30 anni di V4 made in Honda

Trent’anni or sono il mondo delle moto era ampiamente diverso da quello su cui si affacciano oggi i neopatentati: motori con cilindrate oggi ritenute piccole, freni a tamburo, le carenature erano appannaggio di pochissimi mezzi molto esclusivi e soprattutto le architetture di motori erano più o meno sempre le stesse. Nel 1978, però, qualcosa cambiò e mentre nei bar si discuteva di politica e di cambiamenti sociali, gli appassionati del mondo motociclistico assistevano in diretta ad un altro cambiamento, sicuramente meno importante dal punto di vista sociale, ma a dir poco rivoluzionario per quello delle due ruote. Honda, infatti, non era più soddisfatta del vecchio modo di fare motori: il produttore giapponese ritenne che fosse il caso di ripartire da zero per creare una nuova genia di motori più facili, più affidabili e dalle performance più brillanti. L’arrivo della notizia della creazione di un motore a 4 cilindri con conformazione a V fu una vera bomba nel settore. Inizialmente i soliti scettici presero le distanze, si crearono subito gruppi di “tifoserie” che sostenevano la nuova via percorsa o la denigravano in nome del classico bicilindrico. Trent’anni sono trascorsi da allora e in tutto questo tempo la casa di Soichiro Honda, in perfetto stile nipponico, non è certo rimasta con le mani in mano, ma ha continuato a sperimentare nei campionati nuove soluzioni e nuove tecnologie poi riportate sui veicoli di serie, diventando così leader nelle vendite nei lontani anni ’70 e mantenendo il primato fino ad oggi. Forse il segreto di questo successo risiede proprio nel V4, oltre che nella politica di continuo sviluppo ancora oggi adottata. Questa architettura di motori, infatti consente di avere un propulsore molto stretto, che viene facilmente collocato nel telaio con una centralizzazione delle masse che aiuta notevolmente la ciclistica. La corsa ridotta e le minori dimensioni dei pistoni consentono un numero maggiore di giri del motore, ergo, una maggiore potenza erogata, mentre l’albero a camme più corto risulta anche più rigido di quello di un bicilindrico o di un 4 cilindri in linea. Inoltre ci sono poche vibrazioni e il motore risulta facilmente governabile, facile da gestire anche nel guidato di tutti i giorni, cosa che indubbiamente ha pesato molto nella preferenza accordata ad Honda da milioni di motociclisti di tutto il mondo che, seppur amanti delle corse di velocità, non avevano intenzione di ritrovarsi su un toro scatenato che vibrava come fosse in centrifuga.

Infine, il V4 Honda ha conquistato il pubblico mondiale anche perché è un motore molto solido ed affidabile, che richiede meno manutenzione di altre architetture ed è così fin dalla sua nascita, per quanto, come già detto, i motori Honda odierni sembrino usciti da un remoto futuro rispetto ai primi modelli prodotti. NR500, VF750, VF400, VFR750, NR (avveniristica moto anni ’90 dai pistoni ovali) RC212V sono solo alcuni dei modelli che hanno traghettato il marchio dell’ala, in questi trent’anni, fino all’olimpo delle divinità di bielle e pistoni e pare proprio che non si voglia arrestare questa scalata. Oggi non si dorme sugli allori, ma si continuano a studiare e sviluppare nuove soluzioni, come presto il grande pubblico avrà modo di apprezzare, vista l’imminente uscita della nuova VFR con doppia frizione, del nuovo CBR con ABS (novità assoluta nel mondo della pista) e della futuristica V4, su cui è tenuto ancora il riserbo più assoluto, ma che ci assicurano alla Honda Italia che sarà praticamente identica allo stupendo ceoncept presentato all’ultima edizione dell’Eicma. Una scelta di campo difficile quella che nel ’78 intraprese la Honda, ma che col senno di poi non solo si è dimostrata giusta, ma ha anche garantito alla casa giapponese il dominio del mercato mondiale di moto; scelta che, condivisa o meno, oltre ad avvantaggiare la casa dell’ala nello specifico, ha anche consentito grandi sviluppi nella progettazione di motori in genere, aprendo la strada anche ad altri costruttori; scelta per cui ci sentiamo di fare i nostri migliori auguri a chi ormai è diventato sinonimo vivente del termine motocicletta.

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