Dakar 2018 – VOCE al team Peugeot dopo la sanzione a Sainz

Carlos Sainz (PEUGEOT 3008DKR Maxi n°303)
“Sono molto contrariato da questa decisione. La descrizione degli eventi fatta dal pilota di Quad non riflette la realtà. Al contrario, io ho permesso di evitare l’incidente. Sono desolato per quello che gli è successo, ma quel che è accaduto è che sono arrivato vicino a lui e ho azionato il sistema Sentinella. Lui si è fatto da parte e mi ha guardato. C’era molto spazio ma il terreno era molto fangoso. Ha perso il controllo ed è ritornato sulla sua pista. Ho fatto una manovra per evitarlo. Mi è passato vicino ma non ci siamo toccati. Constato che ha concluso al 12° posto della tappa. Se lo avessi urtato, mi sarei senz’altro fermato. Non sono assolutamente d’accordo con questa decisione.”

Bruno Famin, Direttore di PEUGEOT Sport
“Questa decisione è incomprensibile. Non c’è nessun elemento concreto in questo fascicolo. E’ solo la parola di un concorrente contro quella di un altro. Per noi, è evidente che non c’è stato un urto tra il Quad e la vettura. Se ci fosse stato un impatto, come asserisce il pilota del Quad, probabilmente non sarebbe qui a parlarne, vista la velocità della vettura. Tutti i nostri dati confermano la versione di Carlos, che tra l’altro ha sempre dimostrato un comportamento esemplare. Il pilota che dice di avere avuto il suo Quad danneggiato nell’incidente ha finito al 12° posto di quella tappa e al 10° di quella successiva, la seconda parte della tappa maratona. La sanzione di 10 minuti è del tutto arbitraria. Il collegio dei commissari rimprovera a Carlos di non essersi fermato, ma non c’è stato un urto. Inoltre, anche ipotizzando che il comportamento di Carlos possa essere oggetto di un rimprovero dei commissari, questo tipo di infrazioni dovrebbe essere oggetto di una multa e non di una penalità in termini di tempo – comminata in modo del tutto arbitrario – e che ha un impatto sullo svolgimento della gara. Ovviamente, abbiamo comunicato la nostra decisione di fare appello. E’ probabile che non conosceremo il vincitore della Dakar 2018 a Cordoba, sabato prossimo. Oltre ad essere una questione di principio, esser leader con 1 h 06 o con 56 minuti, non è la stessa cosa, soprattutto quando si devono affrontare tappe come quelle che ci aspettano nei prossimi giorni.”

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