KTM cambia pelle e proprietà. Il colosso motociclistico austriaco è stato salvato da un investimento di 566 milioni di euro da parte di Bajaj Auto, multinazionale indiana tra i maggiori produttori mondiali di scooter e motocicli. Il salvataggio, però, non garantisce il futuro delle attività sportive, MotoGP in primis.
Il prestito – o meglio, intervento strategico – è stato effettuato tramite Bajaj Auto, supportata da istituti finanziari internazionali come JP Morgan Chase, DBS Bank e Citigroup Global Markets Asia. Una mossa fondamentale per coprire parte del debito di KTM, che entro il 23 maggio doveva restituire 600 milioni di euro ai creditori. Di questi, 566 milioni sono ora stati messi sul piatto dagli indiani.
Ma non si tratta solo di una manovra finanziaria: Bajaj è già azionista di maggioranza relativa (49,9%) della holding Pierer Bajaj AG, che controlla Pierer Mobility AG, la società madre di KTM, Husqvarna e GasGas. Con il nuovo afflusso di capitali, Bajaj dovrebbe salire al 63%, diventando azionista di maggioranza assoluta e di fatto proprietaria di KTM.
L’intervento arriva in una fase drammatica per KTM, colpita da una crisi di sovrapproduzione: oltre 1.000 moto al giorno invendute, ferme nei piazzali delle fabbriche. Il peso delle scorte e il blocco della domanda hanno compromesso la tenuta finanziaria dell’azienda, con un debito complessivo superiore ai 2 miliardi di euro.
Nonostante l’entusiasmo mostrato da parte di alcuni esponenti del governo austriaco per il salvataggio, il futuro dell’occupazione nelle fabbriche europee resta incerto, con una riduzione prevista di oltre il 20% e la cancellazione di diversi modelli poco performanti sul mercato.
Il salvataggio economico non significa continuità sportiva. Il nuovo piano di ristrutturazione elaborato da Bajaj prevede tagli drastici e un radicale cambio di strategia, con il focus sulle moto bicilindriche da 850 cc e mercati emergenti. Tra le voci più significative, c’è quella dell’uscita dai campionati del Motomondiale: MotoGP, Moto2 e Moto3.
Le indiscrezioni parlano di un’uscita anticipata già al termine del 2025, un anno prima della scadenza naturale del contratto con Dorna Sports (detentrice dei diritti della MotoGP), attualmente fissato al 2026. La motivazione è chiara: le corse non saranno più un investimento diretto, ma una voce sostenibile solo in presenza di sponsor o partner finanziari forti.
Nel quartier generale di KTM Racing regna l’incertezza. Tecnici, ingegneri e piloti guardano altrove, in cerca di stabilità. I quattro attuali piloti del team in MotoGP – Pedro Acosta, Brad Binder, Enea Bastianini e Maverick Vinales– non stanno aspettando segnali, ma valutano con attenzione nuove opportunità.
In particolare, il Team VR46 di Valentino Rossi segue con interesse la situazione, pronto ad approfittare di eventuali uscite di scena: Pedro Acosta è nel mirino e potrebbe diventare un obiettivo concreto già per il 2026.