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Triumph Classics ’59, prova su strada di tre icone inglesi

Triumph ci ha invitati in Toscana per guidare tre moto classiche che hanno fatto la storia di questo marchio. Ecco le nostre impressioni su Bonneville Bobber, Street Twin e Thruxton

L’anno 1959 diede inizio ad una rivoluzione culturale profonda che portò a movimenti culturali che hanno poi segnato gli anni a venire e che, ancora oggi, influenzano la nostra società. Atteggiamenti che spaziano dall’arte alla musica e che hanno portato a generi come il rock ‘n’ roll e ad artisti del calibro di Andy Warhol – maggior esponente al mondo della cultura pop.

Lo spirito del ’59 è sinonimo di liberà, materiale ed intellettuale, alla ricerca di uno stile di vita indipendente, privo di costrizioni e celebrativo del saper vivere al meglio la vita.

Sulla scia di questa filosofia celebrativa del piacere di vivere la vita è nata, proprio nel 1959, la unica, originale ed iconica Triumph Bonneville che proprio nel 2018 celebra 59 anni. Triumph Bonneville, il cui nome è dovuto alle Salt Flats di Bonneville nello Utah, dove Triumph conquistò il record di velocità su terra nel 1956, è stata una motocicletta che ha ispirato generazioni di motociclisti professionisti ed occasionali e dalla strada al cinema è stata protagonista indiscussa.

Lo spirito del ‘59 si è poi evoluto nel corso degli anni dando vita a movimenti motociclistici, quali ad esempio il cafe racer, che ancora oggi sono dominanti sulla scena mondiale.

Tra le Triumph Modern Classics più rappresentative c’è oggi una nuova protagonista: la Bonneville T100 Special Edition SPIRIT of ’59 realizzata in collaborazione con Gianluca “Lucky” Croci, deus ex machina di KAOS Design – un famoso customizzatore lombardo attivo sulla scena custom dal 1990 che ha saputo interpretare al meglio lo spirito del ’59 attraverso una serie di interpretazioni uniche.

Lucky ha lavorato a stretto contatto con il team Triumph per realizzare un prodotto unico in grado di rappresentare la meglio la filosofia di uno dei più importanti movimenti culturali della storia.

Il nostro test drive

Per celebrare lo Spirito del ’59 siamo stati invitati in provincia di Firenze dove abbiamo potuto guidare sui colli toscani tre motociclette del costruttore inglese. La location, nonostante il meteo incerto, si è rivelata l’ideale per testare sul campo tre delle tante proposte Triumph.

Il viaggio ha inizio con una Bonneville Bobber Black, per gli amici “Bonnie”: una motocicletta che ha fatto la storia del marchio inglese e che ancora oggi riesce ad essere particolarmente rappresentativa nel panorama delle due ruote. Liberamente ispirata allo stile Bobber nato nel dopoguerra si caratterizza per uno stile minimalista e per un motore potente, così come si era soliti fare negli anni passati. Il motore è infatti il top seller bicilindrico parallelo Bonneville High Torque da 1.200 cc che, grazie ad opportune tarature, riesce ad erogare ben 77 CV.

Per quanto riguarda lo stile la Bobber Black evolve gli elementi del passato con il suo look muscoloso e minimalista ma senza esagerazioni. Lo scarico, il pedale del freno e le pedane, la leva del cambio così come quella del freno e della frizione sono solo alcuni degli elementi che si caratterizzano per il colore nero anodizzato e che danno a questa motocicletta un tono ancora più esclusivo.

La cosa che sorprende maggiormente è forse il modo disinvolto in cui si fa guidare anche nelle curve più impegnative dei colli toscani. Il rumore proveniente dagli scarichi neri amplifica il piacere di guida supportato dal cruise control azionabile con un solo pulsante.

Il piacere di guida è dovuto anche all’impianto di sospensioni migliorato rispetto alla Bobber. La Black è infatti dotata infatti di una forcella Showa avente una corsa di 90mm. Degno di menzione è anche l’impianto frenante che è coadiuvato dall’ABS di serie: ad arrestare la motocicletta troviamo un doppio disco anteriore con pinze Brembo a due pistoncini mentre nel posteriore c’è un disco singolo.

L’unico limite è rappresentato dalle pedane che spesso rischiano di toccare ricordando al conducente che in fin dei conti si tratta di una moto da passeggio e non da ginocchio in terra.

La Triumph Street Twin

Durante il tragitto ho la possibilità di guidare anche una Triumph Street Twin che rappresenta una soluzione di accesso al mondo Triumph. Dal punto di vista stilistico rappresenta la reinterpretazione in chiave moderna dello stile e del carattere Bonneville.

Grazie alla sua posizione di guida molto bassa, alle sospensioni comode ed alla guida rilassata, supportata dal bicilindrico “high-torque” da 900 cc, rappresenta un’ottima soluzione per il motociclista di oggi alla ricerca di un mezzo dalle linee pulite, esclusive e minimaliste che cerca una moto pratica per un uso quotidiano.

Il motore, come sopra accennato, è un bicilindrico che è oggi in grado di esprimere molta più coppia rispetto al passato sin dai bassi regimi. L’erogazione è pilotata dal sistema ride-by-wire che permette di dosare in maniera fluida e lineare i 55 CV del motore a 8 valvole e l’attenzione nei confronti dell’ambiente è ai massimi grazie all’impiego del raffreddamento a liquido che permette di risparmiare oltre il 30% di carburante rispetto alle precedenti versioni. Il radiatore, elemento necessario, risulta ben integrato nella moto e quasi non si nota.

Lo stacco rispetto alla Bonnie è abbastanza evidente ma può essere una soluzione per tutti coloro i quali sono alla ricerca di un prodotto semplice e funzionale. L’esperienza di guida è comoda anche grazie ad una stella particolarmente imbottita che permette di assorbire le asperità più pronunciate.

Triumph Thruxton: la leggenda è tornata

L’ultimo cambio di moto è con una Thruxton: una cafe racer a cavallo tra modernità e tradizione che ha uno stile autentico ed assolutamente inimitabile da vera modern classic: sportivo ed unico.

Anche quest’ultima moto, come la prima, è molto generosa nelle prestazioni ed il bicilindrico parallelo raffreddato liquido ha oltre il 60% di coppia in più rispetto al passato. Lo stacco dalla Street Twin a questa Thruxton è evidente e i 112 Nm di coppia a 4.950 giri fanno tornare il sorriso. Il merito è da attribuirsi al nuovo motore Thruxton che proviene dal bicilindrico parallelo Bonneville a 8 valcole e 1.200 cc. Anche in questo caso si apprezza l’erogazione pilotata dal ride-by-wire che conferisce maggiore feeling di guida al conducente e così come per la Street Twin si trova un piccolo radiatore che riduce i consumi senza però stravolgere l’estetica della motocicletta.

Nel posteriore trovano spazio i terminali a megafono rovesciato che fanno rimbombare il suono del bicilindrico tra le colline toscane che ho affrontato divertendomi a piegare in tutta sicurezza grazie al sistema di sospensioni regolabili ed alla ruota anteriore da 17 pollici.

A cura di Alessio Sanavio

31 Mar 2018
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