In Ducati è “sciopero della saponetta”

C’è maretta a  Borgo Panigale e non c’entra la nuova Diavel a scaldare gli animi fuori Bologna: gli operai Ducati, attraverso il segretario della Fiom Bruno Papignani, minacciano lo “sciopero della saponetta”.

Motivo della discordia, la cancellazione delle due pause di 5 minuti concesse agli operai per lavarsi le mani prima delle fine dei turni.
L’azienda ha deciso di eliminare questi dieci minuti totali al giorno per recuperare efficienza. “Chiediamo agli operai di lavorare dieci minuti in più al giorno – spiega Luigi Torlai, capo del personale Ducati – che in un anno per noi significa molto. Le mani del resto se le possono lavare all’uscita”.
Ma quelle due pause sono diventate una consuetudine in Ducati, cinque minuti prima di pranzo e altri cinque a fine turno per togliersi dalle mani il grasso e l’olio.

Il segretario della Fiom critica la decisione – unilaterale – con un filo di ironia: “Così la Ducati ha trovato un modo per far pagare Valentino Rossi ai suoi operai!”, dice in una intervista a Radiotau.
I lavoratori sono infuriati e i sindacati scendono in campo in difesa de diritti degli operai.
Già ieri sono stati indetti due scioperi “della saponetta”: il primo 15 minuti (la durata minima di sciopero prevista per legge) a pranzo e altrettanti all’uscita minacciando di proseguire a oltranza se non verranno ripristinate le due pause. Pronte a dare il loro sostegno anche le altre due sigle sindacali, la Fim e la Cisl.

Per il segretario della Fiom Papignani, l’AD Ducati, Del Torchio, non è la persona giusta per emulare Marchionne, l’AD di Fiat, definendo ‘farneticante’ la posizione dell’azienda e teme invece che stia cercando di distogliere l’attenzione dalla delocalizzazione di parte della produzione in altri paesi come Brasile e Thailandia.
La novità è già stata introdotta da mercoledì nel reparto montaggio motori e poi passerà in tutta l’azienda. Tra l’altro, il taglio delle pause è stato preso in un momento delicato in Ducati: infatti la settimana prossima ci saranno le elezioni dei rappresentanti sindacali.

Una  parte vuole difendere una tradizione, una consuetudine acquisita mentre dall’altra c’è chi deve rispondere a requisiti economici e 10 minuti al giorno a fine anno fiscale significano tanto in termini finanziari.

Ma fuori dai capannoni Ducati, tutti i Desmo appassionati si augurano che l’aumento dell’efficienza sia anche a loro favore.

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