Bollo auto 2026: pagamento annuale in base alla residenza e obbligo anche in caso di fermo amministrativo

Bollo autoveicoli

Dal 2026 il bollo auto cambia volto. Il Consiglio dei Ministri ha approvato in via preliminare il diciassettesimo decreto attuativo della riforma fiscale, che introduce importanti novità in materia di tributi locali, tra cui la tassa automobilistica regionale. L’obiettivo è duplice: semplificare il pagamento per i cittadini e rafforzare il principio di territorialità, con un’impronta sempre più orientata alla sostenibilità ambientale.

Bollo auto 2026: le novità in arrivo

A partire dal 1° gennaio 2026, il bollo auto sarà:

  • Pagato nella Regione di residenza del proprietario del veicolo;

  • Versato in un’unica soluzione annuale, con scadenza calcolata in base alla data di prima immatricolazione del veicolo;

  • Calcolato fin dal primo giorno del periodo tributario, superando l’attuale regola che individua l’obbligo fiscale all’ultimo giorno utile per il pagamento.

Il nuovo sistema elimina le scadenze fisse mensili o semestrali: ogni automobilista avrà un’unica data di riferimento per il pagamento, legata al proprio veicolo. Per i mezzi immatricolati prima del 2026, le attuali scadenze continueranno a valere, salvo decisioni diverse da parte delle Regioni.

Fermo amministrativo: addio all’esonero dal bollo

Una delle modifiche più rilevanti riguarda i veicoli soggetti a fermo amministrativo: con l’entrata in vigore del nuovo decreto, anche questi mezzi dovranno continuare a pagare il bollo auto, a prescindere dalla loro disponibilità all’uso.

Finora, l’articolo 5 del DL 953/1982 consentiva l’esonero in caso di perdita di possesso o indisponibilità del mezzo. Tuttavia, dopo una sentenza della Corte Costituzionale (n.47 del 2017), era stato chiarito che solo il fermo giudiziario o quello disposto per violazioni gravi del Codice della Strada potevano giustificare l’esonero.

Con la riforma, anche questi ultimi verranno inclusi tra i casi in cui il tributo resta dovuto. Una svolta importante che punta a ridurre l’evasione e a uniformare il trattamento fiscale dei veicoli, anche se bisognerà attendere i decreti attuativi per conoscerne l’effettiva portata.

Più risorse per le Regioni, con un occhio all’ambiente

Il nuovo sistema rafforza la connessione tra veicolo, territorio e impatto ambientale: la Regione in cui il veicolo circola e inquina sarà quella che incasserà il gettito fiscale, con la possibilità di investire le risorse in progetti di risanamento ambientale. Un approccio coerente con l’impegno verso una mobilità più sostenibile.

Agevolazioni: cosa cambia?

Resterà alle singole Regioni la facoltà di mantenere o modificare le attuali esenzioni e riduzioni. Attualmente:

  • Le auto elettriche sono esentate dal pagamento del bollo per 5 anni in molte Regioni, con alcune che prevedono esoneri permanenti;

  • Le ibride godono di sconti variabili tra i 3 e i 5 anni, a seconda dell’ente locale;

  • Le auto a metano o GPL possono accedere a riduzioni parziali o totali della tassa.

Con il nuovo sistema, sarà cruciale monitorare le decisioni delle amministrazioni regionali, che avranno piena autonomia nel definire le politiche fiscali legate alla mobilità.

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