Porsche Mission R: la supercar da pista diventa elettrica!

Il mondo dell’elettrico sarà la tecnologia del futuro anche secondo Porsche, non solo su strada… ma pure in circuito! A confermarlo ci ha pensato la nuova Mission R, prototipo presentato dalla Casa di Zuffenhausen durante l’IAA Mobility di Monaco che vuole essere una concreta anticipazione di quello che sarà il programma corse clienti del brand tedesco negli anni a venire.

Andiamo con ordine: a un primo impatto la nuova Porsche Mission R può essere vista come l’erede “elettrificata” della Cayman, vista anche la sua lunghezza complessiva contenuta in poco più di 4,30 metri per 1,99 m (in larghezza) e 1,19 m (in altezza). Le sue forme, ovviamente, sono da vera auto da corsa, saldamente ancorata all’heritage Porsche grazie ad alcuni elementi ripresi da altre vetture prodotte a Stoccarda. I gruppi ottici anteriori a LED, infatti, si ispirano alla Taycan, mentre la firma luminosa posteriore è un chiaro omaggio alla 911.

Rispetto a queste, però, la Mission R vuole differenziarsi per alcune soluzioni tecniche davvero innovative, tra le quali spicca la struttura superiore chiamata “esoscheletro” in NFRP (Natural Fibre Reinforced Plastic), vale a dire materiali plastici rinforzati con fibre naturali – come il lino – che sono stati impiegati per buona parte della carrozzeria (comprese le appendici aerodinamiche, lo splitter anteriore e il diffusore). Lo chassis, invece, è un tradizionale monoscocca in fibra di carbonio, materiale ampiamente diffuso nel mondo del motorsport.

Passando alla powertrain, l’innovativa Porsche Mission R può fare affidamento su un doppio motore elettrico – all’anteriore da 435 cavalli e al posteriore da 653 CV: imperniato su un sistema a 900V con batteria da 80 kWh e tecnologia Porsche Turbo Charging, questa soluzione consente alla vettura di sprigionare un picco di 1.088 cavalli per le qualifiche e una potenza continua di 680 CV quando si tratta di affrontare una gara, dove la velocità massima supera ampiamente i 300 km/h e lo scatto 0-100 si conclude in meno di 2,5 secondi.

Anche le capacità di ricarica sono di assoluto rilievo: con il già citato Porsche Turbo Charging il sistema di frenata rigenerativa è diventato molto più efficiente, mentre se connessa a una rete ad alta velocità da 340 kW il ripristino delle celle passa dal 5 all’80% in soli 15 minuti. Valori notevoli, proprio come quelli (ancora nascosti) relativi alla downforce generata dallo splitter anteriore e dall’ampio alettone posteriore (regolabile a seconda del circuito), che lavorano in sinergia con una nuova versione del sistema Porsche Active Aerodynamics con elemento DRS.

La Mission R continua a stupire anche per quanto riguarda la tecnologia di bordo: il volante digitalizzato con un piccolo schermo centrale integrato propone davanti a sè un display che funziona da “retrovisore virtuale“, collegato ad apposite telecamere ad alta definizione che sostituiscono, di fatto, i tradizionali specchietti esterni. Non manca nemmeno la visualizzazione dei dati della telemetria, abbinati a quelli che monitorano costantemente il profilo biometrico del pilota!

Con questi presupposti il futuro di Porsche per il motorsport e le corse clienti sembra già scritto: la Mission R, tra l’altro, è già stata testata in pista da Timo Berhard, due volte vincitore della 24 Ore di Le Mans, e dal testimonial Patrick Dempsey. Il verdetto? I risultati cronometrici ottenuti sono in linea con quelli firmati dalle più potenti 911 GT3 Cup: se il buongiorno si vede dal mattino…

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