Tra dischi e pastiglie: un viaggio nel mondo dei freni nella fabbrica Racing di Brembo

Racing fa rima con emozione, ma il gusto delle performance non si misura solo con la capacità di raggiungere velocità massime sempre più elevate. Vi immaginate una gara di MotoGP o di Formula 1 senza staccate? No, appunto. Oltre che aprire il gas, i piloti – sulle due e sulle quattro ruote – devono essere in grado di gestire al meglio la frenata perché è proprio in questo momento che si può decidere una gara o addirittura un mondiale. Nei giorni scorsi ci siamo recati da Brembo, azienda leader mondiale in questo settore e grazie al supporto dell’ufficio stampa che segue il Motorsport, abbiamo fatto un viaggio tra strada e pista, scoprendo molte curiosità.

Non tutti, forse, sanno che per il quarto anno consecutivo Brembo è presente in MotoGP come fornitore di tutti i 22 piloti dell’intero impianto frenante e a 14 rider vengono date anche le ruote Marchesini. Brembo è in MotoGP da più di 40 anni e le evoluzioni nel corso degli anni sono state tante. Oggi vengono utilizzati dischi in carbonio con pinze a quattro pistoni in titanio ad attacco radiale, realizzate in alluminio. A Brembo si deve anche l’invenzione della pompa pollice, nata negli anni Novanta a seguito del grave incidente accorso a Mick Doohan. In sostanza, una leva spinta dal pollice attiva il freno posteriore. Non tutti i piloti la adottano, ma ci sono anche quelli che montano entrambe le soluzioni, a pollice e tradizionale, e a seconda del circuito. Tra gli endorser ci sono Andrea Dovizioso, Valentino Rossi, Franco Morbidelli, Jorge Lorenzo e Fabio Quartararo. C’è chi ha voluto di più, come Karel Abraham che adotta la pompa indice, una pompa pollice girata di 180° che si aziona appunto con l’indice. Per quanto riguarda i dischi, Brembo fornisce dischi da 340 mm a fascia alta o bassa, mentre la soluzione da 320 mm è a discrezione dei piloti. Tutti i dischi sono ormai in carbonio, materiale più performante dell’acciaio anche sotto la pioggia a patto che si riscaldi in maniera ottimale (raggiungendo gli 800 gradi). A proposito di numeri: quest’anno, in occasione della gara finale di Valencia, Brembo raggiungerà le 500 vittorie nella Classe Regina.

Quello dell’azienda bergamasca verso i suoi prodotti è un approccio evolutivo: partendo dal motto “dalla pista alla strada”, ciò che arriva su auto e moto che troviamo nelle concessionarie è sviluppato grazie all’esperienza in pista, anche se non tutte le soluzioni sono trasportabili per questioni tecniche, di costo e di utilizzo: un impianto stradale deve avere, per forza, delle differenze rispetto a uno usato in MotoGP perché deve essere a misura di tutti (come la moto su cui è montato) e quindi le specifiche non possono essere troppo aggressive, a maggior ragione con l’avvento dell’ABS. In quanto tempo viene sviluppato un impianto frenante? In entrambi i casi serve circa un anno, dall’idea alla realizzazione, passando per lo sviluppo e i vari test. In quest’ottica il rapporto con i piloti è fondamentale. Brembo lavora team by team e questo porta alla possibilità di fornire un impianto standard che può essere modificato a seconda delle specifiche tecniche richieste dal pilota e dal team. Brembo è tecnologia 100% “Made in Italy”. L’azienda nasce nel 1961 grazie a Emilio Bombassei, inizialmente come officina meccanica, prima dell’ascesa nel mondo dei motori grazie alla collaborazione con Ferrari in Formula 1. Nel anni 70 inizia la fornitura dei primi impianti motociclisti stradali fino a quelli per le moto da corsa tra fine anni 80 ed i primi anni 90 quando avviene l’approdo in MotoGP e la prima fornitura di una pinza monoblocco ad Honda (nel 1991). Nel 1995 arriva la quotazione in borsa, mentre gli anni 2000 sono quelli dell’espansione nei nuovi mercati.

Brembo è storia, ma anche futuro, declinato nei settori del racing elettrico (Formula e MotoE), ma anche del consolidamento della presenza nei massimi campionati. Il prodotto di punta è il carbonio e per restare ai vertici mondiali è in fase di ultimazione un nuovo stabilimento a Curno, in provincia di Bergamo, che si chiamerà Carbon Factory: sarà pronto nel 2020 e sarà dedicato alla produzione solo di materiale di attrito, come dischi e pastiglie in carbonio per il mondo del racing e per moto e auto ad alte prestazioni che verranno guidate in pista dagli appassionati. A Curno ci sarà anche la produzione di quello che viene definito CCM, acronimo di Carbon Ceramic Material, dedicato alle super car stradali. Insomma, il futuro in casa Brembo è già iniziato.

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