Ducati Monster: compie 20 anni la naked di Borgo Panigale

Tutto comincia nel 1992 con l’incontro tra Miguel Angel Galluzzi, designer argentino e Massimo Bordi, direttore tecnico di casa Ducati negli anni in cui il marchio era di proprietà Cagiva. Bordi voleva realizzare un mezzo che racchiudesse tutta la tradizione Ducati senza essere una sportiva e che fosse facile da guidare. “La moto che guiderebbe oggi Marlon Brando”. Galluzzi da parte sua voleva realizzare qualcosa di minimalista: “Tutto ciò che serve è sella, serbatoio, motore, due ruote e un manubrio”. Facendo tenere insieme tutti questi elementi da un telaio in traliccio di tubi è nata la Ducati Monster.

Il primo Monster M900 – M600
Esce così nel 1993 la M900, caratterizzata dal telaio della superbike 851 e il motore di 904 cc a due valvole raffreddato ad aria. L’effetto fu quello del sasso in uno stagno. Malgrado la mancanza di qualunque sovrastruttura la Monster era caratterizzata da un design unico, un motore quasi esagerato (non dimentichiamo che in quegli anni le supersportive erano le 600!) e una dinamica divertente e facile. Malgrado qualche piccolo problema di gioventù fu subito un successo. 
Il vero punto di svolta, però, arrivò due anni dopo: la M900 era giudicata fin troppo potente, esagerata per tanti potenziali utilizzatori, così fece la sua comparsa la M600. Un motore più trattabile, più leggera, fece diventare la naked di Borgo Panigale un punto di riferimento per tutto il mondo delle due ruote. 

Monster Dark, la consacrazione
Il “fenomeno” Monster avanza e, nel 1998, escono due nuove versioni: la Cromo, caratterizzata dal serbaotoio interamente cromato e la Dark. In questi anni gli acquirenti della Monster hanno sfruttato la sua essenzialità per farne la base di personalizzazioni più o meno estreme, così Ducati decide di offrire ai propri acquirenti una “tela grezza” in nero opaco… talmente bella che molti la compreranno per tenerla così: grezza, minimal, dark. E’ la consacrazione del passaggio da oggetto per motociclisti a oggetto di design.

Monster S4R: naked purosangue
Dopo dieci anni sembra giunto il momento di prendere una decisione e nel 2004 la risposta si chiama Ducati Monster S4R. La nuda bolognese eredita il motore 1000 cc 4 valvole raffreddato a licquido della superbike, si arricchisce del forcellone monobraccio in traliccio di tubi di alluminio unendo prestazioni, design, facilità di guida. In una parola sola: Monster.
Come dieci anni prima nel 2005 compare la Monster S2R, che eredita la componentistica di altissimo livello della S4R ma con motori a due valvole raffreddati ad aria di 800 e 1000 di cilindrata, più leggeri e facili da sfruttare per un pubblico quindi decisamente più ampio.

La “nuova” Monster 696: il mito continua
Ma l’evoluzione non si ferma certo qui, così nel 2008, non senza un certo coraggio, Ducati presenta la nuova Monster: la 696. E anche stavolta il bersaglio è centrato in pieno: l’immagine è sempre quella originale, ma dal motore all’assemblaggio è tutto migliorato, anche per venire incontro alle esigenze di un mercato che non è più (solo) quello del motociclista appassionato, perché Monster ormai è un mezzo anche di moda come dimostrano le numerose comparse anche all’interno di pellicole di primissimo piano. A breve compare anche la Monster 796 con motore da 800, via di mezzo tra la 600 e la 1000.
La storia, più o meno, si ripete e così nel 2011 nasce la Monster 1100 evo, figlia della naked ormai più famosa del mondo e il motore desmodromico vincitore in superbike. 

Monster 2012
E per festeggiare i vent’anni non poteva mancare un’edizione speciale Ducati Monster 20th Anniversary, in attesa delle prossime evoluzioni di questa icona del motociclismo mondiale…

Monster oggi: ed ecco che arriviamo ai giorni nostri, che vedono protagonista la 821 e la 1200, entrambe disponibili sia in versione S che in Stripe. 

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