Aprilia Motò 6.5: decisamente troppo avanti

Ci sono moto che quando escono sul mercato sono talmente avanti da non essere capite… per poi diventare oggetti di culto per gli estimatori che la cercano usata: il caso della Aprilia Motò 6.5

La Motò 6.5 è un mezzo che è arrivato nei concessionari come se fosse sceso da un’astronave. Tra supersportive e enduro dure e pure la Motò non venne capita, anzi, fu quasi osteggiata dai motociclisti che non riuscivano a inquadrare questo mezzo. E in fondo non avevano tutti i torti…

Erano gli anni dell’Aprilia Racing, dove cominciavano ad arrivare i primi risultati mondiali dopo aver vinto nel motocross, oppure si trovavano nei concessionari le “repliche” delle moto impegnate nella Parigi-Dakar (quella vera, senza offesa…)

Che Ivano Beggio, storico patron dell’Aprilia, fosse uno disposto a rischiare si sapeva. Ma affidare la progettazione Aprilia Motò 6.5di una moto al designer francese Philippe Starck, che non aveva mai avuto niente a che fare con il mondo delle due ruote, forse è stato un passo eccessivo… o meglio, troppo avanti e troppo visionario rispetto alla realtà del mercato di metà anni ’90.

In ogni caso il risultato fu una moto definita da curve morbide, tondeggianti sia nel serbatoio che nel telaio e nello scarico che cercava (avanti anche in questo) di non farsi vedere e di non intralciare il passeggero.

Aprilia Motò: caratteristiche tecniche

Dal punto di vista tecnico la Motò 6.5 era mossa da un monocilindrico da 650 cc derivato dalla Pegaso ma con un carburatore solo per abbassare la potenza a 43 Cv e rendere l’erogazione più lineare. L’obiettivo infatti era di creare una moto semplice, adatta anche ai neofiti e a chi non proveniva dal mondo moto.

Il telaio, tondeggiante anch’esso, è un monotrave sdoppiato a doppia culla in tubi a sezione tonda e quadrata mentre la forcella anteriore ha un’escursione di 135 mm e il forcellone posteriore, gestito da un mono regolabile nel precarico molla, di 120 mm.

Le prestazioni non erano certo da primato, con una velocità massima di 150 km/h, ma come abbiamo detto l’obiettivo era realizzare un mezzo facile, un commuter urbano alla portata di tutti ma in grado di accompagnare nelle gite nei week end.

Ma la Motò non riscosse il successo sperato, così dopo due anni e poco più di 4.000 pezzi prodotti venne tolta dal mercato. Il tentativo di offrire qualcosa di diverso, che facesse leva più sull’immagine e lo stile che sulle prestazioni, venne così archiviato come un flop commerciale.

Ma… perché c’è un ma nella storia della Motò. Col tempo le linee morbide di questa Aprilia anomala sono uscite dalla nebbia della memoria e oggi trovare una Moto 6.5 usata è veramente difficile e, nel caso, preparatevi a pagare cifre decisamente importanti, perché le quotazioni di questo oggetto di design sono elevate… e pensare che gli ultimi pezzi sono stati svenduti dai concessionari Aprilia!

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