Paolo Magri (ANCMA) scrive a Giuseppe Conte: “Non lasciateci soli”

Il coronavirus ha letteralmente fermato il comprato delle due ruote, ma tutti gli agenti di questo settore hanno voglia (oltre che bisogno) di ripartire. Una richiesta d’aiuto al Governo arriva in prima persona dal presidente di presidente Confindustria ANCMA, l’Associazione Nazionale Ciclo Motociclo ed Accessori, Paolo Magri, attraverso una lettera aperta al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che vi riportiamo integralmente:

Egregio Sig. Presidente, in questo periodo di preoccupazione diffusa, nel quale tutti noi siamo richiamati al senso di responsabilità, alla capacità di anteporre gli interessi della collettività a quelli del singolo, ma anche alla forza di volontà che il nostro Paese ha sempre dimostrato di possedere nei periodi più bui del proprio passato, ci appelliamo a Lei perché il nostro settore industriale quello delle due ruote a pedale e a motore e della relativa componentistica non venga dimenticato dalle Istituzioni. Il nostro Paese è leader in Europa nella produzione di ciclomotori e motocicli e di biciclette ed è il paese che vanta il maggiore parco circolante di 2 ruote a motore del continente, con circa 8 milioni di utilizzatori – si legge -. Le nostre aziende generano un fatturato di cinque miliardi di euro e danno occupazione a 60 mila persone. Mi fa piacere, inoltre, descriverLe le ragioni che ci tengono svegli la notte e ci spingono a rivolgerci a Lei. Il mercato di biciclette e motoveicoli ha caratteristiche stagionali: la maggior parte delle vendite si concentra nel periodo primaverile/estivo: la serrata degli esercizi commerciali coincide, per noi, con l’inizio del picco di vendita. A differenza di altri settori industriali e commerciali, l’industria delle due ruote non avrà la possibilità di recuperare, nella stagione autunnale/invernale, i volumi persi in questi mesi, con ripercussioni pesantissime sulla tenuta del sistema. La rete vendita del settore delle due ruote, che conta circa 5 mila negozi in Italia, è composta da operatori di piccole dimensioni, microimprese, spesso a gestione familiare, privi di quella struttura finanziaria che consenta di sopravvivere ad un lungo periodo di inattività ma con le caratteristiche idonee ad applicare tutte le misure di prevenzione al contagio“. “Per queste ragioni le nostre aziende attendono, non appena le condizioni sanitarie lo consentiranno, di riprendere l’attività. Mi permetta anche di osservare che l’uso dei mezzi a due ruote, offre una forma di mobilità individuale che soddisfa le esigenze di distanziamento sociale, salvaguarda la sostenibilità ambientale e nel caso della bicicletta un comprovato aumento del metabolismo e delle difese immunitarie – prosegue la lettera -. L’industria delle due ruote, alla quale ANCMA offre rappresentanza istituzionale, impiega circa circa 20.000 dipendenti diretti e fattura 5 miliardi di euro. La produzione italiana di biciclette e motocicli occupa saldamente il primo posto a livello europeo. Nel nostro Paese operano nel settore circa 5.000 punti vendita e, complessivamente, il commercio di bici, moto, ciclomotori, scooter, componenti e accessori, tenendo conto anche dell’indotto, dà lavoro a circa 60.000 persone. Un’ultima considerazione sul ruolo che le due ruote hanno sempre interpretato all’interno del sistema della mobilità: riduzione dei tempi di percorrenza, minore occupazione dello spazio pubblico in sosta, abbattimento dei livelli di traffico e inquinamento, costi di utilizzo contenuti. Sono – questi – valori che rispondono alle grandi sfide della mobilità contemporanea e fanno di questa industria, degli imprenditori che la guidano e dei tanti uomini e donne che vi lavorano una risorsa irrinunciabile per il futuro del nostro Paese.
Grazie per l’attenzione e, mai come oggi, buon lavoro“.

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