Intervista al Direttore Generale di Porsche Italia, Loris Casadei

Il Profilo

Loris Casadei, 61 anni, forlivese Direttore Generale di Porsche Italia. Conosce molto bene il mondo dell’auto. Vi è entrato circa 35 anni fa dopo varie esperienze nel settore finanziario e di controllo di gestione. In particolare si occupò di leasing nel settore automobilistico alla fine degli Anni 70. Dal 1980 in Volvo Italia con vari incarichi a livello internazionale, approdò in Porsche nel 1990. Dal 2009 è anche presidente dell’UNRAE, l’associazione tra i rappresentanti delle Case automobilistiche estere in Italia. Grande appassionato di cultura, un debole per la lirica, un amore importante per la lettura e lo scrivere, ha firmato su riviste delle rubriche per la recensione di libri, e sul tema del viaggio e della scoperta di ricette tipiche.

Gli azionisti delle principali case automobilistiche nel 2010 hanno festeggiato ottime performance grazie a bilanci record mentre i concessionari italiani sperano di non ripetere un altro biennio negativo: che cosa prevedete per il 2011?
Vi sono due elementi di carattere macroeconomico da prendere in considerazione. La crisi tra il 2008 e il 2010 ha reso evidente lo spostamento della ricchezza dalla maggior parte dei Paesi maturi ai nuovi mercati emergenti. Questo cambiamento è di tipo strutturale. Con riferimento al mercato dell’auto, in assenza di importanti cambiamenti (ad esempio affermazione del mercato dell’elettrico) questo porterà ad un mercato nei prossimi anni di non oltre 2 milioni di unità, quindi un meno 15/20% rispetto al periodo precedenti.
Il secondo elemento è che comunque, grazie ai risultati di vendita dei nuovi mercati, la maggior parte delle Case ha potuto continuare una forte politica di investimento in nuovi prodotti e nuove tecnologie. Il risultato
Di questi due fenomeni ha determinato sì la crisi del mercato italiano con impatto sui conti economici dei concessionari, ma al tempo stesso non è stata però frenata l’immissione nel mercato di nuovi modelli
che hanno, permesso di stimolarlo. La crisi, quindi, paradossalmente è terminata, dando il via ad un ciclo “normale” nel cui livello di vendite, il fatturato dei concessionari si stabilizza su valori più modesti rispetto
al passato. Per il 2011 ci aspettiamo sì un risultato di vetture consegnate inferiore ai 2 milioni di auto (il dato più gettonato oggi è 1.850.000), ma con un numero sempre maggiore di offerte ed innovazioni. Per i bilanci
dei concessionari che hanno assorbito gli effetti più pesanti della crisi e che hanno diminuito i costi generali ed alleggerito (portandoli a livelli minimi) lo stock di vetture nuove e usate, si dovrebbe quindi aprire un periodo di maggior remuneratività.

L’automobile rischia di diventare una commodity come un frigo o un forno. Cosa state facendo per far riavvicinare i giovani che oggi preferiscono iPhone, sms ed altre cose piuttosto che le vetture?
La realtà è più complessa e variegata. Paradossalmente un nuovo clima di austerità dovuta alla carenza di risorse finanziarie che costringe le autorità locali a diminuire anche quelle per il trasporto pubblico, il cittadino deve ancora di più rivolgersi ai propri mezzi, e quindi all’auto, per appagare il proprio bisogno di trasporto lavorativo. Nel contempo finite le euforie della grandi vacanze esotiche e dei grandi viaggi, finita l’euforia delle soddisfazioni del proprio ego attraverso status symbol, mi sembra che stiano riaffiorando bisogni di incontro e socialità, in definitiva contatto con gli altri. Ciò avviene in assenza di strutture fisiche adibite a ciò (parrocchie, case del popolo sono ormai sparite), al centro della attenzione ci sono i social network, ma anche una mobilità sociale legata al tempo libero e alla nascita di grandi spazi per i giovani che fuoriescono dai limiti urbani della città.

Negli spot delle auto vediamo sempre strade vuote, libere dal traffico con famiglie felici… Come fareper trasformare questo sogno in realtà?
Nel Medio Evo e per tutto il Rinascimento vi è importante legislazione in termini di contenimento del traffico e relativo inquinamento di carrozze e cavalli, alla fine dell’800 c’erano azioni per proteggere la gente dai pericolidel nuovo mezzo meccanico, la bicicletta. Addirittura nei giornali dell’epoca c’era spazio per titoli a nove colonne con i quali si focalizzava l’attenzione sui vari incidenti cagionati a i cavalli a causa di questo nuovo mostro a due ruote.
Oggi l’auto per i suoi aspetti di libertà di movimento individuale sta suscitando un’attenzione ancora più importante del passato, ma non dimentichiamo che è stata protagonista in negativo negli Anni 70, l’era del
catastrofismo (penso a Christine la macchina infernale, o ad alcuni racconti di Saramago).
E’ compito invece oggi del legislatore disciplinare e trovare giusti compromessi tra una società industriale che richiede spostamenti rapidi ed adeguati ed una società civile che non è più stretta nel villaggio, ma che ha i suoi interessi che spaziano su un’area molto estesa e che spesso possono scontrarsi con le esigenze dei residenti nei centri urbani. Manca ancora una visione di insieme che permetta di destinare le giuste risorse (ad esempio gli incassi correlate alle sanzioni amministrative per le infrazioni al Codice della Strada) per finanziare parcheggi sotterranei nel cuore delle città (anche perché l’invecchiamento della popolazione richiede un’attenzione ad avere parcheggi in centro più che in passato) e che siano rapidamente raggiungibili.

Per vendere auto voi create emozioni, ma che cosa si prova a stare fermi in coda per tre ore al giorno?
L’ambiguità, ma anche il fascino di una guida di una vettura è nel duplice uso: quello di trasporto dal luogo di residenza al luogo di produzione e il fascino dell’uso dell’auto come strumento di passione. Sarebbe come domandare ad un appassionato di opera lirica come compensare le ore di attesa per recuperare un biglietto per assistere allo spettacolo o al subacqueo della difficoltà di equipaggiarsi del tutto e la gioia di trovarsi immerso nell’affascinante mondo subacqueo.

Benzina alle stelle, assicurazioni folli, parcheggi impossibili, strade intasate, economia stagnante: perché gli italiani dovrebbero cambiare auto?
Infatti se gli automobilisti anche per solo un mese si mettessero d’accordo di non pagare multe, non pagare benzina, rimanessero fermi, tutta l’economia si paralizzerebbe. Anche i media hanno la loro responsabilità nell’accentuare, quasi con gusto sadico, gli effetti negativi e contribuiscono senz’altro ad accentuare il declino economico di questo Paese. Nel 2009 il gettito fiscale versato dall’automobile all’erario è stato di ben 67 miliardi un mercato importante per il PIl del Paese. Perché allora continuare nell’enfasi della negatività? Dovremmo allora inorridire per quanto organizza la moda italiana? A cosa serve l’alta moda per un Paese che sta vivendo un periodo difficile? Non basterebbe andare a
prendere dei vestiti in sintetico in un grande magazzino per noi e i nostri figli?

Perché il comparto automotive ha poco potere col “potere politico”. Se i camionisti scioperano ottengono tutto, idem i contadini o i ferrovieri se lo chiede il mondo dell’auto neppure rispondono…
La risposta è semplice ed è fondamentalmente dovuta alla frammentazione dell’intero universo dell’auto. A parte la Fiat che ha parte dei propri impianti in Italia, per tutti gli altri Marchi la frammentazione è quanto mai
ampia. Il settore dei rivenditori, concessionari e non, officine autorizzate e non, è estremamente frammentato con addetti medi per azienda inferiori alle 10 unità e spalmato su tutto il territorio nazionale. Da sempre la voce commercio al minuto è stata debole, così come l’automobilista che non ha un’associazione di categoria che difende il suo interesse e che per propria dimensione fatica a trovare una propria unitarietà.

E se le case minacciassero di non pagare l’Iva se il governo non applica gli stessi parametri europei, a partire proprio dalla detraibilità al 100% per le auto aziendali?
In Italia esiste un sistema fiscale iniquo sia nei confronti dei proprietari di auto (39 le tasse che si pagano per immatricolare un’auto) sia per le aziende italiane tutte che hanno uno svantaggio competitivo rispetto alle aziende europee. Infatti non possono portarsi in detrazione quello che per le aziende è un bene d’uso, l’auto, alla pari di un computer. Su questa strada si continua, vedi l’aumento dell’accisa sui carburanti per trovare fondi a favore del settore cultura. Queste forme inique su non devono trovare però forme di proteste nei confronti delle Istituzioni italiane cui va, proprio in questo contesto di difficoltà, la nostra piena solidarietà.

La crisi del 2008 come ha mutato le vostre politiche commerciali e di comunicazione?
Il nostro sforzo è rimasto immutato, la recente forte attenzione ai nuovi media è strutturale e non legata alla situazione del ciclo economico. Abbiamo continuato il coinvolgimento della clientela cercando di uscire dal mondo delle concessionarie per cercare di essere più vicini al nostro cliente. Abbiamo rinforzato la nostra  presenza in fiere e saloni non di settore, proprio per seguire più vicino ai clienti, spesso imprenditori, Non con banali esposizioni di prodotto, ma con particolari allestimenti legati alla cultura e alla passione. L’unica fiera di settore che seguiamo è il Motor Show di Bologna che ha saputo gestire in modo esemplare la crisi degli ultimi anni e cui stiamo lavorando per confermare la nostra presenza.

E’ sempre valida la frase: so che il 50% dei miei investimenti pubblicitari sono inutili, ma non so quale sia la metà buona e quella cattiva?
Ci sarebbe molto discutere sul concetto di utile e non utile. E’ necessario riflettere sullo scopo del messaggio pubblicitari, come Porsche usiamo la pubblicità per confermare posizionamento, valore ed immagine. Altra cosa è invece la comunicazione che esercitiamo per informare i nostri clienti su eventi che promoviamo direttamente. Qui il messaggio trova altri canali rispetto a quelli tradizionali di inserzione pubblicitaria. Ci aiuta il fatto di essere piccoli e per avere molte occasioni di incontrare i nostri clienti nelle oltre 1000 manifestazioni che organizziamo ogni anno e dove possiamo ricavare indicazioni precise sulla stessa validità delle nostre comunicazioni.
Per portare qualche esempio concreto, la nostra presenza nel mondo del golf e dello sci, passa attraverso i nostri club che sono composti da golfisti o sciatori possessori di Porsche che si organizzano per portare il mostro Marchio nei loro rispettivi ambienti. La passione per il motorsport la viviamo e la esportiamo attraverso la Carrera Cup Italia, senza dimenticare la scelta di seguire gli altri filoni delle passioni dei nostri clienti attraverso una miriade di microeventi: dai viaggi di sapori e motori, all’Artic Tour (viaggi estremi di clienti alla guida di Cayenne, che quest’anno andranno in Alaska), o alla presenza alle diverse manifestazioni del settore classic.

La carta e la tv battono sempre il web nei vostri cuori e nei posti che riservate ai vostri incontri internazionali: in futuro i lettori web avranno maggior dignità? Una volta la casa diffondeva le immagini ufficiali, ora le auto sono spiate dai fotografi ed escono subito sul web: pro e contro per voi?
Non è vero che si privilegino dei media rispetto ad altri. Semmai si va verso un diverso approccio a seconda delle loro specifiche necessità. E rilancio. I lettori del web forse desiderano qualcosa di diverso dalla semplice prova mordi e fuggi, magari desiderano delle risposte specifiche, tecniche o di costume o interagire con l’autore della pagina web. Le spy story? Sono realmente tali? In ogni caso il piacere di scoprire o di vedere (più che altro intuire) qualcosa in anteprima forse permette di mantenere alta l’attenzione sul mondo della ricerca e dell’innovazione

Facebook ha superato i 500 milioni di utenti di cui 18 in Italia: cosa ne pensa lei ha un profilo personale,  la sua marca in Italia come sfrutta i social network?
Non intendiamo sfruttare (che brutta parola!) i social network, ma proprio perché siamo appassionati partecipiamo volentieri al dialogo diretto nella rete, così come così come in pista o in strada incontriamo i nostri clienti. Anzi grazie al web creiamo altre possibilità di incontro coinvolgendo i giovani diffondendo informazioni sulle nostre sfide letterarie (Tiro, Volo, Tratto Rapido), così come c’è uno spazio dedicato al Museo Porsche di Stoccarda e così come i fan Porsche su Facebook hanno trovato spazio sulla livrea creata ad hoc della GT 3 Hybrid… Il nostro recente concorso Radically Porsche, dedicato alla Cayman, è nato e cresciuto nell’ambito web ciascuno… e potrei continuare.

Tutti parlano di ecologia e voi concretamente cosa offrite da ora cosa entro la fine del 2011 e cosa nel medio futuro?
Porsche è attenta all’ambiente sin dalla sua nascita. Non posso non citare la Lohner Porsche del 1898 a trazione elettrica o la Lohner Mixte a trazione Ibrida del 1901, non posso non ricordare che già negli Anni 60 Porsche era attiva nello studio delle emissioni dei gas di scarico e che alla fine degli Anni 80 le Porsche erano già catalizzate e la 944 Cup era la prima vettura da competizione con il catalizzatore, sempre metallico. Tutte le nostre automobili seguono il principio della Porsche Intelligence Performance e quindi affinano le loro prestazioni diminuendo, evoluzione dopo evoluzione, consumi ed emissioni. Abbiamo in produzione la Cayenne S Hybrid, e sta per arrivare la Panamera S Hybrid. Nel mondo della competizione la 911 GT3 R Hybrid ha già impressionato alla 24 Ore del Nurburgring dove vi ritornerà il prossimo maggio. Il progetto futuro è quello della 918, una super sportiva che arriverà nel 2013, capace di velocità oltre i 300 km/h, di consumare 3 litri per 100 km e di viaggiare con i motori elettrici per 25 chilometri.

Cosa chiederebbe a questo governo che ha eliminato gli incentivi, ma sembra ancora sordo a qualsiasi intervento a favore degli investimenti per la mobilita pubblica e privata (ponte di Messina escluso…)?
Già nel corso della conferenza UNRAE dello scorso dicembre, sono stati espressi i desiderata del mondo dell’automobile continuando a sollecitare i referenti politico istituzionali su diversi temi. Sulla necessità, ad esempio di un programma strutturale di medio lungo termine che contenga interventi per promuovere una mobilità sostenibile, con particolare attenzione all’adozione di misure a sostegno della diffusione di auto elettriche e di quelle a basso impatto ambientale (Ibride, Gpl, metano), al fine di ridurre in modo significativo le emissioni di CO2 e i consumi in generale. Un programma che preveda un tavolo di concertazione per far sì che non ci siano differenze su strategie e scelte tra comune e comune, Regione e Regione. Si è inoltre chiesto una fiscalità per le auto aziendali più europea e che i proventi derivanti dalle infrazioni al Codice della Starda siano utilizzati al miglioramento della mobilità stradale. Questioni dal peso considerevole, non di facile
attuazione, ma che se messe in atto avrebbero positive ripercussioni sull’intero sistema – Paese.

Piatto preferito?
Ieri sera ho cucinato personalmente un brasato all’Amarone con abbondante uso di cipolla rossa, chiodi di garofano, carote sedano e in modo rigoroso senza sale. Ho ancora in bocca il sapore meraviglioso di questopiatto che mi ha dato anche nella cottura serenità e pace, che, insieme a pazienza e meditazione, sono importanti per cucinare bene.

Ultimo libro letto?
Ho ripreso in mano “Il Plagio”, il primo romanzo di Camilla Baresani: semplice nell’intreccio e nel linguaggio, anche se in realtà colto e raffinato. Sentimenti complessi rappresentati come pane e mortadella.

Ultimo film visto?
Ho visto per due volte consecutive Scherlock Holmes: mi aveva dato fastidio il non cogliere i passaggi logici tra una scena e l’altra, determinati dalla stessa velocità scenica cui non sono ancora evidentemente abituato. Se penso che i fruitori di questo film devono poi poter leggere “Il segno dei 4” di Umberto Eco per capire cosa è l’abduzione mi pongo un serio problema di sviluppo del concetto di cultura. Ma il film è magnifico.

E per finire, sia sincero prego, cosa ne pensa della informazione motoristica on line e , se lo frequenta ovviamente, di Infomotori.com?
Già mi sono espresso prima. Bene l’impostazione, bene l’aspetto informativo, ma si dovrebbe sempre più differenziare dalla logica del media tradizionale.

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