Ducati Multistrada Biuta

Ducati Multistrada Biuta
E dire che l’idea iniziale era quella di metterci sì le mani su questa Ducati Multistrada del 2003, acquistata da Carlo Roscio di Pavia proprio per essere modificata, ma non in maniera profonda. Insomma, giusto qualche ritocco, tanto per non aver problemi in caso di paletta lungo la strada. In pratica, farsi una propria versione S, che all’epoca nemmeno era in vendita, in casa.
Solo che, dopo averla messa su un apposito cavalletto per poterla osservare a dovere, si inizia subito con un “taglia di qua” ed un “leva di la”, tanto perché qualche pezzo è di troppo.
Così si fa presto a tagliare il telaio…

Scarico Zar per la Multistrada Biuta
Intanto, il tempo passa e la ricerca prosegue e ad una delle tante fiere di moto la situazione precipita per colpa di uno scarico Zard tanto che l’idea iniziale delle poche modifiche rigorose vanno a… farsi benedire.
Con un telaietto costruito ad hoc si rispettano le quote telaistiche imposte, mentre con i macchinari indispensabili (come ad esempio il tornio, al quale ci ha lavorato l’arzillo Mario con i suoi 83 anni) vengono realizzati pezzettini e pezzettoni necessari alla realizzazione.

Ducati Multistrada Biuta con motore sabbiato
L’aspetto di una moto, soprattutto quando non è più di serie, è tutto. Così viene sabbiato il motore. Che in se è una cosa piuttosto assurda ma è molto racing e, come detto, l’aspetto è tutto.
Al bicilindrico di Borgo Panigale viene abbinata una frizione antisaltellamento, grazie alla competenza della BRS di Pavia.

Codino Aprila RSV sulla Multistrada con portaoggetti
Per completare la moto, visto che è stato tagliato un pezzo, viene preso “in prestito” il codino della Aprilia RSV del fratello Andrea che, con un misto di scienza, tecnica e pazienza, riesce a ricavare perfino un vano portaoggetti (più o meno un foglio da 10 euro ripiegati ma importantissimo per il pieno di benzina).
Le frecce arrivano da una Volkswagen Touran mentre per il radiatore dell’olio la scelta cade su un modello utilizzato nel campo delle auto da corsa e il filtro dell’olio viene sostituito con uno in ergal.
Per le sospensioni ci si affida ad un mono Öhlins provenienti da un vecchio Honda CBR, fatte le opportune modifiche mentre tutta l’anteriore è specifica per Honda VTR SP2.
Ormai la RSV diventa una donatrice di organi e dalla superbike veneta arrivano anche i due semi manubri, montati al contrario su supporti realizzati apposta, chiusi con due bei tappi dell’olio della Yamaha R1 che permettono di andare a regolare la forcella. Se la soluzione può apparire un po’ strana, consente di avere una buona visibilità sulla strumentazione che è stata riposizionata.
Dopo aver scartato alcune alternative, la scelta del faro anteriore cade su quello di un’altra Yamaha, la MT-03 (già visto sulla Ducati Rad02 Pursang by Radical Ducati) e per il quale anche in questo caso sono stati realizzati supporti speciali.
Le frecce posteriori dopo alcune tribolazioni sono realizzate con inserti a led nella parte terminale del telaietto. I cavi elettrici passano all’interno dello stesso.

Telaio nero opaco per la Multistrada Biuta
Se la colorazione della Multistrada (o di quello che rimane) va per il bianco azzurro, il telaio è nero opaco.
Al posto della trasmissione originale è stata montata una catena-corona e pignone passo 520 con mozzetto porta corona in ergal.
E così, in poco più di due anni di ricerche e lavori, la Ducati Multistrada Biuta è pronta per rombare.

Ultimi ritocchi alla Multistrada
Alla Ducati Multistrada resta da sistemare il cupolino, che al momento è il parafango posteriore della RSV (se ve lo chiede, sì, sempre quella di prima) ed alcuni inconvenienti. Manca per esempio il cavalletto laterale ed altri dettagli a cominciare dal rinvio della leva del cambio, da modificare perché rende gli innesti troppo duri.

Immagini: BikeExif.com e Ducati Multistrada.it

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