Croazia in moto

Vero che è sempre più di moda e quindi sempre più battuta ma la Croazia sa ancora regalare degli angoli semi-incontaminati a chi ha voglia di scoprirla. E per fare ciò – ovviamente – non c’è mezzo migliore della motocicletta. Siamo partiti a metà luglio a bordo di una BMW K1200R caricata come un asino da soma; una naked che tanti qualificano come “da bar” ma che invece sa essere estremamente versatile e diventa un’ottima moto da viaggio. Non certo una tourer con autoradio e frigobar ma sufficiente per due settimane “on the road” sulle strade spesso polverose della Croazia. La ricettività in Croazia è adeguata, varia e spesso economica; ci sono varie possibilità e quasi mai si ricorre agli alberghi poiché l’offerta di “apartmani” è ricca tanto che spesso si viene proprio contattati dagli autoctoni che offrono stanze o appartamenti anche per 30-50 euro a notte. Prima tappa di questo viaggio, Pola è una cittadina istriana che conserva un’anima italiana, sembra di essere in un paese di mare del Sud Italia o della Sardegna. Il centro storico è raccolto ma interessante da scoprire nei suoi vicoli fino alla zona dello scalo diportistico dove sono attraccate barche dei pescatori e pure alcuni yacht. Da qui, con un traghetto si raggiunge l’isola di Cres, una fra le meno battute dell’arcipelago. Qui si scoprono paesini abitati quasi esclusivamente dai locali o che tutt’al più ospitano campeggi arrangiati sul dorso di una collina senza servizi ma praticamente in riva al mare. Noi abbiamo alloggiato in un paesino nemmeno segnato sulle mappe meno dettagliate ma davvero particolare e accogliente in un appartamento con vista mare.

 

Percorrendo in lungo l’Isola di Cres si scende fino all’Isola di Mali Losinj e ci si imbarca per tornare in terraferma, destinazione Zara. Questo è il trasferimento marittimo più lungo e sono circa 6 ore di navigazione. Zara – o Zadr – ha un centro storico davvero piacevole da scoprire, contornato da mura e dal mare. I suoi vicoli pedonali marmorei sono pieni di vita, negozi e bancarelle. Fra l’altro si possono visitare interessanti resti romani che fanno da sfondo al mercato della città. In circa 250 chilometri si raggiunge Trogir, piccola cittadina turistica e, sinceramente, un po’ affollata ma non per questo priva di fascino. Il lungomare del centro storico è adibito all’attracco di grandi yacht e una passeggiata per ammirarli è d’obbligo. Ovviamente – essendo particolarmente turistica – i prezzi ne risentono. Facendo tappa qui abbiamo dedicato una serata per visitare Spalato, dimensioni più importanti rispetto a Zara e centro economico di maggiore importanza. Anche l’architettura è indice di quanto detto, infatti il centro non è fatto da vicoli e case basse ma da viali e palazzi sfarzosi. Da Trogir con un traghetto veloce si torna in mare per raggiungere l’Isola di Hvar, conoscuta dai tempi antichi per la sua importante posizione strategica e nautica, ricca stratificazione di periodi storici, culturali e naturali, i monumenti e la letteratura. Qui – unica tappa del viaggio – abbiamo incontrato le uniche difficoltà nel reperire un alloggio dove trascorrere due notti. Alla fine abbiamo scovato una pensioncina incantevole nella cittadina di Milna. Da Hvar si traghetta fino a Vela Luka e si percorre l’Isola fino a Korcula dove un ponte la collega ad una penisola che permette di tornare sul litorale circa un centinaio di chilometri sopra a Dubrovnik.

La chiamano la Perla dell’Adriatico e i motivi ci sono tutti: Dubrovnik – o la nostra Ragusa – è davvero incantevole e le parole non le renderebbero merito tanto che il suo centro storico è stato dichiarato patrimonio dell’Umanità da parte dell’Unesco. Un paio di giorni bastano per assaporarla nonostante il periodo particolarmente turistico non permetta di respirarne appieno la tipicità. Limitata per 3/4 da alti bastioni e per 1/4 dal mare, rende il suo massimo splendore al tramonto quando la luce rossa del Sole colora le pavimentazioni di marmo bianco degli ampi viali pedonali. E’ giunto il momento del ritorno ed anche il primo giorno di maltempo. Bora e pioggia hanno tentato di trattenerci in quei lidi ma alla fine – seppur tristemente – abbiamo avuto la meglio.
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