Sicurezza stradale: basta stragi – L’Italia deve tornare a educare alla guida

Le tragedie degli ultimi giorni hanno riacceso i riflettori su un dramma che si consuma ogni giorno sulle nostre strade. Tra le vittime: il fratello di Andrea Delogu, lo zio di Laura Pausini e una ragazza di soli vent’anni sulla Cristoforo Colombo a Roma.
Episodi che non sono eccezioni, ma parte di una statistica crudele: nel 2024, secondo Istat, gli incidenti stradali hanno provocato 3.030 morti, con una media quotidiana di 475 incidenti, 8 vittime e 641 feriti. Numeri che raccontano una realtà che non possiamo accettare come inevitabile. Serve una svolta culturale, prima ancora che normativa.

Un Paese distratto: quando un messaggio vale più della vita

Le strade italiane sono diventate un campo minato. Distrazione, velocità, sottovalutazione dei rischi e pessima cultura della guida sono ormai all’ordine del giorno. «Ogni giorno sulle nostre strade si ripetono comportamenti rischiosi, spesso legati a distrazione, velocità e scarsa consapevolezza dei pericoli», ricorda Toni Purcaro, Presidente DEKRA Italia.
La tecnologia può aiutare, ma non può sostituire attenzione, rispetto e responsabilità. Dimentichiamo troppo spesso che un volante, un manubrio, persino il marciapiede, possono essere armi se usati con leggerezza. E ogni incidente non è solo un numero: è una famiglia che si spezza.

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Educare per salvare: la formazione non è un optional

Il cambiamento deve partire dalla formazione, non dalle sanzioni. «È indispensabile rimettere al centro la formazione: non solo come obbligo, ma come cultura» sottolinea Purcaro. In Italia si prende la patente una volta e per molti finisce lì: nessun aggiornamento, nessuna cultura della prevenzione, nessuna formazione continua.
Serve invece un percorso educativo costante, come avviene in altri Paesi europei. «Le regole, da sole, non bastano se non c’è una vera educazione alla sicurezza» aggiunge Purcaro. Investire in scuole guida moderne, programmi per studenti, campagne nelle aziende e percorsi formativi periodici non è un costo: è salvare vite, oggi e domani.

Dekra: costruire cittadini prima che conducenti

Chi si occupa di sicurezza stradale non parla a chi guida: parla a tutta la società. Pedoni, ciclisti, motociclisti, automobilisti: tutti devono essere parte dello stesso ecosistema. «Come DEKRA ribadiamo l’urgenza di investire in programmi formativi continuativi, campagne di sensibilizzazione e percorsi educativi fin dalle scuole» dichiara Purcaro.
Solo così si crea una generazione consapevole, capace di muoversi rispettando sé stessi e gli altri. Una mobilità sicura significa strade più vivibili, città più moderne e una comunità che mette la vita al primo posto. Basta rassegnarsi alle statistiche: la sicurezza è un diritto, ma prima ancora un dovere culturale.

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