti i gruppi ottici acquistano plastiche scure. Davvero grintosi sono anche i cerchi, che calzano pneumatici ribassati, ma la modifica più spettacolare riguarda i montanti, che sono stati accorciati secondo un’usanza molto diffusa nel mondo del “custom” a stelle e strisce. Il risultato è un corpo vettura più basso, con una linea di cintura molto alta in rapporto alle superfici vetrate relativamente ridotte: nel parcheggio di Arnold’s, il mitico drive-in di Happy Days, avrebbe fatto un figurone!

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