Master GT Maserati

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Scendere in pista con una Maserati è una sensazione forte, unica ed esclusiva. Se poi, a darti qualche dritta c’è l’ex-ferrarista Ivan Capelli, una giornata speciale si trasforma immediatamente in un evento carico di adrenalinica "magia".

Questa è l’aria che si respira nelle giornate del Master GT Maserati, mentre a bordo delle sportive del Tridente si apprendono i segreti della guida sicura ma allo stesso tempo veloce, senza dubbio il modo migliore per affinare le tecniche di guida in casi di estrema pericolosità senza dimenticare qualche giro di pista "tirato", con tanto di telemetria e camera-car, proprio come in F1!

Un giorno a Varano
Evidentemente, il fascino del Tridente e la sua tecnologia fanno i miracoli non solo nelle vendite e così, già ben prima dell’appuntamento fissato per le 8.15, la sala d’aspetto dell’hotel è già popolata di facce sorridenti e pronte ad affrontare una "dura" giornata in autodromo.

Dopo averci consegnato alcuni gadgets ed "un’importantissima" cassetta VHS, che useremo più tardi, l’organizzazione ci invita in aula, dove i professori, capitanati da Ivan Capelli ed il noto conduttore televisivo, ed ex-pilota di F1, Andrea De Adamich ci danno un caloroso benvenuto.

Capelli dimostra di avere non solo un piede pesante ma anche ottime doti oratorie, confermate anche dalle ricche telecronache della F1 sulla Rai, tanto che la "solita e noiosa" ora di teoria si trasforma in un’occasione unica per apprendere alcuni segreti da chi, di guida ad alto livello, se ne intende!

Sono passate da pochi minuti le 10 e finalmente si sentono rombare i V8, pronti a stupire con la forza di 390 puledri ed una coppia davvero micidiale.
Veniamo divisi in più gruppi e, fortunatamente perché non stavo più nella pelle, sono il primo a scendere in pista.
Il parco auto fa davvero gola, perché tutte in fila, quasi come al casello dell’autostrada in una giornata di esodo estivo, ci sono ben 8 Maserati pronte a togliere il fiato al passeggero di turno…

Si scende in pista
Entro nell’abitacolo della GT, davvero uno spasso per chi non ci è mai salito, e partiamo per un primo assaggio della pista di Varano, un toboga di poco meno di tre kilometri, che la coupè modenese sembra aggredire con la forza e l’eleganza di una pantera.

Durano poco questi giri, appena il tempo di memorizzare alcune curve e fare conoscenza con l’istruttore che poi ci seguirà per gran parte della giornata.

Una volta scesi dalla vettura, rientriamo ai box e ci concediamo una bibita fresca, giusto per sbollire i bollenti spiriti di un imminente ed emozionante turno in pista con una simile belva, da gestire con la facilità del "Cambiocorsa" ma anche un millimetrico controllo di freno ed acceleratore.

Pochi minuti e la voce della hostess mi chiama. Si parte, entro in macchina, regolo millimetricamente volante e sedile fino a cucirmi un posto guida su misura. Intanto l’istruttore inserisce la preziosa videocassetta nel registratore, preme "rec" e mi dice: "quando vuoi!"… freno premuto, un click con la mano destra e si parte.
La GT si muove, finalmente è nelle mie mani, ma trattengo la gioia, perché il manto stradale scorre velocemente anche se, già dopo poche curve, questa Maserati mi ricorda più la vettura di ogni giorno piuttosto che quel mostro che "credevo". Le virgolette ci vogliono assolutamente, perché è bastato sbagliare di pochi metri una staccata per capire come la GT del Tridente stia letteralmente volando e così vengo giustamente richiamato dall’istruttore che mi invita ad utilizzare con più attenzione i punti di staccata prestabiliti dai birilli, da rispettare al millimetro nei primi passaggi.
Con la GT impostata via software – c’è il pulsante normal/sport sul cruscotto – in modalità normal è veramente difficile compiere un errore grave, perché anche un’entrata in curva un po’ troppo "allegra" viene corretta con apparente semplicità dal sistema antisbandamento MSP.

Anche in uscita di curva la vita è piuttosto agevolata, perché il controllo della trazione taglia l’iniezione, nonostante l’acceleratore premuto al 100%, fino a quando l’assetto della vettura non sia perfettamente in grado di evitare spiacevoli sbandate.
In questa modalità, guidando "sporchi", si perde tantissimo tempo, perché i sensori elettronici sono tarati in modo da assicurare il massimo della sicurezza, rendendo tutto sommato facile, quasi come una comune berlina, la guida di questa potentissima GT.

I primi giri di pista sono fondamentali per fare conoscenza con le caratteristiche della vettura ed allo stesso tempo dare un assaggio delle nostre capacità all’istruttore, in modo da capire in quali campi concentrare le attenzioni nelle successive prove: nel mio caso, ad esempio l’istruttore ha notato una certa aggressività nell’uso del volante e del pedale del freno, causati quasi sempre da staccate un po’ troppo ritardate…

La pista di Varano è piuttosto semplice da memorizzare, ma è anche molto difficile capire quali possano essere le traiettorie corrette, così, una volta terminati i primi passaggi scendo e con la videocassetta ricordo nella mano destra e l’ennesima bibita nella mano sinistra ripasso nella mia mente le istruzioni dell’istruttore, perché poi ci sarà l’attesissimo esame della telemetria…

Come in Formula1
Proprio come in F1, infatti, il Master GT Maserati, mette a disposizione di ogni partecipante la propria telemetria, sviluppata su 5 righe corrispondente a 5 parametri ben diversi: velocità istantanea, giri del motore, pressione sul pedale dell’acceleratore, pressione sul pedale del freno ed angolo di sterzo, ai quali si aggiunge l’interessantissimo tempo sul giro rilevato.

Quello che ne viene fuori, è una sorta di "elettrocardiogramma" sul quale sono riportate, istante per istante ogni singolo movimento, che poi verrà accuratamente analizzato dal proprio istruttore e da Ivan Capelli in persona.
Rispetto ad un giro ideale, sportivo ma non estremo, fissato dallo stesso Capelli, alla fine del secondo turno di prove mancano all’appello ben 4 secondi. Un’eternità, non c’è che dire, e non è difficile capire, guardando i grafici, dove si è sbagliato e cosa c’è da migliorare.
Ivan però, ci lascia un filo di speranza quando accenna che quel tempo è stato ottenuto con la modalità sport e non, come nel nostro caso, in "normal"…

A scuola di controsterzo
Intanto il corso va avanti e ci spostiamo in un piazzale adiacente all’autodromo, "innaffiato" costantemente d’acqua. Qui ci aspettano due GT con cambio manuale ed ogni tipo di controllo elettronico disinserito. Due veri e propri "tori impazziti" da domare aiutandosi solo con il piede destro e "sane" dosi di controsterzo.
I primi passaggi sono davvero impossibili, eppure quando si vede un camera-car di una vettura impegnata in un rally è tutto così semplice…
Ma poi, una volta capito il trucco, tutto diventa più semplice ed i 390CV del V8 modenese diventano un abile alleato nell’opera di "recupero" del retrotreno, che non sembra proprio "interessato" a seguire le orme delle ruote anteriori.

Una volta terminato questo divertente esercizio, si torna in autodromo per saggiare le doti della Spyder, anch’essa protagonista, come la GT, del recente restyling incentrato su novità di tipo meccanico e software.
Il passo più corto di 22cm rende la Spyder decisamente più nervosa della GT, ed il quarto d’ora passato a controsterzare sul bagnato sembra essere un toccasana per non farsi sorprendere in questa situazione. Ma la vettura non è più nervosa solamente perché è più agile, ma anche perché il nostro istruttore, il rallysta Sergio Pianezzola, ha abilitato la funzione Sport.

Come annunciato da Capelli la vettura si trasforma: il Cambiocorsa, ora, è una "mitraglietta" pronta a sparare marce con estrema rapidità, con tanto di eccitante doppietta ad annunciare, in scalata, l’innesco del rapporto inferiore.
Anche il controllo della trazione parzializza in modo più naturale il gas ed, allo stesso tempo, anche la taratura delle sospensioni elettroniche si fa più rigida.
E’ davvero una sensazione bellissima poter correre così tanto, ed in tutta sicurezza, con una cabriolet, accarezzati dal calore dell’estate ed il rombo del propulsore decisamente più coinvolgente rispetto alla GT.

Anche in questo caso pochi giri, con tanto di camera-car e poi si torna ai box. Il prossimo turno sarà con la GT, in modalità Sport con tanto di telemetria.

Passa qualche decina di minuti e finalmente scendiamo in pista con la coupè slegata. Un vero e proprio "gioiello", perché il comportamento dinamico al limite è assolutamente neutro, l’elettronica permette di osare di più con il piede destro ed anche il sistema MSP lascia più libertà, tanto che alla fine del turno il tempo è di solamente di un secondo superiore al "riferimento".
Una bella soddisfazione non c’è che dire, frutto non solo di una vettura più performante ma anche di una guida decisamente più pulita e corretta, grazie a tutti i sapienti consigli degli istruttori.

La slide machine
Superato l’ennesimo test della pista, ci dirigiamo presso l’area riservata alla slide machine. Un esercizio di "equilibrismo" per pilota e vettura, perché questo attrezzo impartisce al retrotreno della vettura una rotazione casuale quanto ad intensità e direzione, ed è necessario concentrazione e una buona dose di velocità per riprendere la vettura che scivola su una lastra di materiale sintetico resa ancor più infida dalla pioggia d’acqua con la quale viene costantemente innaffiata.
Anche in questo caso il controllo risulta piuttosto difficoltoso ma grazie ai consigli degli istruttori tutto diventa più facile, tanto che alla fine, come nel precedente esercizio nel quale ci si cimentava in acrobatici controsterzi, tutto diventa un piacevole giochino dal quale è difficile separarsi…

Arrivederci al prossimo anno
Ormai il corso è praticamente finito, le facce sono stanche ma soddisfatte e non ci rimane che assaporare qualche giro di pista con le GT e le Spyder dotate di cambio manuale. Il vero trionfo della sportività classica, anche se, con tutto rispetto per il pur valido funzionamento di questo manuale, non c’è proprio paragone ne come facilità d’uso ne come tempi di cambiata rispetto al tecnologico Cambiocorsa.

Il corso termina con i saluti da parte di tutto lo staff e la consegna, da parte di Ivan Capelli, del "diploma", da appendere sulla parete più in vista del salotto!

Arrivederci al prossimo anno!

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