Motocross delle nazioni a Maggiora

Il Motocross delle Nazioni è qualcosa di grande e di sentito per gli appassionati del tassello, che arrivano da tutta Europa per assistere all'evento che saluta la fine del mondiale Motocross. Con una lunga tradizione che parte dal 1947, l'MXoN è uno spettacolo difficile da raccontare, e che passò a Maggiora -altrimenti detto paesino di 1700 anime- per la prima volta nel 1986. Trent'anni fa insomma, prima che il circuito venisse abbandonato a causa della famiglia che vi lasciò crescere l'erba e lo costrinse in silenzio, finché l'anziana signora che lo aveva in possesso decise di vendere. A quel punto l'impianto venne curato, fatto crescere e rimodernato. Ora è uno dei più affascinanti e difficili tracciati di motocross al mondo.

Siamo stati al Motocross delle Nazioni grazie a Fiat Professional, Main Partner della MXGP, un terreno fertile per far conoscere agli appassionati il nuovo Fiat Fullback. Da due anni infatti, il gruppo Fiat Professional è in mano a Domenico Gostoli, che ha cominciato a lavorare ad un'idea diversa del settore: portare il marchio ad essere qualcosa di cui andare fieri -per chi acquista- e non dello scegliere il meno peggio per lavorare. Rendere appetibile un mezzo per il proprio lavoro è di per sé difficile, sponsorizzare qualcosa di spettacolare come il mondiale motocross invece ci è sembrata una buona idea. Le colline piemontesi hanno ospitato circa 80.000 persone, vedetela (quasi) come una Woodstock dei due tempi. Probabilmente, in molti non hanno capito chi abbia vinto cosa -trionfa la Francia con Romain Febvre, Benoit Paturel e Gautier Paulin- ma di certo lo spettacolo è bastato a tutti.

Siamo stati molte volte al Mugello per seguire il motomondiale dalla Casanova-Savelli, ma questa è un'altra cosa. Qui la gente è più unita, più rilassata forse, mentre nel paddock si respira quell'atmosfera un po' gitana che fa star bene. Sarà la semplice terra al posto del cemento, saranno quei box per lavare la moto che ricordano una scuderia, o forse una copertura mediatica meno importante -ed è un peccato- a rendere le persone più tranquille. I piloti sono disponibili, scherzano e girano per il paddock sulle pitbike.

Il Motocross delle Nazioni si svolge quasi come un normale weekend di gara, con le qualifiche del sabato a decidere quali nazioni andranno a lottare la domenica. Le gare sono tre, così come le categorie -MXGP, MX2 e Open- che si sfidano a rotazione. In ogni gara vengono mescolate due categorie, in modo che ognuna riesca a gareggiare con le altre. Ogni nazione schiera un pilota per ognuna delle tre categorie, è un poì come il torneo tra amici. Ma questo in realtà non è molto importante, quello che fa impazzire è la carica di adrenalina di 40 moto ai cancelletti che scalpitano per partire, prima del tuono che riempie la cava. La gente si apposta affianco al circuito, in alcuni punti come nelle gare di rally degli anni d'oro. Una cosa davvero bella è la preparazione della gara. I piloti si mettono ognuno dietro al proprio cancelletto e cominciano a scavare il solco su cui mettere la moto per avere più aderenza allo scattare del via. Ci passano una ventina di minuti, spostando i sassolini e pestando per terra a ritmo. Non lo fanno fare ai meccanici o a qualcun'altro, ci si mettono loro con la tecnica che pensano migliore.

Alla fine tutto questo può essere riassunto in velocità, fango e gloria. Lo trovate stampato sulla schiena dell'otto volte campione del mondo Tony Cairoli, con cui siamo riusciti a fare due chiacchiere sulle sue idee. Cairoli ha siglato una nuova sponsorizzazione personale con Fiat Professional, che ci ha messo davvero poco a regalargli un Fullback per ringraziarlo.

Lui ci racconta che gli infortuni l'hanno penalizzato durante la stagione ma che la cosa lo ha solo spronato a fare meglio l'anno prossimo -eh, i campioni- e che all'MXoN si aspetta che l'Italia possa rientrare nei 5 se va bene e sul podio se va meglio (il terzetto azzurro chiuderà quinto). Poi gli chiediamo cosa ne pensa del Fiat Fullback, se l'ha provato “Certo che l'ho provato, mi è piaciuto subito molto. Mi piace anche l'idea di portarmi sulla maglia un marchio italiano. Il Fullback l'ho anche portato in pista, usando solo la trazione posteriore per divertirmi di più. Ha resistito bene, mi ci sono divertito e penso che lo porterò ancora nel fango.” A quel punto non potevamo che chiedergli se ha pensato ad una Dakar in futuro, e Tony ha risposto prontamente che “si, c'è una buona possibilità, ma di sicuro non in moto: con due ruote il rischio di farsi troppo male è troppo alto”. La cosa fa sorridere, ci ricorda un po' i piloti del Tourist Trophy che dicono a quelli della MotoGP che sono dei pazzi a correre così e viceversa. Il Motocross delle Nazioni è una grande festa, ed è bello averla vissuta in Italia con l'8 volte campione del mondo a dare spettacolo per il suo pubblico. Tony ha ottenuto due secondi posti, che gli sono valsi la vittoria individuale. Gli azzurri, complessivamente, si sono piazzati al quinto posto.

L'MxoN è stata un'emozione unica, per cui dobbiamo davvero fare un sentito ringraziamento a Fiat Professional che ci ha ospitati per tutta la durata dell'evento. Il problema è stato che basta guardarli per qualche ora mentre saltano e volano che voglia di tassello, in un attimo, torna a farsi insistente!