Mitsubishi Lancer SW: Test Drive

Mitsubishi Lancer SW: Test Drive. Lancer… Lancer. In quanti alzeranno la mano entro tre secondi per dire che è un modello di vettura della Mitsubishi? Perché dici Mitsubishi e pensi ad un fuoristrada. Perchè il marchio è inesorabilmente legato, nell’immaginario di tutti, alle grandi off-road: Pajero, per fare un nome che non ha bisogno di altri commenti, o LS200, uno tra i pick-up più belli in circolazione, o Pajero Pinin, il 4×4 griffato italiano, per arrivare al recente Outlander, sintesi di wagon sportiva e SUV.
Nome glorioso E, appunto, le auto? Ci sono, ci sono. Ma restano meno impresse. Chi si ricorda ad esempio della Mitsubishi Colt di vent’anni fa? Forse non molti, eppure quella due volumi compatta che negli anni Ottanta mostrava orgogliosa il marchio della casa dei tre diamanti, lasciò il segno. Due volumi modernissima (per l’epoca), con un’incredibile “plus”: aveva dieci marce. I cinque canonici rapporti infatti, grazie ad un selettore posto sul tunnel centrale, diventavano altrettante marce ridotte.
Oggi Mitsubishi, vuole dirottare di nuovo l’attenzione degli automobilisti su un’auto e punta su un nome glorioso: Lancer. Tra gli appassionati del genere evoca rally e titoli mondiali (quattro) con coppe alzate verso il cielo e champagne che bagna cofano e piloti. In realtà già Lancer è presente sul mercato con la serie Evolution, ma quest’ultima è un’emanazione diretta dei bolidi da corsa sullo sterrato. Questo nome invece accompagna anche la berlina e la station di tutti i giorni, con trazione anteriore e motori adeguati all’uso stradale. Quella che abbiamo appena testato.
La forza della normalita’ Quasi quattro metri e mezzo, molto bassa, fanaleria a sviluppo verticale nel posteriore nella wagon, che ricopre il montante del padiglione. Il muso, quando è stata lanciata circa un anno fa, sanciva la nascita del nuovo logo Mitsubishi: tridimensionale, molto “presente”, di quelli che restano impressi (vedi Outlander). Bella? I gusti sono gusti. A qualcuno potrà sembrare drammaticamente nuda e cruda, a qualcun altro invece “clean”, per usare un termine aeronautico: cioè pulita e senza fronzoli. Esattamente come si presenta l’abitacolo: funzionale e semplice. La forza della normalità, verrebbe da dire. Con particolari che spiccano tra gli altri, come il bel volante a tre razze (marchiato Momo) regolabile in altezza, e gli inseriti tipo alluminio che hanno il (duro) compito di rendere l’atmosfera a bordo sportiveggiante.
Effetto traino Provata a suo tempo su lunghi tratti del leggendario percorso dei Mille Laghi, e dell’Arctic Rally in Finlandia, la Lancer station wagon 2000 benzina 16 valvole da 135 cavalli è stata testata ora sulle strade nostrane, quelle di tutti i giorni, tra città e autostrada. Ha dimostrato un’insospettata silenziosità e fluidità di marcia. Leggerissimo lo sterzo, nonostante lì sotto ci fossero montati (di serie) grossi pneumatici da 195 con spalla molto ribassata, elastico il motore, anche se preferisce far salire l’ago del contagiri (la coppia massima si esprime tra i 4000 e i 4500 giri, situazione in cui il rumore del motore “entra” nell’abitacolo con decisione). Sul misto colpisce l’assetto rigido, considerando che siamo al volante di una familiare: anche su curve affrontate in velocità, e aiutandosi con il cambio, l’auto si corica pochissimo e segue traiettorie degne di una piccola sportiva. In autostrada è necessario sollevare il piede dall’acceleratore, per non trovarsi ben oltre i limiti di legge in pochi secondi. La nota dolente sono i consumi: elevati, in città naturalmente, ma anche sui percorsi extraurbani e in autostrada (a meno che non si decida di viaggiare a 110 all’ora).
E’ l’auto da segmento C, quello della Renault Mègane per intenderci. Di concorrenti in quest’area affollata ce ne sono molte, ma Mitsubishi punta anche sull’effetto-traino: il marchio dei fuoristrada, potrebbe essere il ragionamento che scatta automatico nel potenziale acquirente, non può che fare auto robuste e funzionali. Di quelle che durano. In questo senso, l’asso nella manica, è il pianale: la Lancer in pratica è appoggiata sullo stesso della Evolution. La 2000 sw costa 18.500 euro, c’è anche una 1.6 da 15.900, mentre i due modelli con carrozzeria a tre volumi costano 14.900 euro (il 1.3) e 15.900 (il 1.6, che ha lo stesso prezzo della versione di pari cilindrata con carrozzeria station wagon). E’ quest’ultimo il modello che secondo Mitsubishi assorbirà il 70% delle richieste.
Cercasi diesel E il diesel? No, grazie, dicono i responsabili dei tre diamanti: per fornirlo all’Europa, dovrebbe essere sostenuto anche dai mercati giapponese e statunitense, dove notoriamente si viaggia solo a benzina.
Una mancanza che potrebbe costare cara, in termini di vendite, a questo modello, tanto apprezzato in Nord Europa quanto ancora “oggetto misterioso” alle nostre latitudini. Dove ormai le motorizzazioni a gasolio la fanno da padrone e gli automobilisti nostrani sono poco inclini a barattare prestazioni notevoli – questa Lancer fa i 200 orari ( in terza marcia arriva a 150!) – con consumi importanti.

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