Coronavirus: sì alle biciclette per gli spostamenti, ma i negozi restano chiusi

Traffico auto bici

Manca davvero poco all’inizio della Fase 2 dell’emergenza coronavirus. Certo non si tratterà di una situazione normale, ma potrà aumentare un po’ la nostra possibilità di spostamento, magari a bordo della nostra bicicletta nuova… E invece no! Tra le tante anomalie di questo periodo una è davvero singolare: riaprono fabbriche, concessionarie, attività, ma non i negozi di biciclette.

Perché i negozi di biglietti non riaprono?

I numeri del settore delle biciclette sono (o per meglio dire sono stati) davvero interessanti, anche grazie alla pacifica invasione delle bici elettriche che raccolgono sempre più appassionati tra chi le utilizza nel weekend per fare sport e chi, invece, le ha scelte come mezzo principale per gli spostamenti in città. A prescindere da questo, se pensate di festeggiare l’arrivo della Fase 2 facendovi come regalo una bici nuova, dovrete cambiare idea, perché, incredibile ma vero, l’ultimo Dpcm firmato dal governo non prevede la riapertura dei negozi che vendano questo tipo di oggetti. Un’anomalia legislativa sì, ma anche un vero e proprio danno per tutti coloro che vivono grazie al settore delle due ruote a pedali, come hanno fatto notare da Confindustria ANCMA: “Ci chiediamo come sia possibile immaginare una mobilità della ripartenza contraddistinta da un maggiore ricorso all’utilizzo delle due ruote con i negozi di biciclette ancora chiusi. Da giorni partecipiamo a tavoli e leggiamo dichiarazioni di rappresentanti delle istituzioni a livello nazionale e locale che annunciano incentivi e sottolineano il protagonismo delle due ruote, ma la pianificazione della mobilità urbana in questa direzione non può non considerare che una rete nazionale di oltre 2500 negozi che può offrire uno servizio ai cittadini, anche adottando iniziative commerciali ad hoc per la situazione sanitaria, abbia ancora la saracinesca abbassata: è irrazionale“.

Ma non è tutto, perché il mercato delle due biciclette non comprende solo questi oggetti in quanto tale, ma anche tutta una serie di dotazioni per la sicurezza, fattore più che mai importante in questo periodo: “Di fronte a un ragionevole aumento dell’utilizzo delle due ruote la conformazione urbana di molte città suggerisce di non dimenticare il tema dalla sicurezza di ciclisti e motociclisti – si legge nella nota emanata dall’Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori -. Non solo sarà indispensabile fare appello ai cittadini di adottare comportamenti rigorosi e ancora più responsabili, ma anche permettere loro di comperare dotazioni di sicurezza, caschi, caschetti e abbigliamento protettivo con più facilità. Per questo chiediamo nuovamente a nome ti tutto il settore di riaprire i negozi di biciclette il prima possibile e auspicabilmente di prevedere forme di defiscalizzazione per l’acquisto di materiale protettivo e altri dispositivi di sicurezza come luci, pettorine e riflettori“.

Insomma, il classico pasticcio all’italiana che appare ancora più clamoroso leggendo le parole di Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università di Milano, che invita a un utilizzo più della bicicletta nella Fase 2: “È un’ottima alternativa non solo ai mezzi pubblici, ma anche all’automobile ed è anche un’ottima opportunità per tornare a fare sport, soprattutto perché durante la quarantena molti italiani si sono un po’ appesantiti rimanendo a casa – ha detto a Bici.it -. Prendere i mezzi pubblici sarà davvero molto difficile perché bisogna mantenere la distanza di sicurezza, invece la bicicletta permette il distanziamento sociale e non appesantisce il traffico, quindi può essere davvero un modo intelligente per fare degli spostamenti“. Quindi, sì alla bici, a patto che sia quella che avete già in casa e che non abbia problemi meccanici, perché di comprarne di nuove o effettuare riparazioni non se ne parla affatto, almeno per ora.

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