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Fari allo xeno: caratteristiche e funzionamento

I fari allo xeno, introdotti da BMW nei primi anni '90, sono oramai comunemente utilizzati soprattutto dalle Case auto che propongono veicoli di gamma medio-alta.

Illuminare la strada nel miglior modo possibile è fondamentale per la sicurezza di qualsiasi mezzo di trasporto, automobile in primis. La guida notturna riserva numerose insidie: per squarciare le tenebre, l’autovettura deve essere munita di un performante impianto di illuminazione, capace di svolgere il proprio lavoro senza però abbagliare gli altri utenti della strada.

La tecnologia di illuminazione dedicata al settore autmotive ha compiuto passi da gigante, contribuendo sensibilmente a migliorare la sicurezza stradale nelle ore notturne. L’introduzione dei fari allo xeno, iniziata da BMW nei primi anni ’90, ha rappresentato un sostanziale balzo evolutivo. I fari basati su lampade allo xeno proiettano luce di tonalità bianca e garantiscono performance superiori alle tradizionali lampade alogene. Inoltre, le lampade allo xeno hanno una durata maggiore rispetto ad analoghe soluzioni alogene. Questi fari sfruttano il gas xeno per amplificare e migliorare la qualità dell’elettricità inviata ai fari dell’autovettura.

La potenza dei fari allo xeno implica determinate accortezze. Per non abbagliare gli automobilisti intenti a marciare nella direzione opposta alla nostra, i fari devono essere regolati alla giusta altezza. Molte moderne autovetture dispongono diun sistema automatico di regolazione dell’altezza dei fari, in grado di bilanciarne l’inclinazione considerando perfino la quantità di carico stivata nel vano bagagli. E’ inoltre necessario mantenere le calotte dei fari perfettamente pulite: le tracce di sporcizia potrebbero deviare il fascio luminoso infastidendo gli altri utenti della strada.

11 Ott 2016
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