Ducati Diavel Carbon

La Ducati Diavel Carbon è la versione di punta della nuova custom bike di Borgo Panigale. Il nome è esemplare: infatti è stato fatto ricorso alla fibra di carbonio per le cover del serbatoio, il coprisella monoposto e il parafango anteriore per ridurre il peso e sottolineare il DNA racing di questa Ducati. Inoltre, qualche altro etto è stato tolto grazie ai cerchi in lega leggera, che ne impreziosiscono l’aspetto. Alla fine, la Carbon rispetto alla versione basica si differenzia per qualche chilo in meno (207 contro 210) e per il prezzo (€16.990 la “basica”, €19.990 la Carbon).

Il motore è lo stesso: il Testastretta 11°, bicilindrico a L, distribuzione Desmodromica 4 valvole per cilindro, raffreddamento a liquido da 1198 cc con una potenza di 162 CV (119 kW) a 9.500 giri/min
e una coppia di 127,5 Nm a 8.000 giri/min.
La potenza del desmodromico è controllata dal sistema elettronico Ride-by-Wire (RbW) grazie al quale la potenza erogata dal motore non viene più regolata unicamente e direttamente tramite il cavo acceleratore, ma passa prima attraverso la centralina che, in base al segnale ricevuto, comanda elettronicamente l’apertura dei corpi farfallati. Il sistema RbW utilizza tre diverse mappature per regolare l’erogazione di potenza: sia in modalità Sport che Touring eroga 162CV, naturalmente più morbida nella seconda, mentre nella modalità Rain/Urban i cavalli sono 100.
Le tre modalità preimpostate – selezionabili dal blocchetto elettrico posto a sinistra anche durante la guida – sono state programmate per modificare con effetto immediato il ‘carattere’ del Diavel. Le tre modalità si attivano combinando diverse tecnologie di punta quali i sistemi Ride-by-Wire (RbW) e Ducati Traction Control (DTC). Guidare in città implica lo spostamento dell’attenzione dal controllo dell’acceleratore all’ambiente circostante: la modalità Urban trasforma il Diavolo in un mezzo maneggevol per muoversi sempre in completa sicurezza anche nel traffico più caotico. Selezionando il Riding Mode Sport, si ottiene un Diavel in versione adrenalinica, spinto da una potenza da 162CV. Questa modalità offre al pilota pieno controllo sulla risposta all’apertura del gas per la massima accelerazione. A ciò si aggiunge un intervento ridotto del Ducati Traction Control (livello 3), ideale per piloti che vogliono avvicinarsi al limite e vivere al massimo l’esperienza del Testastretta 11°. Per il Riding Mode Touring, Ducati ha previsto un’erogazione godibile, sempre da 162CV ma in configurazione da viaggio, con una coppia morbida e più fruibile. La trazione posteriore è affidata dal Ducati Traction Control che passa al livello 4, appositamente concepito per una guida stabile e rilassata, ideale per il massimo comfort di pilota e passeggero sulle lunghe percorrenze.
La trasmissione prevede inoltre una frizione a bagno d’olio con funzione ‘antisaltellamento’. Grazie ad un sistema ad asservimento progressivo, viene infatti incrementato il coefficiente di attrito dei dischi della frizione, con conseguente riduzione del carico delle molle spingidisco. Il risultato è un carico ridotto alla leva, che garantisce un ottimo comfort anche in caso di frequenti cambi di marcia nel traffico cittadino o sulle lunghe percorrenze.
Quando la coppia alla ruota ha un’azione contraria, lo stesso meccanismo riduce la pressione sui dischi della frizione, consentendole di lavorare nella modalità sportiva antisaltellamento che contrasta la destabilizzazione del retrotreno durante le scalate aggressive, con l’ulteriore vantaggio di un’ottima modulabilità in staccata.

Il costante investimento sulla qualità garantita dalla progettazione, dai materiali avanzati e dalla tecnica ingegneristica ha permesso di modificare il programma di manutenzione in maniera altamente competitiva, consentendo la registrazione delle valvole ogni 24.000 km. Questo è stato possibile grazie all’evoluzione dei materiali delle sedi valvole, al miglioramento dell’efficienza della combustione e al contenimento delle temperature di esercizio del propulsore Testastretta 11°.

I due grandi radiatori laterali esaltano le linee frontali ‘pulite’ del Diavel. I gruppi, localizzati sotto il serbatoio e dotati di efficienti condotti, sfruttano il principio aerodinamico che favorisce il flusso d’aria attraverso i radiatori e sono assistiti, se necessario, da ventole elettriche di grande portata. Il design dei radiatori combina forma e funzione per esaltare la prestanza muscolare della moto.

Il Diavel Carbon monta una forcella Marzocchi da 50mm con steli antiattrito al carbonio diamantato DLC rifiniti in nero, completamente regolabile nel freno idraulico in compressione ed estensione e nel precarico molla. La forcella è dotata di piastre a tre bracciali con taglio a fetta di salame, in alluminio fuso per quella inferiore e forgiato per quella superiore, con un cavallotto di montaggio su supporto in gomma per il manubrio in lega a sezione variabile. L’angolo di sterzata totale è di 70° che garantisce la massima manovrabilità.
Il lungo forcellone monobraccio in pressofusione d’alluminio garantisce l’ottima controllabilità del retrotreno, grazie a un interasse da 1590mm e ad un assetto che consente angoli di piega fino a 41°.
Il Diavel Carbon sfoggia cerchi Marchesini customizzati in lega leggera, forgiati e lavorati al tornio e alla fresa, che garantiscono un considerevole risparmio di peso, pari a 2,5 kg, ed un design di grande effetto. Il disegno complesso di questi cerchi a nove razze mette in risalto la delicata lavorazione in alluminio naturale a contrasto con la finitura nera.
Le prestazioni frenanti del Diavel sono garantite dai freni Brembo con pinze monoblocco incredibilmente potenti, azionate dalle nuove pompe freno integrate. All’anteriore, i due dischi flottanti da 320 millimetri sono abbinati a doppie pinze radiali a quattro pistoncini, mentre al posteriore, il disco da 265 millimetri è frenato da una pinza a due pistoncini.
L’impianto frenante è dotato del sistema ABS Bosch-Brembo Ducati (compreso nella dotazione standard), che contribuisce in maniera essenziale al controllo delle prestazioni.

Tanta la tecnologia installata sul Diavel Carbon, sintetizzata da una serie di sigle.
Il DTC è un sistema di derivazione sportiva altamente intelligente che agisce da ‘filtro’ tra la mano destra del pilota ed il pneumatico posteriore. Nello spazio di pochi millesimi di secondo, il DTC è in grado di rilevare e controllare il pattinamento della ruota posteriore, contribuendo ad aumentare le performance e la sicurezza attiva della moto. Il sistema consente di scegliere tra otto diversi profili: ciascuno di essi è stato programmato per offrire un certo valore di tolleranza allo slittamento del retrotreno, commisurato a livelli progressivi di capacità di guida classificati da uno a otto: l’1 è caratterizzato dal minimo grado di intervento del sistema, mentre l’8 offre il massimo dell’interazione. I livelli di DTC sono programmati all’origine per i tre Riding Mode, ma possono essere personalizzati in base alle caratteristiche del pilota e salvati dal menu di impostazione. Comunque, è disponibile una funzione ‘Default’ per ripristinare tutte le impostazioni originali.
Il display LCD superiore è fissato al cavallotto di montaggio inferiore e fornisce i dati principali quali velocità e giri/min, oltre a visualizzare spie, orario e temperatura. Il display TFT (Thin Film Transistor) inferiore, a colori, inserito nel serbatoio, fornisce le informazioni sulle selezioni dei Riding Mode, delle marce e delle impostazioni DTC, oltre a visualizzare totalizzatore e percorrenze parziali. A moto ferma, il display inferiore funge anche da quadro comandi, consentendo di personalizzare e salvare le impostazioni di DTC e RbW all’interno di ciascun Riding Mode.
L’accensione del Diavel è comandata da una chiave elettronica che si porta in tasca. La chiave comunica con la moto fino a una distanza di circa 2 metri. La moto riconosce la chiave dedicata, abilitando automaticamente i comandi. A questo punto è possibile premere il pulsante di key-on per accendere il quadro, e successivamente avviare il motore. La chiave elettronica è costituita da un circuito elettronico e da una chiave meccanica a “flip” necessaria per l’apertura della sella e del tappo del serbatoio. E’ inoltre previsto un attuatore elettronico per il bloccasterzo: quando si parcheggia la moto, si può inserire il bloccasterzo premendo una seconda volta il pulsante di spegnimento.

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