Fiat nuova 500 history

A magnificare Fiat 500 non si sbaglia mai, ma pur cercando di mantenere il distacco obiettivo – sale del giornalismo in generale – non si riesce a guardare questa piccola utilitaria senza scucire un sorriso, senza rievocare ricordi lontani o, per chi è più giovane, immagini vicine, frutto di pellicole, di spot televisivi o di mode ormai sempre più legate al richiamo al passato. Il “cinquino” ha accompagnato un’epoca chiave della storia italiana, fomentando l’emancipazione del popolo italiano dal retaggio oscuro del dopoguerra. A 50 anni distanza dall’estate del 1957, anno del lancio della “Piccola grande vettura”, e in un’era di tv anche sui telefonini cellulari, di riprese e servizi realizzati ovunque, è divertente rileggere che: “Il lancio avvenne in grande stile. La televisione si installò nell’officina di Mirafiori in una caldissima sera di luglio…”. Da quella caldissima sera di luglio passeranno 18 anni e quasi 3,9 milioni di vetture costruite per arrivare ad un’altra caldissima giornata, il 4 agosto 1975: giorno in cui non più a Mirafiori ma alla SicilFiat di Termini Imerese (Palermo) verrà prodotta davvero “l’ultima”, almeno per la serie 1957-‘75, Nuova Fiat 500.
Genesi di un mito a quattro ruote La Nuova 500 non è stata soltanto una geniale intuizione di Dante Giocosa, così come la 600 e tante altre vetture da lui ideate. La 500 è stata soprattutto il frutto di una strategia di sviluppo e rinnovamento di gamma che la Fiat ha messo in atto già durante gli anni del secondo conflitto mondiale. Vittorio Valletta, amministratore delegato prima e dal 1946 presidente della società (dopo la morte del senatore Agnelli), chiese a Giacosa di cominciare ad impostare nuove vetture da mettere in produzione alla fine della guerra, mentre ancora su Torino infuriavano i bombardamenti alleati e negli uffici di Mirafiori si aggiravano gli “alleati-occupanti” tedeschi. Sono anni difficili, ma a quel tempo gli uomini avevano spalle veramente larghe. È soltanto all’inizio degli anni ‘50, e quindi a ricostruzione delle fabbriche ben avviata, però che a Mirafiori si comincia a lavorare seriamente su nuovi modelli. Nell’ordine: nel 1949 viene prodotta la Topolino C, l’ultima della serie, seguita dalla 1.400, una variante cabriolet della stessa 1.400, dalla 1.900 diesel, dalla Nuova 1.100 del 1953 e dalle sue derivate; nel 1952, poi nasce la sportiva 8 V e l’anno successivo un avveniristico prototipo a turbina. Insomma sono anni di fermento, di investimenti, di ricerca e, soprattutto, di risultati; ma sono anche gli anni delle due ruote, della Vespa e della Lambretta, che avviano il desiderio e la necessità di mobilità individuale degli italiani.

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