Da New York a Parigi in auto, arriva il tunnel sullo stretto di Bering



Partire per un viaggio di 100 km ed arrivare a destinazione la mattina dello stesso giorno, potrebbe essere una trama di un film che, nemmeno Michael J.Fox e Christopher Lloyd nel film “Ritorno al futuro”, si sarebbero potuti immaginare modificando la loro DeLorean per farla diventare una macchina del tempo.

Questo potrebbe essere possibile quando, uno degli svariati progetti per la costruzione di un tunnel sotto lo stretto di Bering, sarà realizzato.

Lo stretto di Bering infatti è il tassello mancante di un vero e proprio puzzle formato in milioni di anni che, permetterebbe all’uomo, di fare il giro del mondo completamente sulla terra ferma e che oggi segna il meridiano situato sul convenzionale cambio di data.

Collegare due continenti come l’America (l’Alaska) e l’Asia (la Siberia), oggi divise, oltre che da numerosi fattori politici ed ideologici, anche da un mare gelido dove in inverno le temperature scendono sotto i -60° e dove ne fanno da padrone enormi montagne ghiacciate che “galleggiano” rendendo l’ambiente sempre più ostile all’uomo, potrebbe portare numerosissimi vantaggi dal punto di vista della mobilità.

Il tunnel, semmai verrà realizzato, dovrà affrontare innumerevoli problematiche quali: le rigidissime temperature a cui bisognerebbe far fronte durante i lavori, i molteplici punti interrogativi dettati dalla conservazione e all’integrità nel tempo della struttura per le condizioni costantemente avverse in questo luogo tra i più desolati del pianeta, ed ultimo, non da un punto di vista d’importanza, ai costi esorbitanti che servirebbero per la realizzazione.

Il progetto potrebbe sicuramente includere 4 sezioni destinati all’autostrada, alla ferrovia all’oleodotto ed ad una parte dedicata alla rete di fibre ottiche ed un sistema per il trasporto dell’energia elettrica.

Ma quali sarebbero i reali vantaggi nella realizzazione di un progetto così tanto desiderato e così tanto complicato da realizzare.
La Siberia è una terra ricchissima di risorse petrolifere e gas naturali. Con la sempre maggiore richiesta di petrolio, un oleodotto che collegherebbe il vecchio ed il nuovo mondo, ridurrebbe drasticamente la dipendenza del continente Americano dal Medio Oriente rafforzando in maniera significativa l’economia.

Dal punto di vista mobilità?
Il tunnel aprirebbe nuove frontiere ai treni ad alta velocità rendendo città ad oggi molto distanti, decisamente più vicine con la creazione di migliaia di km di ferrovia ed autostrade in grado di attraversare zone oggi dimenticate ma, un domani più prossimo, indispensabili per poter raggiungere e percorrere la struttura sottomarina che potrebbe cambiare il mondo della mobilità.

Anche il trasporto merci ne gioverebbe considerando che un treno merci può trasportare carichi notevolmente più pesanti ed ingombranti rispetto ad un aereo senza sottovalutare che, l’effetto Elon Musk, potrebbe far considerare anche un trasporto ferroviario alimentato ad energia elettrica riducendo in modo consistente l’emissione di CO2 dovuta all’utilizzo di combustibili fossili. Ma questo potrà essere un nuovo capitolo di una mobilità che sta prendendo piano piano piede.

A cura di Flavio Guerriero

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