Speciale: Gpl, il carburante “verde”

Il Gpl, una soluzione che strizza l’occhio all’emergenza ambientale: è questo, in sintesi, il risultato di uno studio di Cnr ed Euromobility, Associazione italiana dei Mobility Manger, che assegna al Gpl, la medaglia del carburante ecologico. Secondo la ricerca, presentata a Roma in occasione del Sanit, mostra convegno sui servizi sanitari, una riduzione del 2% delle emissioni di gas nocivi nell’atmosfera, farebbe risparmiare circa 400 milioni di euro all’anno, in costi sociali dovuti all’inquinamento.
Migliorare l’aria è possibile E in questo senso, il Gpl potrebbe fare molto. Una generale trasformazione del parco auto in Gpl, produrrebbe una diminuzione del 76,53% nelle emissioni di ossido di carbonio, responsabili dell’effetto serra, dell’82,02%di ossidi di azoto e del 55,69% di particolato, più noto come Pm10, favorendo un generale miglioramento della qualità dell’aria.

A rendere più facile la conversione del proprio veicolo in Gpl, c’è anche un incentivo statale: la legge del 23 agosto 2004 n. 239 (“Riordino del settore energetico, nonchè delega al Governo per il riassetto delle disposizioni vigenti in materia di energia”), assegna un contributo di 650.000 euro alle persone fisiche o giuridiche (società, cooperative, enti) che trasformeranno la propria auto in Gpl, entro e non oltre 3 anni dalla data di immatricolazione.
Condizione indispensabile è che i veicoli siano utilizzati in conto proprio: sono quindi escluse le attività di trasporto in conto terzi. Il contributo, inoltre, viene erogato come sconto dalle officine che aderiscono all’iniziativa. Nonostante in Italia l’autotrazione a Gpl sia molto diffusa (si contano oltre 1.394.700 veicoli), esistono ancora alcuni ostacoli che sembrano allontanare la prospettiva di una generale adozione del carburante ecologico.

2.200 punti di rifornimento La rete di distribuzione, dotata di 2.200 punti di rifornimento e sviluppata specialmente nel nord Italia, sarebbe inadeguata a sostenere una domanda superiore a quella attuale. Un altro problema è la tassazione: l’accisa del Gpl per autotrazione è nettamente superiore a quella in vigore in Europa e nel mondo, attestandosi su 0,156 euro al litro rispetto a 0,068 euro dell’aliquota minima stabilita dalla Comunità Europea.
Senza contare, inoltre, l’incompatibilità del Gpl con le auto a gasolio, che rappresentano il 60% dei veicoli immatricolati ogni mese e la quasi totalità dei mezzi destinati ad uso e trasporto commerciale (pur essendo, questi ultimi considerati i nemici giurati dell’inquinamento, vista anche la scarsa diffusione dei dispositivi per limitare le emissioni nocive).

Basse emissioni Ma a vincere la sfida ambientale, tra i due carburanti, è senz’altro il Gpl, con una percentuale di ossidi di azoto immessa nell’aria inferiore del 99% rispetto al gasolio. Così pure per la quantità di Pm10 (-98%), risultato raggiunto finora soltanto dai motori diesel di ultima generazione dotati di filtri Fap introdotti da PSA (Peugeot e Citroen) e successivamente da altre marche. Performance positive, il Gpl le registra anche nei confronti della benzina, rispetto alla quale sono assenti il benzene e gli idrocarburi policiclici aromatici, mentre gli ossidi di azoto sono inferiori del 68%. Basse sono anche le percentuali di zolfo, come quelle di ossido di carbonio che si riducono del 20%. Risultano superflui, infine, gli additivi chimici aggiunti al carburante per migliorarne le prestazione (un esempio è la benzina verde che contiene percentuali di Mbte, una pericolosa sostanza che sostituisce il piombo). Sono queste alcune delle caratteristiche che permettono di premiare le auto a Gpl, esentate dal rispetto delle ordinanze di blocco o limitazione del traffico per motivi ambientali, perché considerate ecologicamente compatibili.
Le case automobilistiche purtroppo non sono riuscite a sensibilizzare la clientela sedotta dal diesel dalle stesse massicce campagne pubblicitarie che ne esaltano prestazioni e risparmi, omettendo i lati negativi (anche rispetto al benzina!).

Ampia scelta tra i modelli in commercio Per chi desidera una vettura a gpl la scelta comunque non manca: sono ben 19 i modelli disponibili, dalle citycar come Citroën C3 a multispazio e monovolume medi come Opel Zafira o Citroën Xsara Picasso, oltre che berline e station wagon ad alte prestazioni come Volvo S60, S80 o V70, e Sport Utility come Subaru Forester o Mitsubishi Outlander. A queste bisogna poi aggiungere tutta la gamma Chevrolet, la vecchia Daewoo che ha cambiato il nome proprio quest’anno. Fiat punta invece all’ancor più ecologico metano con le proprie Punto, Ulysse e Doblò. Altra alternativa giunge dalle vetture ibride (benzina + elettrico) dove troviamo già in commercio la Toyota Prius (Auto dell’Anno 2005) e la Honda Civic IMA. Per l’idrogeno invece bisognerà attendere almeno un lustro, forse due !
Il Gpl appare comunque la miglior soluzione per le vetture non ancora catalizzate (ve ne sono ancora 11 milioni) e per le vetture con oltre sei anni poiché il cambio con una vettura nuova sarebbe assai impegnativo e la trasformazione benzina – gpl appare assai conveniente anche sul versante del portafoglio. Per i vecchi diesel l’unica soluzione è la immediata rottamazione, confidando che lo Stato e le Amministrazioni Locali vogliano fornire tangibili agevolazioni a chi voglia disfarsene.

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