Catalizzatori e Filtri antiparticolato

L’obiettivo di questo nostro speciale è quello di ribadire che l’invenzione dei filtri antiparticolato ha reso un certo contributo al tema della mobilità eco-compatibile, in altre parole, l’aria delle nostre città con l’introduzione di questo dispositivo e il suo inserimento tra i requisiti essenziali dei diesel “Euro-compatibili”, è destinata, anche se poco, a migliorare. Questo, per lo meno, è il pensiero diffuso. Siamo coscienti di non essere di fronte alla soluzione dei problemi ambientali, e siamo altrettanto coscienti che il problema non sono solo le auto (leggasi impianti di riscaldamento delle case, produzione industriale o vetusti veicoli commerciali per esempio), ma ogni passo in avanti per noi va pubblicizzato e reso noto ai nostri lettori, presentando peraltro non solo i pro, ma anche i contro di queste innovazioni.

Il FAP e il particolato
Sorvolando il tema dei catalizzatori – un argomento ormai trattato abbondantemente -, ci concentriamo sui cosiddetti filtri antiparticolato. In particolare la sigla FAP significa Filtro Attivo anti Particolato ed è un dispositivo che per la prima volta (su un veicolo di serie) è stato adottato dal Gruppo Peugeot-Citroen, iniziando così un circolo virtuoso di “pulizia” dei propri diesel che ha portato il Gruppo francese al lancio di motorizzazioni diesel davvero eccellenti dal punto di vista dei consumi e, per l’appunto, delle emissioni di particolato. Le fonti di generazione del particolato (PTS, PM10, PM2,5 ) sono molte e dipendono sia da eventi naturali che dalle attività antropiche. Diversamente dagli altri inquinanti, il materiale particolato è una miscela nella quale la grandezza delle particelle e la loro composizione chimica varia da luogo a luogo proprio in ragione delle caratteristiche delle fonti di emissione dominanti. Il fattore di generazione principale è costituito dai processi di combustione che a grande scala sono rappresentati da fonti naturali (i vulcani per esempio) o da fonti antropogeniche come le grandi centrali termoelettriche o i grandi impianti industriali. Nelle città entrano in gioco il riscaldamento civile e domestico e, soprattutto, il traffico veicolare. Ma vi potrà sorprendere sapere che non sono solo i gas di scarico a produrre particolato, ma anche l’usura dei pneumatici e dei freni: naturalmente l’attenzione principale va focalizzata sugli scarichi.

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