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A Singapore l’asfalto si illumina di notte in maniera naturale

La Repubblica di Singapore è un luogo quantomeno atipico, a cominciare dall'enorme forbice tra le diverse classi sociali e continuando con quella tra natura incontaminata e tecnologia disarmante. L'asfalto che si illumina di notte, in maniera naturale, è l'ultima delle idee proposte dalla metropoli

Singapore è, fortunatamente, una città unica al mondo. Le luci della metropoli di notte stordiscono chi non è abituato a tanto, ed i lunghi viali alberati trattengono l’umidità del clima tropicale che contraddistingue l’intero Sud-Est Asiatico. La ricca penisola, dall’indipendenza raggiunta nel 1965, è diventata una delle capitali più controverse per affari ed eccessi. La biodiversità è una caratteristica cardine di Singapore che -riporta il Guardian- può essere comparata con San Paolo, Città del Capo, Mumbai e poche altre mete. Animali selvatici, giganteschi grattacieli ed uno dei parchi botanici più belli al mondo convivono insieme a strade sporche e strette.

L’ultima stravagante notizia è che la vecchia ferrovia, abbandonata dal 2011 e costruita per allacciarsi alla Malesia, potrebbe diventare una pista ciclabile unica al mondo. Per adesso parliamo di cento metri, del tutto sperimentali, ma la riqualificazione della zona comprende una riasfaltatura fluorescente della linea ferroviaria. In questo modo di notte si potrà passeggiare nella serpentina luminosa -lunga 25 chilometri- per una delle tante esperienze uniche al mondo date dalla città.


Il procedimento è semplice,
pensate alle lancette degli orologi o a diversi giochi per bambini. La superficie -in questo caso composta da stronzio e bitume- assorbe la luce del giorno per poi rilasciarla la notte. Ci si chiede quanto durerà l’asfalto, sia in termini di illuminazione che di condizioni. Ad ogni modo si tratta di un’idea intelligente ed apprezzabile, che nel caso di Singapore può diventare anche necessaria.

Non è un mistero infatti che la città stato ha acquisito per anni le sabbie dalla Cambogia, necessarie a costruire strade e ampliare i confini dello stato. Si parla infatti di una superficie aumentata del 30% negli ultimi quarant’anni, anni in cui la popolazione è però almeno triplicata.

I cambogiani tuttavia, a seguito dei disastri naturali dovuti alla vera e propria mancanza di terreno, hanno scelto di fermare la vendita delle sabbie all’isola che dovrà quindi trovare nuove soluzioni.

Cominciando, magari, proprio da nuove tipologie di asfalto.

02 Ago 2017
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