Airbag per moto: l’importanza della tecnologia sulla sicurezza

La storia dell’airbag nasce molto lontana, addirittura agli anni ’50 del secolo scorso, per poi diventare di attualità nel campo automobilistico negli anni ’90, dopo averne capito i benefici insieme alle cinture di sicurezza. Da allora sono diventati un qualcosa di obbligatorio e sempre più diffuso, con un numero di “cuscini di aria” sempre maggiore all’interno degli abitacoli delle vetture. Come sempre il mondo delle due ruote arriva con un consistente ritardo alle varie innovazioni tecnologiche, ma i vantaggi e le applicazioni dell’airbag in campo motociclistico sono ormai noti al pubblico. Non a caso le ultime edizioni della fiera di settore più importante al Mondo, l’Eicma di Milano, hanno visti protagonisti anche loro, questi strumenti di sicurezza declinati in varie tipologie, dalle più semplici con azionamento meccanico, a quelle super tecnologiche la cui azione è comandata da centraline in grado di capire quando il pilota sia in una situazione di pericolo.
Gli airbag per moto sono quindi sempre più diffusi e i prezzi si stanno anche abbassando, sfruttando le economie di scala. Il funzionamento di questi preziosissimi sistemi di sicurezza è simile per molti marchi, con un semplice cavo da fissare alla moto, per quelli di tipo meccanico, che con uno strappo che superi una determinata soglia va a far gonfiare in pochissimi millisecondi una sacca d’aria. Quelli più tecnologici agiscono invece con una serie di sensori, in alcuni casi anche in azione congiunta con quelli della propria motocicletta, ma più frequentemente a bordo di un gilet protettivo. Anche in questo caso agiscono in tempi irrisori e, quando captano accelerazioni che portano a constatare un distacco del pilota dal mezzo, attivano le micro cariche che permettono l’apertura delle protezioni, salvando così l’utente da fratture o danni ancora più gravi. Si parla appunto di pochi millescondi, con tempi inferiori nella guida su strada, leggermente più elevati se si è in pista. La strada è infatti un “sistema più complesso” e i pericoli sono maggiori che in pista. Così alcuni prodotti offrono la doppia opzione, con cui configurare la centralina ed adattare il funzionamento dell’airbag al contesto di utilizzo. In pista, dove sta per diventare obbligatorio, l’airbag ha cambiato perfino lo stile di guida dei piloti, che possono osare di più, consapevoli della maggior sicurezza, soprattutto per le insidiose fratture alle clavicole ed alle zone altrimenti più esposte a lesioni. Pensate a Marc Marquez ed alle sue numerose cadute durante le prove e prima delle gare di MotoGP e capirete di cosa stiamo parlando.

Due marchi su tutti: Alpinestars e Dainese

Come detto la sua sempre maggior diffusione ha portato un po’ tutti i marchi di abbigliamento tecnico a proporre la propria soluzione nel campo degli airbag. Su tutti però i due marchi più attivi, anche in questo ambito, sono i due rivali più noti da sempre, Dainese ed Alpinestars, che si danno battaglia da qualche anno anche nelle aule dei tribunali. Sono ormai quattro anni che una presunta violazione di un brevetto periodicamente torna di attualità, proprio come in questi giorni.

Dainese salva il proprio brevetto (per ora). In Germania sospesa la vendita del Gilet airbag Tech-AirTM Street e Racing di Alpinestars

All’interno di una battaglia legale che vede coinvolte anche Francia, Italia e Gran Bretagna, Dainese ha avuto ragione in Germania. La Corte d’Appello di Monaco ha infatti confermato la sentenza emessa il 7 febbraio 2019, stabilendo che i Gilet airbag Tech-Air Street (per uso stradale) e Racing (per la strada e per la pista) di Alpinestars violano la porzione tedesca del brevetto Europeo Dainese EP 2412257B1. Questa sentenza viene emessa dopo che la Corte Federale Brevettuale tedesca aveva precedentemente confermato la validità di tale brevetto Dainese, in un separato giudizio di validità; decisione che Alpinestars ha impugnato. La sentenza della Corte d’Appello sulla contraffazione dei Gilet Tech-Air Street e Racing è ora impugnabile solo di fronte alla Corte Suprema Federale.  Tre i riflessi che ha avrà la sentenza della Corte d’Appello. Secondo quanto stabilito dalla giuria, infatti Alpinestars dovrà  interrompere la commercializzazione dei Gilet airbag Tech-Air Street e Racing in Germania; dovrà ritirare dall’intero mercato tutti i Gilet Tech-Air Racing e Street commercializzati in Germania dal primo luglio 2015 e ancora in possesso dei negozianti tedeschi e risarcire i danni a Dainese per il periodo in cui sono stati commercializzati i suoi prodotti, che violavano il brevetto europeo EP 2412257B1. Vedremo se la vicenda avrà un seguito ulteriore nei tribunali, ma speriamo che le due case italiane possano trovare un accordo e tornare a dedicarsi alla sicurezza di noi motociclisti.

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