Dalla guida autonoma alla rivoluzione della mobilità urbana

L’attenzione verso la guida autonoma, in inglese meglio nota come “self-driving vehicles” o “driverless car”, sta crescendo in modo esponenziale con due visioni molto distanti fra Vecchio Continente ed America del Nord che ben si possono sintetizzare con l’immagine di Mr. Bean seduto su una poltrona sul tetto della sua mitica Mini ed il video della Tesla Model S che viaggia senza che il pilota tocchi il volante fino a scendere e lasciare alla vettura (elettrica) di trovare un posto e di parcheggiare…

L’Europa sembra ancora incredula e “frenatrice”, non comprendendo bene i vantaggi di questa rivoluzione che deve anche ricevere nuove leggi che diano le regole di comportamento ed indichino di chi sarà la responsabilità in caso di incidente su una vettura autopilotata! Gli statunitensi invece hanno già deciso che la “driverless car” è necessaria tanto che tutti i giganti da Google, Apple, Uber, Amazon, Tesla, Microsoft e simili stanno investendo cifre sempre più importanti per conquistare il primato.

Una articolata ricerca della Boston Consulting Group sviluppata su un qualificato campione di persone abitanti nei Paesi più sviluppati del mondo ha confermato il crescente interesse verso la nuova mobilità che dopo un secolo di immobilismo sta completamente rivedendo il ruolo dell’auto, dell’automobilista e delle stesse città.

Fa specie segnalare che nel panel di Paesi prescelti figurano Cina, Francia, Germania, India, Giappone, Olanda, Singapore, Emirati Arabi Uniti (proprio qui Tesla ha realizzato un video in cui si vedono le persone che chiamano un taxi e salgano su una elegante limousine che però non ha l’autista: sul vetro laterale posteriore si illumina la pianta di Dubai ed il passeggero indica la destinazione e la Tesla Model S parte silenziosamente da brava elettrica. Lo spot si conclude con una scritta che ricorda che entro il 2030 oltre il 30% delle vetture negli Emirati arabi uniti saranno autopilotate!), Inghilterra e Stati Uniti… l’Italia è assente pur essendo la capitale mondiale del design automobilistico, pur avendo importanti imprese della componentistica e lo stesso controllo della FCA, ma evidentemente non ha i parametri sufficienti per essere considerata una società moderna ed innovatrice!

In ogni caso è interessante scoprire che il 58% degli intervistati vorrebbe guidare già oggi una vettura completamente autopilotata ed il 69% una parzialmente autopilotata (in gergo chiamata a guida assistita ma il volante lo tiene sempre saldamente il pilota…).

Quando si dice che l’auto senza pilota fa parte del futuro e della fantascienza sarà bene ricordare agli scettici che la Google driverless car (la simpatica scatoletta biposto con i grossi fari anteriori) è stata presentata nel 2009 e da allora sia sulla “scatoletta” sia su vetture tradizionali come Toyota Prius e Lexus RX sono stati percorsi milioni di chilometri senza che il pilota toccasse il volante o la pedaliera, tanto che Google vorrebbe toglierli ma gli Enti statunitensi dei trasporti hanno invitato i costruttori a mantenerli come soluzione di emergenza in caso di avaria…

La stessa Uber, il terrore dei tassisti di mezzo mondo, sta sviluppando la sua autopilotata utilizzando Ford e Volvo con l’obiettivo neppure tanto celato di giungere quanto prima ai robotaxi, ossia ai taxi senza conducente che garantiscono maggiore sicurezza scomparendo l’errore umano e la possibilità di utilizzarli tutto il giorno per tutto l’anno senza dover pagare lo stipendio a nessuno rendendo più conveniente la “corsa” per il clienti e sicuramente più “ricca” per Uber. Insomma i tassisti faranno bene a trovarsi purtroppo un altro lavoro entro i prossimi 5/10 anni, specialmente nei Paesi più sviluppati!

Il parcheggio è il motivo che convince le persone a voler utilizzare una vettura a guida autonoma (SDV): il tempo che si perde a trovarlo, la fatica per far entrare la vettura dentro un posto auto magari molto stretto, lo stress di arrivare tardi all’appuntamento. Ben il 43% mettono infatti il parcheggio al primo posto per scegliere una SDV, seguito al 40% dal poter fare altre cose (telefonino, tablet, giornale o altro di più produttivo che guidare) e per il 36% per la curiosità e cambiare modo di viaggiare!

E chi dovrebbe costruire queste vetture a guida autonoma? Per il campione della Boston Consulting Group il 46% gradirebbe che fossero i costruttori tradizionali ed il 69% ritiene che la soluzione migliore sia una stretta collaborazione fra costruttore tradizionale e una società tecnologica come Google o Apple (che coi loro bilanci e liquidità potrebbero comprarsi in un giorno tutti i costruttori tradizionali…!)

Analizzando Paese per Paese sorprende come gli intervistati europei e giapponesi in maggioranza dicono che devono essere i costruttori tradizionali a costruire le auto a guida autonoma, mentre gli statunitensi lo pensano solo per il 32% creando notevole ansia a tedeschi e nipponici! Gli stessi olandesi col 33% nutrono poca fiducia nei tradizionalisti forse avendo visto che la neonata Tesla (che inizia a vendere la prima auto nel 2008!) sia già avanti a molti marchi centenari…

Ma quando arriveranno queste SDV ? Per il 48% fra il 2016 ed il 2020 ed un altro 40% fra il 2021 ed il 2025. Insomma sicuramente entro 10 anni che per il mercato automobilistico è un periodo molto breve!  In realtà i costruttori sono già pronti oggi come ha dimostrato la stessa Audi RS7 autopilotata che montava antenne italiane di Calearo Antenne e raggiunge i 305 kmh in pista, rigorosamente senza pilota!

Quali saranno i maggiori benefici della guida autonoma?  Numerosi ed in vetta troviamo il miglioramento della sicurezza stradale con meno incidenti e più tutela sia per passeggeri che pedoni. A seguire  il miglioramento dell’efficienza del traffico con la riduzione delle code. Altro step importante viene dalla facilità di a parcheggiare. Traffico più fluido significa consumi ridotti e pure riduzione delle emissioni a tutto vantaggio della qualità dell’aria delle nostre città. Le efficienze ridurranno gli stessi costi dei trasporti, migliori servizi ed accessi migliori per gli stessi anziani e disabili che vedranno drasticamente abbattute le barriere architettoniche e potranno usare una vettura senza problemi non dovendo guidarla nè parcheggiarla (quindi potrà usare una vettura SDV anche chi è senza patente…?)!

Tutto sarà monitorata da sensori, radar, gps, ultrasuoni e le più avanzate tecnologie con la necessità che la vettura oltre che autopilotata sia sempre connessa per essere localizzata, coordinata con le altre e monitorata (gli stessi ladri dovranno cambiare mestiere come la polizia municipale che non farà più una multa!).

L’antenna diviene quindi fondamentale e da semplice asta che serviva a catturare il segnale FM diventa il cervello del sistema trasformandosi sempre più da “ferro” in raffinato software che interagisce con tutti gli altri sistemi. Smart car in Smart city dove scompariranno gli ingorghi, si saprà dove parcheggiare, i minuti necessari per raggiungere il punto A dal punto B in piena sicurezza, potendo fare qualsiasi cosa salvo che guidare la propria auto visto che ci penserà l’intelligenza artificiale.

La guida autonoma ovviamente interessa in primis la propria vettura per poi estendersi a tutti i mezzi che popolano una metropoli a partire dai bus e taxi fino ad arrivare ai furgoni che trasportano le merci e le stesse auto della polizia! Vi saranno quindi delle centrali operative da cui si coordinerà il traffico, la sosta e tutte le attività legate alla mobilità urbana per poi estenderla alle periferie ed alla rete autostradale. La fase di transizione sarà la più complessa poichè si troveranno insieme diversi attori con differenti tecnologie: avremo infatti le auto private tradizionali, le auto private autopilotate, i taxi tradizionali, i robotaxi ed i bus tradizionali e quelli SDV.

Bisognerà quindi integrare la tecnologia, magari dando la priorità alle SDV nei centri urbani per dar modo di rinnovare il parco circolante senza traumi. Certamente accanto a complessità enormi si aprono opportunità economiche incredibili pari a quelle del cambio dalla trazione animale a quella del motore a scoppio. Oggi non ci sono milioni di cavalli ma un miliardo e duecento milioni di auto (quasi 100 milioni di nuove auto all’anno in tutto il mondo) circolanti che nel 2035 arriveranno a due miliardi!

Calearo Antenne rappresenta un esempio virtuoso di come cavalcare correttamente questa importante opportunità potendo contare su un Centro Ricerca innovazione estremamente avanzato (CERCA, sigla di Centro Ricerca Calearo) che permette all’impresa italiana di collaborare a progenti avanzati come quello con l’Ente spaziale ESA o con il Gruppo Volkswagen nel progetto Audi RS7 che in pista, senza pilota, ha raggiunto i 305 kmh!

Il futuro è già arrivato e quindi bisogna saperlo toccare prima degli altri!

Carlo Valente

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