Piaggio MP3 ibrido – Test Ride

Piaggio MP3 ibrido – Test Ride. Piaggio ha sempre avuto la vocazione a precorrere i tempi, è un “brutto vizio” che proprio non riesce a togliersi. Nell’Italia del dopoguerra alcuni avevano la bicicletta, pochi la macchina e quasi nessuno la moto, si camminava a piedi e si sognava un mezzo di locomozione facile, economico ed agile, l’idea girava nell’aria, ma i primi a coglierla e a farla diventare un’icona mondiale furono proprio quelli di Pontedera con la mitica Vespa. Quando poi il mondo fu invaso di Vespa, via col Sì e col Ciao, modelli tanto famosi da poter vantare, come la settimana enigmistica, il maggior numero di tentativi di copia. Come ben sappiamo tra gli anni ’80 e i ’90 sono apparsi i primi scooter e da allora li abbiamo visti d’ogni forma e colore, spesso scimmiottanti la mitica Vespa, ma il succo era sempre quello. La vera nuova innovazione arriva col nuovo millennio e nasce così l’MP3, primo scooter a 3 ruote che vanta una stabilità fuori dal comune e stupisce per le raffinatezze tecnologiche che lo compongono. Mentre tutto ciò accade il pianeta si ammala, ci rendiamo conto di aver esagerato con le emissioni di CO2, di aver consumato milioni di litri di petrolio mettendo a rischio le scorte future e soprattutto che è necessario cominciare a darsi una regolata se non vogliamo soffocare tra fumi di scarico e particelle sottili. Così tutti cominciano a cercare di abbattere le emissioni dei motori, per rispettare le continue e sempre più rigide normative antinquinamento, ma la vera innovazione è ancora là da venire. Era ancora là da venire.
Proprio Piaggio, infatti, presenta finalmente il nuovo MP3 125cc.
Lo guardi, gli giri intorno, ti accovacci per vederlo da sotto, niente, è uguale al precedente! Si, il cavalletto è leggerissimamente più basso e la ruota posteriore più grande, c’è un nuovo adesivo vicino al logo dello scooter, ma è sempre lo stesso, il solito MP3. Così pare se vi limitate a guardare senza provare.
Effettivamente è inutile parlare di impianto frenante, di telaio, di grandezza dei pneumatici: in questo effettivamente è sempre uguale, quindi ci limiteremo a parlare della sostanza, che è completamente diversa: il cuore non è più un motore a benzina da 125cc, ma un motore a benzina da 125cc IBRIDO.
Una parolina in più, che rivoluziona completamente, però, il mondo della mobilità urbana.
L’MP3 Hybrid, infatti è un veicolo a doppia propulsione: un motore a combustione tradizionale, coadiuvato da un motore elettrico sincrono brushless a magneti permanenti. Lasciamo perdere le nomenclature tecniche, in buona sostanza questo scooter dispone di 4 modalità d’utilizzo, 2 che usano il motore a combustione e 2 che usano quello elettrico.
Quando lo si accende si aziona un pulsante e si può scegliere tra: elettrico, elettrico retromarcia, hybrid power e hybrid charge. Nella modalità hybrid power utilizzerete il classico motore a combustione da 15 cv a 8500 giri/minuto e, nonostante le emissioni siano limitatissime, non noterete differenza dal tradizionale 3 ruote Piaggio. Nella modalità elettrico, invece, disporrete di meno velocità e meno cavalli, ma la marmitta resterà perfettamente inutile e nell’aria non disperderete altro che il vostro odore: 0 emissioni, 0 consumi, 0 rumore. La modalità elettrico retromarcia è semplicemente ciò che dice il nome: la retromarcia elettrica, utile per parcheggiare o fare manovra. Certo l’utilizzo del motore elettrico consuma la carica delle batterie a ioni di litio, un po’ come stare al cellulare ne consuma la carica. Arrivati a casa aprirete la sella e spunterà fuori un cavo che, collegandolo ad una presa di corrente, ricaricherà la batteria. E se la batteria si scaricasse mentre siamo ancora in marcia? Ecco allora che torna utilissima la funzione Hybrid Charge che ricarica la batteria semplicemente mantenendo una velocità costante mentre si marcia utilizzando il motore termico tradizionale.

Prova su strada
L’MP3 è lì che ci aspetta, dritto in piedi, senza poggiare su alcun sostegno o cavalletto, aspetta solo di essere provato. Giriamo la chiave, apriamo il vano posteriore dove abbiamo riposto il casco e saliamo. La modalità inserita è Hybrid Power e il motore gira come al solito, leviamo il freno a mano e diamo gas. Un sole particolarmente forte fa brillare il bianco perla del nostro mezzo e cominciamo così a gironzolare per la città, senza temere buche o curve, forti delle nostre 2 ruote anteriori che mantengono il corretto assetto in ogni situazione. Giusto se si volesse piegare un po’ si potrebbe incorrere in qualche problema, dato che il cavalletto (che comunque è presente) rischia di toccare facilmente in terra. Lo scooter va bene, ma non sembra diverso dal solito, se non fosse che con un tasto, mentre siamo in moto, cambiamo modalità e passiamo alla trazione elettrica. Lo scooter sembra che si sia spento, che ci stia lasciando per strada, in realtà è solo che quando usa la corrente elettrica non produce alcun rumore. Diamo “gas” e ci inoltriamo dentro un parco cittadino, dove i mezzi a motore non sono ammessi, ma il nostro sì.
La velocità massima non è la stessa che col motore a combustione, ovviamente, ma considerando che con la motorizzazione elettrica si percorrono isole pedonali e tratti non consentiti ai mezzi a motore, sembra anche giusto che la velocità non possa essere elevatissima. Un vigile ci guarda e subito si appresta a fermarci, ma come si rende conto che non stiamo andando a motore ci saluta benevolo invece di fermarci. Certo i pedoni non ci sentono arrivare, i piccioni non volano via al nostro sopraggiungere e proprio per questo di fianco al clacson troviamo un pulsante che aziona un segnale acustico molto più discreto del solito strombazzare, di modo che le persone si avvedano della nostra presenza senza saltare presi da uno spavento.
Gironzoliamo avanti e indietro per i viali del parco, godendo del tepore estivo, mentre sul cruscotto teniamo sott’occhio la carica residua della batteria e calcoliamo che in modalità elettrica possiamo percorrere alcune decine di chilometri, più che sufficienti per gli spostamenti nelle ZTL urbane o nelle zone precluse ai mezzi a motore.
Potremmo inserire la modalità Charge per ricaricare un po’ la batteria, ma invece preferiamo provare le colonnine, quindi ci avviciniamo ad una di queste e avendo aperto la sella innestiamo l’apposito spinotto, si accende la spia di ricarica e attendiamo. Certo, ci viene da pensare, a casa non abbiamo una colonnina per ricaricarlo e proprio per questo la Piaggio dota l’MP3 Hybrid di un adattatore per le normali prese di corrente. Decidiamo di ripartire, ma lo scooter non si accende. Cosa sarà successo? Diamo un occhio alla strumentazione e vediamo che un’apposita spia ci segnala che abbiamo dimenticato di scollegare la presa e riporla correttamente e solo quando si innesta la spina nell’apposito contenitore lo scooter riparte, evitando così che i più sbadati partano strappando il cavo o trascinandosi dietro le colonnine del comune.
Qualcuno potrebbe lamentare un’autonomia limitata in modalità elettrica, qualcuno una velocità di punta non eccessiva, ma bisogna considerare che siamo al primo esordio mondiale di uno scooter ibrido e che la tecnologia al momento non consente di poter fare centinaia di chilometri senza ricaricare. Va considerato inoltre che la modalità elettrica è utile per gli spostamenti nelle zone pedonali e ristrette al traffico e non intende sostituire la tradizionale alimentazione, non ancora, almeno. Che la velocità sia limitata a 40 km/h l’abbiamo già detto, è indispensabile se non vogliamo assistere a scooter che sfrecciano incontrollati in piazze del centro affollate dai pedoni.
Insomma, Piaggio ancora si distingue per la spinta propositiva verso un futuro più a misura d’uomo e rispettoso dell’ambiente, sfidando tutte le altre case su un terreno ancora non percorso da alcuno, oltretutto con risultati a dir poco molto positivi. Il futuro è dietro l’angolo e l’MP3 Hybrid ha appena girato quest’angolo.

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