Vespa LX e S: prova su strada della Vespa a 3 valvole

L’unica vera costante è Vespa
È vero che ormai la vita media delle persone s’è allungata molto, ma nonostante questo, quando si arriva ad avere 66 anni, si può certo dire di tutto fuorché si sia giovani. Questo vale, senza dubbio, per le persone, ancora di più per le cose, per i veicoli, che già dopo pochi anni dalla loro creazione diventano obsoleti ed il design, per quanto avveniristico, stufa l’occhio dell’osservatore.
A ben vedere, l’unica vera eccezione è la Vespa.
Nata nel 1946, ha subito colpito per il suo design fuori dagli schemi e da subito è diventata il simbolo della gioventù, e non solo, alla ricerca di indipendenza, divertimento e libertà, arrivando vendere, in tutto questo tempo, oltre diciassette milioni di esemplari in ogni angolo del globo.
Certo le va riconosciuto il merito, o meglio va riconosciuto a quei geniacci di Pontedera, di essersi saputa sempre adeguare, rinnovare, senza mai perdere il suo appeal originario, senza mai snaturarsi o tradire la sua intima natura, per rimanere, a tutt’oggi, lo stesso simbolo di gioventù, indipendenza e libertà che rappresentava quasi settant’anni fa.

Vespa LX e Vespa S
Se la Vespa, ai suoi esordi, offriva inizialmente poca scelta di modelli, oggi come oggi, invece, può vantare di una gamma molto articolata, sia per quanto riguarda le cilindrate, che vanno incontro alle esigenze di qualsiasi fascia di età, sia in termini di allestimenti ed estetica, offrendo la possibilità di scegliere tra versioni più aderenti alle linee straclassiche, più idonee al viaggio o più proiettate verso un futuro innovativo.
Quante volte, ad esempio, avrete sentito gli amanti della Vespa disquisire se fosse più bella col faro tondo o col faro quadro, con il cassettino o con la semplice tasca porta oggetti? È ovvio che essendoci state così tante versioni, si siano create diverse scuole pensiero tra cui, però, la Vespa odierna non sa e non vuole sceglierne una sola.
È per questo che la Vespa 3V si presenta sia nella versione LX, con faro tondo, sia nella versione S, con faro squadrato.

Vespa 3Valvole: all’insegna della riduzione

Ma se nell’estetica questa Vespa 3V non è cambiata radicalmente, altrettanto non si può affermare del propulsore, o meglio dei propulsori, che la allestiscono.
Due, infatti, le cilindrate: 125 cc o 150 cc.
Entrambi i motori sviluppano 11,6 cavalli a 8.250 giri, mentre differiscono, anche se minimamente, nei dati relativi alla coppia, con la 125 che produce 10,7 Nm a 6.500 giri e la 150 che invece ne arriva a dichiarare 12,8 a 6.250 giri.
La vera innovazione, quindi, risiede proprio in quel 3V che le dà il nome, ossia le tre valvole che lavorano in testa al pistone da 52 millimetri di alesaggio.
Il motore a corsa lunga, da questa configurazione di valvole dispari, trae vantaggio in termini di raffreddamento della testata e, grazie anche ad un nuovo impianto di iniezione, consente di garantire tre enormi vantaggi, all’utilizzatore della Vespa 3V: consumi di carburante ridotti, si arrivano infatti a percorrere 55 km con un litro, ad una velocità costante di 50 km/h, emissioni di Co2 ridotte del 30% e, da non sottovalutare, intervalli di manutenzione a 10.000 chilometri.

Come va la Vespa 3V
Per provare il nuovo oggetto di culto di Pontedera, ci troviamo a Roma, in uno splendido Hotel sul Gianicolo dove, tutte ordinatamente schierate, ci attendono decine di nuove, fiammanti, Vespa 3V.
La Vespa LX la troviamo, in entrambe le cilindrate, negli evocativi colori Nero Vulcano, Montebianco, Rosso Dragon, Blu Midnight, Verde Portovenere, mentre la versione S è disponibile in Nero Vulcano, Montebianco, Rosso Dragon, Blu Midnight, Verde Portovenere, con poi una versione speciale, denominata Sport, in nero opaco con piccoli adesivi a scacchi.
Prima di iniziare il nostro giro di prova, ci informiamo sui prezzi e sulla disponibilità di accessori, scoprendo che un ricco catalogo di bauletti, parabrezza e finiture di vario tipo è ovviamente disponibile, come ogni Vespista che si rispetti esige, mentre i prezzi sono di 3.620 e 3.680 € per la Vespa LX, rispettivamente 125 e 150 cc, e di 3.770 e 3.970 € per la Vespa S, sempre 125 e 150 cc.
Soddisfatta ogni curiosità, ci impossessiamo finalmente di un esemplare rosso fuoco, apriamo il sottosella per metterci i nostri effetti personali, scoprendo un vano che ospita agevolmente un casco jet anche di elevata dimensione e, saliamo in sella.
Sarà la calda giornata romana, sarà il colore fiammante della Vespa rossa, sarà quel che sarà, ma subito ci sentiamo effettivamente pervasi da tutto il fascino del marchio dello scooter italiano, quasi divenendo convinti di essere un turista americano a zonzo per la Città Eterna.
L’accellerazione è buona e la Vespa scatta subito quando il semaforo dà il verde, oltretutto dimostrando la sua peculiare e rinomata agilità, per cui basta spostare di pochissimo il peso del corpo per poterla indirizzare con cambi di direzione difficilmente eguagliabili dagli altri scooter.
Le sospensioni, talvolta, risultano un po’ dure, soprattutto sul tristemente noto manto stradale della Capitale, specialmente all’anteriore, ma non così tanto da compromettere l’indiscusso piacere che si prova a guidare la Vespa.
Le ruote piccole potrebbero far temere una minore stabilità del mezzo, eppure, anche facendo un po’ i cretini, come i Rockabilly di una volta, la Vespa rimane sempre saldamente inchiodata a terra e sempre, assolutamente sotto controllo.
Il giudizio dell’impianto si attesta tra discreto e buono. È buono, infatti, perché agisce repentinamente ed in maniera proporzionata al ridottissimo peso della Vespa, fermandola in spazi molto ridotti; oltretutto non è facilissimo arrivare al bloccaggio della ruota posteriore, rimanendo sempre in un buono stato di sicurezza. Non ottimo perché ci sarebbe comunque piaciuto un sistema ABS, visto che sarà obbligatorio dal 2017, vista l’indiscussa utilità per evitare cadute del sistema di antibloccaggio e visto che la Vespa l’aveva già presentato anni a dietro, oltretutto precorrendo i tempi del settore.
A parte le suddette differenze estetiche e di cilindrata, nella guida i quattro modelli non differiscono affatto l’uno dall’altro, dimostrando la stessa affidabilità, potenza ed agilità, indipendentemente dalla cilindrata, che quindi è diversa solo per motivi di legislazione, di circolazione sulle tangenziali/autostrade e di patente.
Il giudizio finale è assolutamente positivo: con una valvola in meno si garantiscono consumi veramente ridotti, un minore impatto ambientale, senza rinunciare a nemmeno un grammo di quell’enorme fascino che solo il “Vespino” sa offrire, oltretutto dimostrando a chi la Vespa la copia e cerca di imitarla, che solo quella di Pontedera sa affrontare il futuro, senza mai abbandonare il passato.

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