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Incentivi auto ed Unione europea

In questi gorni nel nostro paese si parla molto di ecoincentivi per l'auto. E in Europa? Cosa succede? Ecco l'opinione di Gianluca Susta, Eurodeputato, riguardo gli incentivi indiretti che coinvolgono l'Unione Europea

Incentivi auto ed Unione europea: in questi giorni di febbrile indecisione sugli incentivi auto in Italia, riceviamo e pubblichiamo quanto segue, ovvero l’opinione di Gianluca Susta, Eurodeputato del PD, riguardo gli l’Europa e gli incentivi. Porte aperte, ovviamente, ad altri esponenti politici nel segno della massima par condicio: Infomotori è apartitico e il nostro unico interesse è la difesa degli automobilisti e dei motociclisti. Da settimane assistiamo a una polemica molto provinciale, cavalcata dalla destra italiana, sul sostegno alla grande industria che solo chi capisce poco di politiche industriali può contrapporre alla valorizzazione delle piccole e medie imprese. Mentre il Ministro Scajola dichiara che non verranno più concessi incentivi alla vendita di auto in Italia (penalizzando così la produzione italiana ed europea), ma solo all’innovazione e alla ricerca (il che è sicuramente positivo), l’Unione Europea sta negoziando – cosa di cui evidentemente il Ministro allo Sviluppo economico non è informato – un accordo di libero scambio con la Corea del Sud che genera incentivi indiretti pari a 1.600 euro per ogni auto coreana che entrerà in Europa (sono 700.000 all’anno, contro le 27.000 che esportiamo nel Paese asiatico!). 
Tutto ciò è circondato dall’assordante silenzio del Governo italiano! Solo l’azione di alcuni Deputati italiani al Parlamento Europeo, che, in questi mesi sfruttando i nuovi e maggiori poteri loro conferiti dal Trattato di Lisbona, hanno pressato la Commissione Esecutiva con interrogazioni, risoluzioni, dibattiti in aula (compreso quello di questa sera a Strasburgo), audizioni, richieste di studi d’impatto, ha finora impedito all’UE di portare in ratifica al Consiglio dei Ministri  Europei e allo stesso Parlamento Europeo detto accordo, che è stato tecnicamente ‘chiuso’. Sarebbe molto utile che il Governo sostenesse queste iniziative, nelle sedi istituzionali competenti e presso l’opinione pubblica, che altro scopo non hanno che quello di salvaguardare le grandi aziende italiane e, così facendo, l’occupazione di migliaia di lavoratori.

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11 Feb 2010
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