Vespa 125 Primavera: storia di un mito… che ritorna

Enrico Piaggio appena finito il secondo conflitto mondiale si trova di fronte a una nazione distrutta (letteralmente) e una fabbrica che non c’è più: i tedeschi in ritirata avevano spostato tutti i macchinari da Pontedera a Biella e la produzione era ferma… c’era da ricostruire non solo una fabbrica, ma la possibilità per le persone di tornare a lavorare, muoversi e viaggiare. Da qui ecco l’idea di un mezzo che fosse economico e facile da guidare come una moto ma più comodo, versatile e che non costringesse a sporcarsi. Dalle queste indicazioni e dagli “scarti” della produzione bellica il genio indiscusso di Corradino Ascanio fece nascere la Vespa. Ruote piccole, agile, leggera, comoda, con il motore distante e carenato che non sporca e una buona capacità di carico… Non è eccessivo dire che con questa idea la Piaggio (con la concorrente Lambretta) ha motorizzato l’Italia… 
I tempi cambiano, la nazione cresce, le esigenze mutano e la Vespa diventa “Primavera“. 
Cilindrata di 125 cc, così da poter essere guidata dai sedicenni, la Primavera viene presentata nel 1967 al Salone di Milano e dal 1968 al 1983 viene prodotta in oltre 350.000 esemplari.
Nata come evoluzione della precedente Nuova Vespa 125 la Primavera adotta in realtà una serie di soluzioni innovative che la rendono molto più attraente, agile e funzionale. Più stretta e più lunga delle precedenti versioni permette di ospitare più comodamente pilota e passeggero, vanta una maggiore stabilità grazie al passo allungato e il motore inclinato di 45° con distribuzione rotante e raffreddamento forzato la rende più performante, con consumi ridotti e una affidabilità leggendaria.
Entrando un po’ più nello specifico la Vespa 125 Primavera offre un motore potenziato grazie all’aumento del rapporto di compressione che passa da 7.2 a 8.25, di conseguenza la potenza passa da 4,8 CV a 4500 giri a 5,56 a 5500. Questo incremento porta la velocità massima a 92,3 Km/h (con pilota “in carena” anzi, in scudo) mentre l’accelerazione la porta a 76 Km/h sul chilometro con partenza da fermo.
Come accennato un’altra importante modifica è l’allungamento dell’interasse a 1.180 mm e del veicolo, mentre sul piano dell’utilizzo oltre alla solita tasca porta attrezzi sotto la sella, la “Primavera” è stata provvista di un piccolo “bauletto” ricavato nella sacca sinistra ed è dotata di un gancio appendiborse applicato sulla punta della sella.
Proprio per queste sue caratteristiche la Vespa Primavera divenne un vero e proprio simbolo per i giovani di allora e un successo commerciale incredibile, coadiuvato da una campagna di lancio che sottolineava proprio la possibilità di libertà e indipendenza offerta da questo scooter: “Con Vespa si può“.
Insomma, se le prime Vespa hanno motorizzato l’Italia la Primavera è stato il simbolo della socialità giovanile, perché permetteva di muoversi in libertà, comodità e sicurezza oltre che con costi irrisori. Ci piacerebbe molto se anche oggi il simbolo della socialità fosse una moto o uno scooter invece di uno smartphone e di una comunità virtuale, ma come dicevamo, i tempi cambiano.
CARATTERISTICHE TECNICHE della Vespa Primavera 125
MOTORE: monocilindrico a due tempi inclinato di 45° con distribuzione rotante, raffreddamento forzato e distribuzione a luci incrociate con pistone a testa piatta. 
Alesaggio e corsa 55 x 51 = 121,17 cc 
Rapporto di compressione 8,2:1 
Potenza CV 5,56 a 5.500 giri
LUBRIFICAZIONE: del motore (pistone, cilindro, albero motore, cuscinetto di banco lato volano) eseguita dall’olio della miscela; frizione e relativo cuscinetto di banco, trasmissione primaria e cambio lavorano in bagno d’olio.
ALIMENTAZIONE: a gravità, con miscela di benzina-olio al 2%; capacità serbatoio 5,6 litri di cui 1 litro di riserva. Rubinetto a 3 vie (chiuso, aperto, riserva)
CARBURATORE: Dell’orto SHB 19/19, diametro diffusore 19 mm
CAMBIO: in blocco a 4 rapporti comandato da manopola girevole abbinata alla leva della frizione sulla sinistra del manubrio.
FRIZIONE: a 3 dischi a bagno d’olio.
TRASMISSIONI: primaria ad ingranaggi elicoidali; secondaria attraverso gli ingranaggi del cambio.
AVVIAMENTO: con leva a pedale applicata sulla destra del veicolo.
RAFFREDDAMENTO: realizzato da un ventilatore centrifugo.
TELAIO: scocca portante in lamiera di acciaio stampato e saldata.
SOSPENSIONI: anteriore a levetta oscillante con molla elicoidale a flessibilità variabile e ammortizzatore idraulico a doppio effetto; posteriore a gruppo motore-ruota oscillante, con molla biconica elicoidale a flessibilità variabile e ammortizzatore idraulico a doppio effetto.
RUOTE E PNEUMATICI: ruote a sbalzo intercambiabili con cerchioni scomponibili in lamiera stampata da 2-10 e pneumatici da 3.00-10.
FRENI: ad espansione, con trasmissione flessibile: comando a mano per l’anteriore (leva sull’estremità destra del manubrio), comando a pedale per il posteriore (pedana destra). Tamburo con alettatura radiale di rinforzo e raffreddamento, diametro utile 125 x 17 mm anteriore, 150 x 24 mm posteriore
DIMENSIONI E PESO: Lunghezza max 1,665 m. Larghezza max 0,670 m. Altezza max 1,015 m. Altezza sella 0,750 m. Altezza pedana 0,225 m. Altezza minima da terra 0,180 m. Interasse 1,180 m. Peso a vuoto 74 Kg.
PRESTAZIONI (Norme CUNA): Consumo litri 2 ogni 100 km. Velocità massima 85km/h. Autonomia 280 Km. Pendenza massima superabile 35%.
ATTREZZI DI CORREDO: Chiave a tubo con apertura 11 mm, 13 mm e 21 mm; due chiavi piatte con apertura 7 mm e 8 mm; cacciavite a taglio; borsa in tela per contenere gli attrezzi; libretto di uso e manutenzione.

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