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Ferrari 250 GTE: la “Pantera” della Polizia del 1962 è ora in vendita

Girardo & Co ha messo in vendita una Ferrari davvero speciale: la 250 GTE 2+2 impiegata dalla Polizia nel 1962 per combattere la criminalità

Una Ferrari nera… utilizzata dalla Polizia italiana? No, non è uno scherzo, ma è successo veramente: per la precisione nel 1962, quando la Casa di Maranello fornì alla Squadra Mobile della Polizia di Stato due 250 GTE 2+2, appositamente studiate per inseguire i criminali più veloci nella città di Roma. Di quei due esemplari uno è andato distrutto dopo poche settimane di servizio proprio in un inseguimento, mentre l’altro è oggi in vendita attraverso la nota agenzia Girardo & Co.

Il modello in questione è contraddistinto dal telaio numero 3999, che Armando Spatafora chiese di poter avere al fine di fermare tutti quei criminali che, regolarmente, riuscivano a farla franca nonostante i continui sforzi della Polizia al volante delle loro Alfa Romeo 1900 e 2600. Il soprannome delle vetture utilizzate dalla Squadra Mobile capitolina era quello di “Pantere”, che ben presto sarebbe stato utilizzato anche sulle due “Rosse” che sarebbero giunte direttamente dalla Casa del Cavallino Rampante.

Completate nel 1962 con telaio nero e interni in similpelle, furono affidate alla Polizia italiana solo quando i quattro ufficiali scelti per portarle in strada ebbero terminato con successo un apposito corso di guida, preparato dalla Ferrari per addestrarli a sfruttare le due 250 GTE al meglio. Una volta entrate in servizio, le due “Pantere” ottennero una fama leggendaria tra la malavita romana, che dovette affrontarle fino al 1968 quando vennero ritirate definitivamente dal servizio.

Le Ferrari “in nero”, tuttavia, furono impiegate anche per il trasporto di sangue negli ospedali e nei casi di emergenza di Napoli: la leggenda narra che le “Pantere” erano in grado di percorrere 200 chilometri di autostrada in soli 50 minuti! Una volta terminato il proprio dovere, l’unica GTE superstite fu venduta in un’asta del 1972 a un certo Alberto Cappelli, che da quel momento in poi la conservò nel suo stato originale esponendola in più di un evento in tutta Europa.

Poi, nel 1984, questa vettura tornò nelle mani del suo storico “pilota”, quell’Armando Spatafora che nella Coppa delle Dolomiti riuscì a strappare addirittura il secondo tempo assoluto, a riprova non solo delle sue eccezionali doti di guida, ma anche delle sorprendenti prestazioni di questa “Rossa”. Che, tra l’altro, potrà essere utilizzata dal fortunato acquirente che riuscirà oggi a portarla nel proprio garage nella sua livrea originale della Polizia, con tanto di sirena e luce blu al seguito.

26 Apr 2020
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